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Protocollo da correggere, Tommasi: “Criticità da risolvere, ipotesi ripresa vale solo per la A”

Questo protocollo non piace. Il documento redatto dalla Figc ma poi corretto dal comitato tecnico scientifico ha almeno quattro punti che lasciano perplessi molti club di Serie A (clicca qui per leggere l’articolo). Le società vogliono tutelarsi, così anche i calciatori.

Naturalmente è intervenuto subito il presidente dell’AIC Damiano Tommasi che questa mattina a Rai News 24 ha spiegato di aver studiato il protocollo con alcuni rappresentati del campionato di massima serie: “Ci sono delle criticità che hanno evidenziato i club, speriamo di trovare un modo per superarle in modo da poter ripartire – ha detto Tommasi – Sicuramente non avere una data certa per l’inizio della stagione genera incertezza, vorremmo avere più dati ed indicazioni. Il ritiro, vista la gestione dei casi di positività che rischia di bloccare un’intera squadra, è uno dei punti in sospeso. È un grande punto interrogativo, una positività potrebbe interrompere sul più bello il percorso. Bisogna capire cosa fare in caso di una singola positività”.

Questo l’argomento caldo, insieme alla responsabilità penale che si devono assumere i dottori: “Siamo in contatto con i medici e con il dottor Nanni, indicato dalla Lega come riferente. Essere allineati sulla stessa posizione è importante, per noi devono esserci le condizioni uniformi per tutti. Questo è uno degli scogli da superare, ma non è un tema che riguarda solo il mondo del calcio. Speriamo di avere una data certa per la ripartenza così si può costruire un percorso fatto di controlli, test e modalità di allenamento. Questo aiuterebbe tantissimo, oggi la difficoltà è avere una data certa. Quella del 13 giugno è un’ipotesi”.

Il discorso, però, vale solo per la Serie A. Alla B serve un nuovo protocollo, sul copione di quello già scritto. Però, al momento, il campionato cadetto è ancora in bilico:La ripresa riguarderebbe solo la Serie A – ha detto Tommasi – le altre categorie non hanno le possibilità di attuare il protocollo. Il problema dei tanti atleti che vivono di calcio è un tema che dobbiamo affrontare al più presto. Come Associazione abbiamo dato il via alla creazione di un fondo che tuteli le categorie più svantaggiate. Non c’è solo la Serie A, in Lega Pro particolarmente ci sono situazione critiche. Il nuovo decreto dovrebbe prevedere anche la cassa integrazione per i professionisti sotto un determinato reddito e questo dovrebbe essere importante soprattutto per la Lega Pro. Se si vuole tenere viva la speranza di tornare a giocare dobbiamo navigare a vista, seguire la curva dei contagi e la situazione del Paese. Purtroppo in alcune regioni l’emergenza è ancora forte. Abbiamo imparato a convivere con questo virus, dobbiamo imparare a conviverci anche dal punto di vista sportivo. La nostra estate dovrà vederci uniti per arrivare pronti alla prossima stagione“.

Quindi, la conclusione: “Servirà tanta pazienza io sono abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno. Questa pausa forzata darà l’entusiasmo per tornare a vedere le partite dal vivo, ma servirà ancora tanta pazienza, È una cosa triste, in qualsiasi emergenza bisogna fare un passo alla volta per non mandare in fumo quello che è stato fatto in precedenza”.

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