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Protocollo ripresa squadre, calcio resta in attesa del consiglio federale di venerdì

Il calcio prosegue con la linea attendista. A qualcuno – soprattutto nelle componenti di campo, tra calciatori e allenatori – inizia a non piacere, ma c’è poco altro da fare se non prendere tempo. Almeno fino al 18 maggio data immaginata come utile per la ripresa degli allenamenti in gruppo. Pochi giorni dopo, il 25, l’Uefa esigerà una risposta sulla ripartenza o meno del campionato, con annessa comunicazione delle ammesse alle coppe europee 2020/21. A meno che la situazione non resti talmente difficile da indurre il massimo organismo calcistico continentale a prorogare ulteriormente i termini, visto che ci sono anche Champions ed Europa League ancora da completare. Se si andasse oltre agosto, una proroga potrebbe essere utile anche per i campionati che stanno scegliendo di aspettare. Domani la Germania potrebbe prendere una decisione e influenzare indirettamente l’Italia. Idem l’Inghilterra.

La Serie B resta nel limbo e oggi dovrebbe comunicare la data della prossima assemblea che si terrà a strettissimo giro, prima del consiglio federale di venerdì. Entro quella data la Figc spera di essere ricevuta dal comitato tecnico-scientifico del Governo per discutere del famigerato protocollo di ripresa per gli sport di squadra. L?incontro è stato richiesto giorni fa da Gravina, che si è detto disponibile a rettificare il precedente documento giudicato insufficiente dal ministero della salute. Situazione delicata. La Salernitana tiene in caldo le diverse ipotesi e sembra voler attendere per vederci chiaro: alla fine di questa settimana, tra interventi plausibili del Governo e il consiglio federale, tutti potranno avere un quadro meglio definito.

Per quanto concerne i calciatori granata, la società si è attivata per sondare il terreno in merito ai controlli clinici per appurare la negatività dei tesserati al Covid-19 in chiave ripresa. Ma se il 18 maggio, come tutti si augurano, le squadre potessero davvero ritrovarsi in gruppo, dovrebbero andare in ritiro e isolarsi dal resto del mondo, famiglie comprese. Per farlo senza rischi, dovrebbero sottoporsi a tamponi immediatamente prima. Ecco perchè potrebbe risultare controproducente farlo oggi (visto che i calciatori, allenandosi singolarmente al centro sportivo, farebbero poi ritorno nelle loro case e potrebbero andare in giro liberamente per fare la spesa, ad esempio, entrando in contatto con potenziali contagi, nda) e poi doverlo ripetere nel giro di pochi giorni. Controproducente quindi dal punto di vista dell’efficacia sanitaria, ma anche sotto il profilo economico, oltre che etico, perché verrebbero “tolti” dei tamponi a chi potrebbe averne maggiore bisogno. Sia per questi motivi dunque che per questioni logistiche, la Salernitana dovrebbe riuscire in una decina di giorni a completare l’iter e convocare i calciatori per gli screening sanitari, in modo da essere pronta il 18 a “rinchiudersi” nella bolla. Il problema sorgerebbe alla eventuale ripresa del campionato, tra viaggi e trasferte, per non parlare di un ritiro che non potrebbe certo durare tre mesi. Le risposte a questi quesiti dovranno pervenire da Governo e Federcalcio.

 

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