I messaggi affidati agli striscioni, la scenografia che mette i brividi, cantare quel senso di appartenenza dando le spalle al rettangolo verde. Il tentativo di Candreva di chiedere “scusa” alla fine del match, l’assenza del patron Danilo Iervolino. L’ultima all’Arechi della Salernitana in serie A può essere riassunta così, al di là della prestazione dei giocatori in campo che lascia decisamente a desiderare, come la coda di una stagione cominciata male e finita nel peggiore dei modi.
Un’assenza sulle poltrone rosse della tribuna autorità che pesa, ma non tanto quanto quel messaggio iniziale che richiama all’identità e quella fine in cui il numero 87 avvicinatosi alla Curva Sud Siberiano ha tentato – senza risultati – di farsi “perdonare”. Fischi, ricordi, omaggi. Il primo a Gianluca Chiaiese, il giovane 37enne salernitano che ha perso la vita la scorsa settimana, poi a Loris Del Campo. Tutto intervallato dallo striscione per “Sasà Avallone, salernitano vero” che campeggiava sotto il “Salerno, Salernitana, Salernitanità: appartenenza” apparso sotto l’ippocampo con lo sguardo rivolto ad una città che vive di viscere e sangue, sempre, ovunque, comunque. Infine l’invito a tutti, tra gli obiettivi per il futuro: “Primo obiettivo: uomini veri che onorino questa maglia pronti a qualunque battaglia”.
Il sipario sulla serie A si è abbassato ma la passione, continuerà a dare spettacolo ovunque perchè “che importa se…”. Lo ribadiscono dalla Siberiano con un post lasciato al fiume social in serata: “Se te lo spiegano non capirai, se lo senti, se lo vivi allora si che capirai. Il concetto non è la retrocessione non è l’evento sportivo fine a stesso. Ciò che abbiamo fatto è portare i bambini al centro della scena. Ogni singolo dettaglio studiato con cura. I bambini a realizzare una coreografia che resterà per sempre nei cuori di chi ha vissuto un pomeriggio da ultras”. “Più di seicento piccoli cuori hanno risposto presente – scrivono gli ultras – Il messaggio lanciato è stato chiaro. Appartenenza, oltre la categoria oltre la retrocessione”. Quel legame e quell’eredità che non bisogna sperperare soprattutto per i più piccoli: “Ai bambini è stato spiegato che la “A” è una lettera dell’alfabeto. Ciò che conta è il cavalluccio che batte sul petto e pulsa nelle vene, il colore granata, quello della Salernitana 1919. Ogni singola impronta lasciata su quegli striscioni rappresenta un gesto d’amore e partecipazione. Non a caso le mani intinte nel granata accarezzano la scritta Salerno e affermano il senso di quella appartenenza che nessuna categoria avrà il potere di cancellare perché è inciso sul cuore. Genitori orgogliosi e raggianti, insieme a suggellare ciò che noi avevamo in mente. Le spiegazioni date per motivare le ragioni di quella coreografia ascoltate con la meraviglia e la purezza dei puri di cuore. Poi l’attestato di partecipazione come un regalo prezioso che in ognuno dei partecipanti rappresenterà un dono da custodire, da appendere in cameretta che testimonierà in futuro: io c’ero”. Cosa resterà di questa serie A? Come una canzone… “Ciò che resterà è un esempio di tifo autentico genuino e disinteressato. Quando si dice che il mondo del calcio è caratterizzato da interessi economici intrallazzi e dominato dalle tv e dal profitto. Noi abbiamo dimostrato che, invece, il calcio può essere qualcosa di diverso, e che noi ultras siamo sicuramente la parte sana del calcio, e che il nostro è un amore autentico, radicato nelle tradizioni e nell’amore incondizionato per i colori della squadra e per la città. Il nostro intento? Non disperdere quell’entusiasmo che è il vero nutrimento di cui le nuove generazioni hanno bisogno. Salerno, Salernitana, Salernitanità: appartenenza ben più di uno slogan. Rappresenta semplicemente il nostro manifesto. E quando si parla di Salerno – concludono – Salernitanità noi lo riferiamo a tutti i tifosi granata, alla meravigliosa provincia che si rivede nei nostri ideali lì dove batte forte il cuore a forma di cavalluccio e a tutti i fratelli granata in ogni parte d’Italia e sparsi nel mondo. Tutti facenti parte di un’unica famiglia. Avevamo ragione e la partecipazione all’iniziativa né è testimonianza. Il nostro ringraziamento a tutti gli intervenuti. Ciò che abbiamo ricevuto è qualcosa di eccezionale in termini di emozioni e motivazioni. La Salernitana è retrocessa? La Salernitana parteciperà solo ad un nuovo campionato. Non chiedo dove, ditemi quando, io ci sarò. Solcheremo lo stesso mare toccando lidi diversi in giro per lo stivale sempre con lo stesso ideale, a sostegno della nostra appartenenza. Che l’Italia lo sappia, Salerno non retrocede”.
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