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Playout sì o no, sentenza Palermo decisiva. Polemica giudice CAF salernitano, la replica: “Sarò imparziale”

Mentre gli avvocati studiano, accusati e accusatori si scambiano frecciate, i tifosi soffrono (e si scambiano sfottò sui social)… e i giudici attivano il countdown. La nuova data cruciale è quella del 29 maggio: mercoledì alle 16:30 nella sede della Corte d’Appello Federale in via Campania a Roma si terrà l’udienza sul caso Palermo, originariamente prevista giovedì scorso e poi rinviata, a causa dell’astensione del presidente Sergio Santoro espressamente motivata ai sensi dell’art. 51 cpc ultimo comma (sussistenza di gravi ragioni di convenienza). L’esito sarà importante, se non addirittura decisivo, ai fini della lotta per non retrocedere in Serie C, che da due settimane è ormai passata dal campo alle aule dei tribunali. E le polemiche, come se non bastasse, continuano a divampare ogni giorno di più, finanche sulla provenienza geografica dei giudici.

La sentenza di secondo grado sul caso dei rosanero, condannati in primo grado dal Tribunale Federale Nazionale alla retrocessione all’ultimo posto della classifica per irregolarità nei bilanci societari nell’ultimo triennio, aprirà nuovi scenari: in caso di conferma di quella del TFN, si rafforzerà la tesi del Foggia che ha già vinto un primo round col decreto cautelare del Tar Lazio, che ha intimato alla Lega B di sospendere l’annullamento dei playout. I dauni, infatti, mirano a far valere il principio dello scorrimento della classifica e a giocare lo spareggio contro la Salernitana. Ma se il Palermo dovesse ottenere uno sconto, trasformando la sanzione da retrocessione a penalizzazione, la classifica muterebbe ancora e – col Foggia terzultimo e in C – toccherebbe scegliere tra Venezia e Salernitana la quarta retrocessa. Situazione ingarbugliata.

Le pressioni ambientali (e non solo) sono di quelle importanti e provengono da più fronti. Dopo il dietrofront di Santoro, presidente CAF, la cui serenità di giudizio era stata minata da alcune notizie diffuse su passate indagini per corruzione a suo carico, ecco il sostituto: sarà il professor Paolo Cirillo ad assumere la presidenza per il 29 maggio, con il collegio giudicante che sarà integrato dal magistrato Luigi Caso (foto in alto). Il primo, classe 1954, è nativo di Perito, mentre il secondo, 53enne, è originario proprio di Salerno. A Palermo, è scoppiata una nuova bufera sulla provenienza territoriale di chi sarà chiamato a esprimersi su vicende che – inevitabilmente – toccheranno anche la condizione sportiva della Salernitana.

“Faccio il magistrato da circa trent’anni, ho gestito cause grosse su grandi appalti. Non ho mai avuto problemi nell’essere sempre terzo e imparziale, quindi non sono turbato. Mi comporterò con correttezza, come sempre – ha dichiarato Caso, intervistato questa mattina dal collega Benedetto Giardina sul Giornale di SiciliaSe andiamo su questo campo diventa complicato. Potrei dire di avere un fratello che vive in un’altra città italiana e una suocera che vive da un’altra parte… l’incompatibilità per aver svolto attività federali per una certa squadra sarebbe concreta, il fatto territoriale mi sembra poco. Ho tanti amici siciliani, a questo punto sarei incompatibile con mezza Italia. Ero in un altro collegio mezzora prima. Fisicamente ero lì e credo che il presidente mi abbia chiesto di rimanere per comporre un nuovo collegio nel modo più rapido. Certe questioni vanno affrontate per quello che sono, cioè una verifica delle norme e di conformità dei comportamenti. Queste vicende le trattiamo come le cause penali e i grandi appalti, sempre con massima oggettività”.

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