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Prestiti al 30/6 verso la proroga: chi rientra da campionati chiusi non può giocare dopo l’1 luglio

La canonica scadenza del 30 giugno sta comportando dubbi e azioni eccezionali sulla durata dei contratti che dovrebbero essere prorogati al 31 agosto, adeguandoli alla scadenza della stagione sportiva. Ma se per i vincoli in scadenza ci sono casi diversi a seconda degli interessati (clicca qui per leggere l’articolo in chiave Salernitana), per quanto concerne i prestiti la situazione potrebbe essere decisamente più comoda con accordi tra le società. Niente paura, dunque, in merito alla permanenza regolare dei sette elementi di casa Lazio e di Jaroszynski (Genoa) e Capezzi (Sampdoria). Anche perché se la cessione temporanea è stata fatta per la stagione 2019/20, va da sé che l’estensione dal 30 giugno al 31 agosto può considerarsi poco più di una formalità.

Ma cosa accade ai calciatori in prestito per la corrente stagione a sodalizi che partecipano a campionati dichiarati ufficialmente conclusi? Sulla carta, dall’1 luglio dovrebbero tornare alla società di appartenenza, in forza di un rapporto di lavoro sussistente che scatterebbe da quella data. Nella pratica però potrebbe non essere così e dunque i giocatori rientrati da prestiti non potranno disputare partite con le società di appartenenza a luglio e agosto, bensì dovranno attendere la stagione 2020/21 e la data dell’1 settembre. Il motivo è semplice: non possono essere effettuati rientri da prestito – operazioni di mercato a tutti gli effetti – fuori sessione della campagna trasferimenti. Per cui, nonostante il contratto di lavoro vigente, la prestazione sportiva non sarebbe possibile prima dell’inizio della prossima stagione. In secondo luogo, le liste over sono in questo periodo bloccate e non modificabili. E se il calciatore in questione fosse un under? Anche in tal caso, nonostante la lista illimitata, varrebbe il concetto di cui sopra e il principio generale della Fifa che vieta l’alterazione delle competizioni sportive, con alcune società che potrebbero indebitamente trarre un vantaggio dai rientri “anticipati” dei prestiti.

Nello specifico per la Salernitana, i calciatori a rientrare dal prestito in Serie C (ancora in bilico ma certamente molto più vicina alla chiusura anticipata) sono diversi. Ci sono gli under Orlando (’96) e Musso (’99) rispettivamente alla Sambenedettese e alla Paganese, poi gli ex Primavera al Rieti (Bartolotta, De Sarlo, Granata, Del Regno), gli over Cernigoi e Volpicelli (Samb), Kalombo e Mirko Esposito (Rieti), ma soprattutto Luca Castiglia. Quest’ultimo la scorsa estate era stato ceduto al Padova con obbligo di riscatto in caso di promozione in B, ad oggi molto molto difficile (i biancoscudati sono sesti, potrebbero sperare nei playoff ma la situazione in terza serie e nebulosa). L’obbligo si trasformerebbe allora in diritto di opzione e non è detto che il Padova lo eserciti. In caso contrario, Castiglia avrebbe un altro anno di contratto con la Salernitana.

A questi vanno aggiunti Daniele Altobelli (Feralpisalò, riscatto obbligatorio per i lombardi), Moses Odjer (riscatto obbligatorio per il Trapani in caso di salvezza, viceversa c’è una promessa di fargli sottoscrivere un nuovo contratto, essendo in scadenza con la Salernitana) e Marco Firenze, in prestito con diritto di riscatto al Venezia che potrebbe essere intenzionato a esercitarlo, tenendo conto anche della rottura tra il giocatore e l’allenatore granata, Ventura, che ne causò la cessione a gennaio. Infine, i giocatori ceduti in prestito in Serie D, torneo già ufficialmente dichiarato chiuso: tra loro il terzino destro De Foglio (Gelbison) e i portieri Capasso (Nola) e Antonio Russo (Marsala).

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