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Pucino, ex senza ritorno: “Volevo esserci. Ma quale cupola, potevo ancora dare tanto a Salerno”

“Sono andato via a testa alta e con la coscienza pulita. Ancora oggi non saprei dire i motivi del mio addio. Ci tengo, però, a ribadire una cosa: la salvezza dello scorso anno me la tengo ben stretta, sono orgoglioso di aver vinto i play-out con il Venezia. Il gruppo ha reagito al momento di difficoltà facendo una partita da veri uomini. Quello che abbiamo provato in Laguna è stato qualcosa di unico che conserverò dentro di me”. Esordisce così ai nostri microfoni  Raffaele Pucino, che sabato non tornerà da ex allo stadio Arechi con la casacca dell’Ascoli a causa di un infortunio.

“Sarà un match emozionante tra due squadre costruite per fare un campionato importante. – dice il terzino – Noi sicuramente siamo in un momento positivo: siamo a due punti dal secondo posto, ma il campionato di B è lungo, difficile, strano. L’obiettivo è quello di giocarsela in ogni campo, stare sul pezzo e soprattutto mantenere l’equilibrio senza lasciarsi andare a facili entusiasmi”.

Tuttavia Pucino, come detto, salterà il match per una distrazione di primo grado al muscolo soleo del polpaccio destro: “Da dieci giorni convivo con questo problemino. Forse salterò un paio di partite ancora. Peccato, ci tenevo tanto ad esserci a Salerno. Spero che la squadra possa regalarmi una gioia”.

Da capitano della scorsa, travagliata stagione all’addio in pochi giorni con tanto di esclusione dalla rosa. Il difensore casertano non riesce ancora a spiegarsi l’epilogo della sua avventura a Salerno: “Non mi aspettavo nulla di ciò che è successo, non sono ancora a conoscenza dei motivi che hanno comportato la fine del mio rapporto con la Salernitana. So solo che è stata una scelta effettuata da un giorno all’altro. Avevo intuito qualcosa sin dal ritiro, segnali mandati anche da parte del nuovo allenatore che non aveva riposto in me la giusta considerazione. Mi aspettavo un trattamento diverso, dato che l’anno precedente ero stato uno dei giocatori più rappresentativi al punto di essere capitano. Anche una volta che le nostre strade si sono separate, speravo quantomeno mi parlasse. Il periodo da fuori rosa? Non sono mai stato un giocatore che ha dato problemi. Anzi ho sempre messo la faccia e cercato di dare un esempio positivo ai miei compagni e penso di aver lasciato Salerno a testa alta e con la coscienza pulita. Nel calcio queste cose succedono, non volevo succedesse a Salerno”. Nelle Marche, l’ex vicentino si è subito ambientato: “La mia fortuna è stata quella di trovare una squadra importante che mi ha fatto passare la delusione anche se rimarrà sempre nel mio cuore. L’Ascoli mi ha fatto sentire importante e non c’è giorno che non ringrazio il patron, la società, lo staff tecnico per avermi voluto. Sono davvero contento di aver firmato, una settimana dopo l’essere fuori rosa, con un grande e prestigioso club”.

Pucino si apre a cuore aperto, confidando alcuni ricordi della sua esperienza granata: “Ci tengo a chiarire una delle tante cose dette in questi mesi riguardo anche al fatto che in rosa eravamo tanti campani ad indossare la maglia della Salernitana: venivamo visti come “gente del sud” in maniera negativa quando le cose andavano male. Si parlava addirittura di cupola, di blocchi che hanno deciso di mandar via gli allenatori. Se fosse stata vera una sola di queste cattiverie, non riuscirei a guardare i miei figli ogni giorno. Semplicemente, la società ha fatto una scelta, ha ritenuto opportuno fare piazza pulita dopo una stagione sicuramente negativa. Io sono di un altro parere: potevamo, invece, dare tanto a Salerno, sia come spirito di attaccamento che come voglia di rivalsa. La salvezza me la tengo ben stretta, sono orgoglioso di essermi salvato ai play-out con il Venezia, con il gruppo che ha fatto una partita da veri uomini. Sono andato via a testa alta, sono andato via in una stagione negativa. Ci aspettavamo un altro tipo di annata perché avevamo le potenzialità e qualità per farlo: l’emozione che abbiamo provato a Venezia, però, è qualcosa di unico e sarà un ricordo che conserverò gelosamente dentro di me. Sento pochi compagni in granata. Una di queste è Calaiò che è una persona con cui ho condiviso in ritiro la stanza. Ci siamo dati tanto a vicenda a livello umano. Per me è un punto di riferimento, è stato un grande calciatore. Sono convinto che, a quest’ora, Calaiò poteva dare ancora tanto alla causa granata”.

Pucino è sicuramente uno degli specialisti sui calci piazzati della B. L’ultimo goal in granata e il primo in bianconero sono giunti proprio da questo fondamentale: “Negli anni ho coltivato questa mia qualità, ho cercato di migliorare prendendo spunto dai grandi specialisti con cui mi sono confrontato in carriera. Bisogna essere bravi e fortunati a sfruttare al cento per cento quelle poche occasioni che gli avversari ti concedono in partita”.

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