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Pescara-Salernitana nel segno dei Rosati. Franco: “Con mio fratello granata già salvi. Domani sarà difficile”

Domani è indubbiamente una gara nel segno della famiglia Rosati. Domenico – per tutti Tom – dopo la carriera da calciatore ha iniziato quella da tecnico, durata praticamente fino alla morte avvenuta nel 1985 all’età di 56 anni. Fosse ancora tra noi avrebbe avuto dieci anni in meno rispetto alla Salernitana, a breve centenaria, che ha guidato (primo allenatore della storia a farlo) in tre momenti differenti conquistando la promozione in B nel 1966, sfiorando la stessa nella seconda esperienza (stagione 1970-1971). Nell’intervallo della terza ed ultima avventura ai piedi della città di San Matteo (stagione 1978-1979) ha guidato con successo il Pescara ottenendo il doppio salto dalla D alla B, ritrovando una nuova promozione in cadetteria con gli abruzzesi nell’annata 1984-1985.

Nell’edizione odierna del quotidiano Il Mattino, il fratello Franco, 76enne ed ex difensore col vizietto del goal, ne traccia il ricordo. Con il fratello-allenatore ha condiviso ben sette stagioni proprio tra Salernitana (in cui ha militato dal 1965 al 1971) e Pescara (ha difeso i colori biancazzurri dal 1972 al 1976): “Certo, se ci fosse stato mio fratello, forse a questo punto la Salernitana sarebbe stata già salva. Domani – annuncia – sarò all’Adriatico e farò il tifo per i granata”.

Sull’arrivo di Menichini, Franco Rosati è sincero: “Gli faccio un grande in bocca al lupo, ne ha bisogno perché può solo lavorare sulla testa, non può inventare nulla. Purtroppo la Salernitana si è complicata la vita da sola in questo campionato a dir poco ballerino. Attenzione, anche il Pescara stesso non è mica una squadra di fenomeni, ha avuto occasioni nel corso della stagione e le ha sfruttate. Ultimamente in casa ha rischiato parecchio, non vince da un po’ di tempo”.

Inevitabile una considerazione sulla gara di domani e sull’attuale momento vissuto dai granata: “Peccato che oggi la Salernitana debba pensare solo alla salvezza, meriterebbe la Serie A per passione e calore del pubblico – continua Franco Rosati – Credo che Lotito vorrebbe pure andarci volentieri, a dispetto di quel che si dice. Ma serve fare una squadra adeguata. Mi auguro che nell’anno del centenario si possa brindare almeno alla salvezza. Spero di esserci per la festa del 19 giugno. Se la Salernitana riesce a ritrovarsi, presta attenzione in difesa e a centrocampo, può ripartire in contropiede e colpire. L’importante è non concedere spazi agli avversari e stare guardinghi, perché se il Pescara passa può essere difficile”,

Nonostante viva a Pescara, Rosati tifa granata: “A Salerno ci ho lasciato il cuore. Ho vissuto sei anni tutti bellissimi, anche quando abbiamo perso il campionato nel testa a testa col Sorrento nel ’71, inciampando alla terzultima a Barletta. Non posso non ricordare il presidente Giuseppe Tedesco, con me si è comportato sempre come un padre, mi è stato sempre vicino. Anche Bruno Carmando e Bruno Somma sono state figure importanti in quegli anni, hanno fatto mille sacrifici – inevitabilmente Franco apre il cassetto dei ricordi – Nel ’66, da neopromossi in Serie B, arrivammo fino al sesto posto, battendo il Catanzaro. Lo ricordo come fosse ieri. E dico anche che, se avessimo avuto una società solida alle spalle, avremmo potuto spiccare il volo e puntare alla Serie A: le difficoltà economiche, però, ci impedirono di riprendere Pierino Prati dal Milan, i calciatori iniziarono tutti a pensare agli stipendi che non c’erano e… crollammo”.

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