SEPE 5. Sul gol di Laurienté può fare poco. Nega il raddoppio a Thorstvedt con grande freddezza e fa altrettanto con un’uscita decisiva ancora sullo scatenato numero 45 neroverde poco dopo la mezzora. Indovina l’angolo sul penalty, ma non ci arriva. Evita il tracollo poco prima dell’intervallo, non nel secondo tempo quando – oggettivamente – vede sbucare maglie neroverdi a più riprese in zona tiro.
BRONN 4. “Rouge direct?”, si era chiesto sui social dopo il rude intervento in Brasile-Tunisia. Il pur bravo e temibile Laurienté diventa Neymar al Mapei: l’ex Metz lo soffre maledettamente e se lo vede passare dappertutto. Un errore di posizionamento al pronti-via concede la prateria all’avversario, che non ne approfitta: le avvisaglie di un pomeriggio difficile. Si oppone male al tiro del vantaggio sassolese. Pochi istanti dopo Thorstvedt lo manda al bar e Sepe salva. (dall’1′ st BRADARIC 4,5. Sembra abbia quasi paura di dar fastidio).
DANILIUC 4,5. Non malvagio su Pinamonti, ma buca l’intervento pericolosamente poco dopo il quarto d’ora. Lì dietro è quello fisicamente messo meglio, ma cola a picco pure lui. Molla Thorstvedt sul 3-0.
LOVATO 5. Esordio assoluto in gare ufficiali con il cavalluccio sul petto. È un figlio della sosta: l’ha utilizzata per tornare atleticamente presentabile dal primo minuto. Lo dimostra al 31′, quando tiene testa allo scattista Laurienté e lo limita nella sua discesa, favorendo l’uscita di Sepe. Poi, annaspa con gli altri. Almeno mette minuti.
CANDREVA 5. Viaggia discretamente sul binario, però predica nel deserto nel primo tempo. Si perde nel marasma.
COULIBALY 4,5. Non carbura. Perde il sanguinoso pallone che genera il contropiede del 3-0 dei padroni di casa. Sbaglia tutto quel che può sbagliare: irriconoscibile.
MAGGIORE 4. Diastroso. Banalità della domenica: non è un palleggiatore, non riesce a ripulire i palloni che passano dalle sue parti, che restano grezzi. In questa partita, l’assenza di un play vero si fa sentire più che mai. Troppi errori, poca lucidità. Nel paniere ci mette pure il fallo da rigore. (dall’1′ st RADOVANOVIC 4,5. Si piazza playmaker come i vecchi tempi, ma i vecchi tempi sono andati e viene, per giunta, da un infortunio. Fa fatica).
VILHENA 4,5. Male, molto male, nella lettura delle giocate offensive e nel contenimento (assente) di Frattesi. Non riesce a inserirsi, non riesce a cambiare passo, non riesce a incidere, non riesce. (dal 59′ BONAZZOLI 5. Si presenta con il solito tiro dalla distanza da solista. Subito nervoso – anche con i compagni – e inconcludente).
MAZZOCCHI 5,5. Cerca di sgasare, ma nel primo tempo ha il freno a mano tirato. Servito anche poco, per la verità. L’unica volta che è messo in condizione di infilarsi negli ultimi sedici metri dà un gran pallone a Dia che dilapida. Solita prova onesta in fase difensiva. (dall’80’ KASTANOS sv).
DIA 4,5. È tra i giocatori convocati in Nazionale che ha giocato di più durante la sosta, insieme a Botheim e Kastanos. Fisicamente è pure pimpante, ma spreca troppo. Cerca di trasformarsi in assist-man per Piatek più di una volta in avvio, poi è lui a divorarsi le due occasioni più ghiotte per il pareggio momentaneo. Cala anche atleticamente nel secondo tempo. (dall’80’ BOTHEIM sv).
PIATEK 5. Cercato esclusivamente con lanci lunghi nella prima metà della prima frazione. Cerca di muoversi in maniera produttiva, ma tra Erlic e Ferrari finisce ingabbiato. Squillo prima dell’intervallo con la testa: Consigli è reattivo ma c’era un fallo in attacco. Sgomita pure nel secondo tempo, ma non gli arriva un granché di giocabile.
ALL: NICOLA 4. Preoccupante involuzione. Cambia un solo uomo rispetto al match pre-sosta. L’unica novità è Lovato, dopo quel “ci sto pensando” che sapeva tanto di “ho già deciso”. La novità è anche una Salernitana imbambolata nell’atteggiamento, come raramente si era visto nella gestione del tecnico piemontese. Non riesce a limitare il Sassuolo, che scappa – con più maglie – da tutte le parti. Poca vitalità in ripartenza. Non convince la scelta di insistere con Maggiore play e di dare fiducia a Bronn dopo la scoppola internazionale. Nella seconda parte della prima frazione cerca dapprima una scossa con Vilhena trequartista (3-4-1-2), poi si mette a specchio con Candreva e Dia esterni d’attacco. Perfeziona il 4-3-3 nell’intervallo, con Mazzocchi a destra e l’inserimento di Bradaric a sinistra; in regia entra Radovanovic. Becca il terzo e poi dà spazio a Bonazzoli, ma l’elettroencefalogramma è piatto. Zero idee, zero reazione, zero incisività anche dei subentrati. Anche Dionisi incarta la partita e la porta a casa.
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