SEPE 6. Ritrova una maglia da titolare a distanza di tre mesi esatti. Un’esitazione in uscita poco dopo il quarto d’ora, senza conseguenze. Impossibile far meglio sulla rete di Ngonge. Evita il raddoppio nel finale.
BRONN 5,5. Spende un giallo per evitare la ripartenza avversaria, poi mura Duda. Tagliato fuori sull’azione che propizia il vantaggio veronese, si riscatta parzialmente con un paio di chiusure preziose.
EKONG 6. Si attacca a Gaich e prova a fare il suo con tenacia. Alza bandiera bianca per infortunio (dal 37′ st GYOMBER sv. Spiccioli d’orgoglio finale).
PIROLA 6. Fa immediatamente sentire i tacchetti a Ngonge, cerca anticipi e buone letture. Non gli manca l’agonismo. Brivido su Doig in area, rigore revocato. (dal 35′ st VALENCIA sv. Difficile cambiare una partita a dieci dal termine, partendo largo. L’impegno, come sempre, non gli manca).
CANDREVA 4,5. Nicola gli chiede di tornare a sacrificarsi da quinto ma non è serata: Doig è peperino, Lazovic gli scappa sotto gli occhi in occasione del vantaggio. Si innervosisce quando vede che la giostra non va e rallenta i ritmi. (dall’11’st COULIBALY 6. Accende un minimo il carburatore rispetto ai compagni ma è poco e soprattutto tardi).
CRNIGOJ 4,5. Prima da titolare in granata. L’intento è quello di essere aggressivo ma il risultato è sconclusionato. Non trova la giusta posizione, è spesso in ritardo. (dall’11 st PIATEK 4. Hien “picchia” anche lui. La vede finalmente a tre giri di lancette dal 90′ e a tu per tu con Montipò si fa ipnotizzare fallendo il clamoroso pareggio.).
NICOLUSSI CAVIGLIA 4,5. Nicola gli dà fiducia dopo l’opaca prestazione dopo la Juventus, lui cerca di mettere ordine e carattere ma trova dall’altra parte tanto agonismo. Non riesce a creare geometrie, la squadra non gioca palla a terra. Disattento sul vantaggio dell’Hellas, forza giocate e distribuisce un altro paio di errorini. (dall’11’ st SAMBIA 6. Ci prova su calcio di punizione dalla distanza).
VILHENA 4. Un po’ mezzala, un po’ trequartista, molto fumo. Impreciso su tutto. Ammonito, era diffidato e salterà la Lazio.
BRADARIC 5,5. Nel primo quarto d’ora scavalla anche benino, però non punge. In ogni caso cerca di dare fastidio a Depaoli nella prima frazione, spegne l’interruttore per gran parte della seconda. Da qualche sua convergenza nascono i già pochi pericoli per la difesa gialloblù nel convulso finale.
DIA 5. Esce spesso dai blocchi per andare a recuperare qualche palla giocabile soprattutto dai quinti e favorire l’inserimento della mezzala di turno, cerca tuttavia troppo spesso di fare tutto da solo. Attenuante parziale è la costante ricerca di lanci lunghi che non favorisce uno con le sue caratteristiche. Cerca nel finale un lampo dal limite dell’area fuori di un nulla.
BONAZZOLI 3,5. Una maglia per rilanciarsi e rilanciare la sua Salernitana. Il Federico triste non cambia. Comincia con molta voglia di fare: chiama palla, va a prendersela, chiede scambi, a tratti eccessivamente. Sportivamente bullizzato da Hien, si affloscia troppo presto senza mai pungere. Irritante. Perde il pallone che dà vita all’azione del rigore poi annullato per il Verona.
ALL: NICOLA 4. Scelte coraggiose che il campo non ripaga affatto. Quella di tornare al 3-5-2, quella di mettere fuori Ochoa e di ridare fiducia a Bonazzoli e Nicolussi Caviglia, che aveva toppato la sfida contro la Juventus. Inizialmente i suoi vengono bene fuori dalle prime pressioni offensive avversarie ma creano un possesso sterile. A metà primo tempo il Verona si scrolla di dosso la timidezza e inizia ad affondare. Ci pensa… Ribéry a dargli una mano, alzandosi dalla panchina dopo un uno-due di occasioni ravvicinate per l’Hellas. Non serve. Dopo essersi specchiata in avvio con combinazioni nello stretto poco fruttuose, la Salernitana si raggomitola e subisce l’avanzata gialloblù con tanto di svantaggio. E via di lanci lunghi in avanti, dove non c’è un ariete. Poche idee davanti e tanta paura di beccare il secondo gol nella ripresa: quando il Verona va vicino al raddoppio con un elementare schema su punizione il cronometro segna il 54′. Cerca una scossa dai cambi: dentro Coulibaly, Sambia e Piatek per il passaggio al 3-4-3. Si rialza dalla panchina anche Ribéry a dare indicazioni alle spalle ma la squadra si sbilancia (senza mai impensierire Montipò) esponendosi a più di un pericolo. Non accade nulla perché tutto questo venga evitato, anzi. L’ansia aumenta, diminuisce il vantaggio sulla terzultima. La Salernitana è altamente pericolante e ha più di un problema da risolvere.
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