Connect with us

News

Piatek ritrova la Nazionale e “benedice” la Turchia: “Al Basaksehir meno pressioni. In passato ho cambiato troppi club”

Il calcio turco sembra aver rigenerato Krzysztof Piatek. L’ex Salernitana ha ritrovato la Nazionale polacca grazie all’ottimo rendimento con la maglia dell’Istanbul Basaksehir (13 reti in 30 presenze). Lo score negativo a Salerno (appena 4 reti) gli aveva fatto perdere la maglia biancorossa. Al termine della scorsa stagione la Salernitana ha scelto di non sborsare 7,5 milioni per riscattarlo dall’Hertha Berlino e allora l’ex Genoa ha optato per trasferirsi in Turchia. A guidare la Polonia non è più Fernando Santos, bensì Michal Probierz che ha allenato la punta nel 2017/18 al KS Cracovia.

“Sappiamo di essere migliori dell’Estonia. Giovedì bisogna dimostrarlo in campo. Sono convinto che ce la faremo, vinceremo questa partita – le parole di Piatek in un’intervista rilasciata al sito ufficiale della federazione polacca -. La squadra è pronta e concentrata. Molti giocatori hanno il ritmo della partita e stanno segnando. Dobbiamo mettercela tutta e battere l’Estonia. Sono felice che Michał Probierz, con il quale ho avuto il piacere di lavorare a Cracovia, sia diventato l’allenatore. Per oltre un anno mi ha fatto crescere molto e mi ha preparato per andare a giocare nei top club europei. Credo che grazie a lui miglioreremo”.

L’ex Genoa ha parlato della sua esperienza all’Istanbul: “Siamo una squadra importante, seconda solo a Galatasaray e Fenerbahce in campionato. Nelle partite casalinghe giochiamo quasi sempre in maniera offensiva, imponendo il nostro gioco. L’inizio di stagione è stato disastroso, non stavamo bene fisicamente e abbiamo perso quasi tutte le partite, anche quelle che teoricamente non avremmo dovuto perdere. Abbiamo perso sei delle prime sette partite, questo la dice lunga sulla nostra forma di inizio stagione. Sapevo però che col tempo l’atmosfera sarebbe migliorata e avremmo iniziato a vincere. Ed effettivamente è successo. Anche individualmente il momento è stato difficile. Poi è arrivato un periodo più tranquillo, la pausa per la Nazionale, durante la quale il nuovo allenatore ha avuto più tempo per provare la sua idea di gioco. Finalmente abbiamo trovato il nostro ritmo, abbiamo iniziato a vincere le partite e io ho iniziato a segnare. Non avevo dubbi che ciò sarebbe accaduto anche dopo il pessimo inizio di stagione. Sapevo che avrei potuto fare bene in questo club e in questo campionato. Questo club è diverso, ha una filosofia europea: ha un proprio centro di allenamento, uno stadio e tifosi più tranquilli. Avevo offerte da altri club turchi, ma ne ho scelto uno che sapevo fosse organizzato e dove c’erano meno pressioni esterne. Volevo trasferirmi in una squadra che domina e crea occasioni per l’attaccante. Il presidente del club ci mette pressione, perché la nostra rosa è tale che dobbiamo lottare per le coppe europee. Il Basaksehir va in Europa in ogni stagione. Non mi metto pressione su me stesso. Ho giocato nei massimi campionati europei per cinque anni, ho più di 150 presenze, quindi non ho pressioni per tornarci. Se ci sarà l’opportunità, lo farò. Altrimenti sarò molto felice di giocare ancora con il Basaksehir”.

La punta si è soffermata anche sulle sue parentesi ad Herta Berlino, Fiorentina, Salernitana e Milan: “L’Hertha mi comprò per un sacco di soldi, avevo un contratto importante. Non ho segnato tanti gol come in Italia, quindi l’Hertha non poteva vendermi per gli stessi soldi per cui mi ha comprato. E il mio contratto era tale che altri club non potevano offrirmene uno simile. È sorto un conflitto di interessi. La soluzione era andare in prestito. Sono andato alla Fiorentina, dove ho avuto un buon inizio, ma poi un leggero infortunio mi ha rallentato e dopo la società non ha voluto, né potuto offrirmi un contratto soddisfacente. Poi sono andato alla Salernitana. Un altro cambio in un breve lasso di tempo. Ci vuole sempre tempo per ambientarsi e per convincere il nuovo club ad acquistarti definitivamente. Quindi volevo lasciare l’Hertha dopo due anni, ma il trasferimento definitivo era finanziariamente impossibile. Sono stato ceduto in prestito e ho avuto otto o nove allenatori per due o tre stagioni. Ognuno di loro ha un’idea e un sistema di gioco diversi e ciò ha avuto un impatto negativo sulla mia forma. Perciò ho scelto la Turchia. Al Milan probabilmente ero troppo giovane e tutto è successo troppo in fretta ad un livello altissimo. Quando ti arriva una opportunità così non puoi rifiutare. All’inizio è andato tutto bene, poi quando le cose non sono andate bene ho capito che sentivo la pressione. Non riuscivo a ripagare le aspettative, anche se negli anni precedenti segnavo tanto. In un anno ho giocato 40 partite con il Milan e ho segnato 16 gol, poi c’era la concorrenza di Ibrahimovic. Poi ho iniziato a segnare meno e questo è ciò che la gente ricorda. Nel complesso sono contento di quello che ho ottenuto individualmente a Milano. Forse avrei fatto altre scelte. È stato un errore andare all’Hertha, ma al Milan rischiavo di non giocare e volevo andare agli Europei”.

Dì la tua!

Pubblicando il commento, dichiario di aver letto accuratamente il regolamento e di accettarlo per intero, assumendomi la piena responsabilità di ciò che scrivo. Presto il mio consenso al trattamento dei dati personali, ai sensi del d.lgs. N. 196/2003. La mia identificazione, in caso di violazione delle regole e di eventuali responsabilità civili e penali, avverrà tramite indirizzo IP e non tramite nick o indirizzo email sottoscritto.

La tua opinione conta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.





Advertisement

Seguici su Facebook

Advertisement

Altre news in News