BELEC 6. Fiorillo sembrava averlo scalzato e invece rieccolo tra i pali con il nuovo anno. Para col volto sul sinistro di Ilic al 17′, beffato dal rimbalzo ravvicinato. Attento sui tentativi locali, per la verità non irresistibili. A inizio ripresa in ritardo nell’uscita, rischia il malinteso con Gyomber che rimedia. Non perfetto sul pari veronese di Lazovic, si riscatta su Lasagna dalla distanza dopo l’1-2.
VESELI 6. Un rapido provino prima del riscaldamento dà esito positivo e va in campo. Gioca di posizione ed esperienza. Leggermente in ritardo sul pari veronese. Non ne ha più nel finale. (dal 40′ st KECHRIDA sv. Appena guarito dal Covid, ci mette l’anima. Sradica un buon pallone, dona corsa nel concitato finale).
GYOMBER 6,5. Fresco di matrimonio con la sua Elisa, contiene Simeone per i primi 45′ facendo le cose semplici. Ammonizione più che sciocca per aver tirato in porta a gioco fermo. Chiusura decisiva su Ceccherini a inizio ripresa, tiene bene anche Kalinic. Diligente e pulito, senza fronzoli.
GAGLIOLO 7. C’è Lasagna dalle sue parti spesso, lui lo conosce benissimo per averci giocato ben 88 partite assieme con la maglia del Carpi. Non rischia quasi nulla. Salva sulla linea a 3′ dalla fine, vale un gol e l’abbraccio dei compagni.
ZORTEA 5,5. A metà tra la paura di sbagliare e la voglia di strafare. Ma è quello che corre di più. Avrebbe la gamba per poter far meglio in fase offensiva come assistman e – nel secondo tempo – anche in zona conclusione: svirgola dalla distanza, poi manda alto da distanza ravvicinata dopo un buon inserimento. Scivola in occasione del pareggio di casa, ma già da qualche minuto da quella parte stava andando in sofferenza. Avrebbe la possibilità di rimediare qualche minuto dopo, presentandosi in discesa solitaria quasi a tu per tu con Pandur, ma litiga clamorosamente col pallone. Ha almeno il merito di procurarsi il calcio di punizione (che lo azzoppa, costringendolo a uscire) trasformato da Kastanos per il nuovo vantaggio. (dal 26′ st DELLI CARRI 6,5. Si piazza quinto bloccato, poi negli ultimi 5′ va a fare il braccetto. Attento e in palla, non lascia niente).
M. COULIBALY 6. Torna in campo dopo due mesi e mezzo. Non demerita, considerata la lunga assenza. Perde un pallone sanguinoso nel recupero del primo tempo, il Verona non ne approfitta. Nella ripresa va subito in debito d’ossigeno, comprensibilmente, gioca forse più di quel che avrebbe potuto e dovuto. (dal 31′ st CAPEZZI 6. Accompagna bene una ripartenza, poi si perde. Dà il suo contributo).
DI TACCHIO 6. Non velocizza la manovra in uscita, però fa sentire il fisico in fase di contenimento. Ciabattata al 35′ dal limite dell’area, comunque lucido nelle situazioni pericolose. Il miglior giallo speso nella sua stagione è quello dell’89’.
KASTANOS 7,5. La pennellata su calcio di punizione vale un voto altissimo per il coraggio e l’importanza, chiaramente, della rete in un momento così delicato per la squadra. Si immola in fase difensiva, nel primo tempo si addormenta in quella offensiva. Al quarto d’ora perde l’attimo giusto per il tiro. Goffo su Ilic poco dopo la mezzora, giallo sacrosanto. Batte maluccio quasi tutti i calci d’angolo, ma benissimo il calcio di punizione che toglie le ragnatele dall’incrocio dei pali e riporta i granata avanti. Un finale in crescendo, galvanizzato dal gol.
JAROSZYNSKI 7. Non giocava titolare in campionato dal 23 ottobre contro l’Empoli. Da allora, solo 40′ diluiti in 4 presenze, Coppa Italia esclusa. Ci mette tanta concentrazione. Un suo ottimo cross non viene sfruttato da Gondo sul finire del primo tempo. Inizio morbido nel secondo tempo, poi rialza il livello di attenzione. Cuore e dedizione alla causa: dalle sue parti il Verona non riesce a sfondare.
GONDO 7. Uno dei migliori in campo. A Cagliari la sua ultima apparizione dal primo minuto, in occasione dell’ultimo punto totalizzato dalla Salernitana. Una girata velleitaria dopo 5′ fa capire al Verona che comunque lì davanti c’è qualcosa. Prova a svariare lungo il fronte offensivo, quando arriva qualcosa di giocabile: è dinamico, volenteroso ed ha il merito di procurarsi il rigore del vantaggio. Impegna Pandur di testa seriamente al 38′. Nella ripresa vede l’inserimento di Zortea, ma il compagno non ne approfitta. Esce stremato, contributo preziosissimo. (dal 31′ st BONAZZOLI 6,5. Un quarto d’ora per dare più freschezza alle ripartenze e prendere qualche fallo utile. Entra con la testa giusta e conduce una ripartenza efficace, poi vanificata da Capezzi).
DJURIC 6,5. Punto di riferimento avanzato per spizzate e tentativi di difendere palla. Tiene comunque occupato Gunter. Lucidissimo dal dischetto, presenza fondamentale per dare peso al reparto. Prende botte e ne dà, è l’emblema di chi ci crede sempre. Unico neo nel finale: gestisce malissimo un potenziale contropiede e regala una pericolosissima ripartenza agli avversari.
ALL: COLANTUONO 7. Poteva e doveva vincere solo così, compatto, con testa, affidandosi agli episodi e resistendoi stoicamente. Già il fatto di esserci, alla prima del 2022, era una vittoria per tutti, visto come s’erano messe le cose a fine anno solare scorso. Ma prendersela anche sul campo, aiuta. Gli alibi non sono certo finiti, tra positivi a casa, altri assenti e il poco tempo avuto per allenarsi in gruppo con le quarantene che hanno influito a cavallo tra dicembre e gennaio. Partenza in affanno, il Verona – pur subissato di positivi – ha giocato nello scorso turno e sembra più fluido nella corsa e nei movimenti. Arrugginito l’undici di Colantuono, che resta basso – troppo – fin dagli albori di partita, lasciando completamente l’iniziativa agli scaligeri. Lontanissimi dalla porta, i calciatori granata fanno una tremenda fatica ad uscire dalla loro metà campo. Eppure, tengono botta con intelligenza e sacrificio. Così, alla prima occasione passano. Gondo si muove tantissimo, il recupero di un Mamadou comunque non al meglio dona qualcosa in più alla mediana. In avvio di secondo tempo il Verona appare confuso, la Salernitana non ha le forze per accelerare ed aspetta. Inizia a soffrire soprattutto sulla fascia di Zortea e da lì arriva il pareggio avversario. Ci pensa Kastanos su punizione e nell’ultimo quarto d’ora si pensa solo a buttare via il pallone. Il cavalluccio poteva e doveva vincere solo così.
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