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Pagellone Salernitana-Verona: Daniliuc-Gyomber di ferro, Bonazzoli intermittente

SEPE 5,5. Non è posizionato benissimo su Gunter, lo salva la traversa nel primo tempo. Ha grosse responsabilità sul pari veronese: “Esco, non esco”, alla fine resta impalato, non esce e sbaglia di grosso. Anche l’ex compagno Verdi gli dà una mano (palo al 33′ st).

GYOMBER 7. L’essenza del difensore vecchia maniera. Non è bello, ma è efficace. E quindi piace.

DANILIUC 7. Tiene a bada Henry senza particolari affanni. Non super protagonista nell’impostazione, un paio di sbavature che non macchiano la prestazione. Nella ripresa gli tocca Djuric, mette la museruola anche a lui.

PIROLA 6. Gettato nella mischia in fretta e furia a causa dell’infortunio occorso a Lovato nel riscaldamento. Soffre un po’ all’inizio, ma è fisiologico dover prendere le misure: eccezion fatta per l’esperienza in U21, non giocava dalla partita estiva di Coppa Italia contro il Parma. Si dimentica di Gunter in occasione della traversa scaligera. Col passare dei minuti va un filino meglio.

CANDREVA 5,5. Sprazzi di classe, spinge poco ma gestisce molto bene palloni scottanti nel primo tempo. Finisce prestino la benzina. Un calcio di punizione alle stelle nel secondo tempo, quando soffre più del dovuto le incursioni di Doig. A 5′ dal termine si trova – suo malgrado – sulla traiettoria del missile di Mazzocchi destinato in porta. (dal 44′ st SAMBIA sv. In pochi minuti becca un giallo).

MAGGIORE sv. La sua partita dura appena sei minuti, poi si accascia per infortunio muscolare. (dal 9′ VILHENA 6,5. Sa di aver dato pochissimo col Sassuolo, la partenza dalla panchina dovrebbe essere motivante ma lo è per metà. Subito un gran tacco, replica più volte. In fase di contenimento è presente, meno quando si tratta di dare l’ultimo passaggio decisivo: nel secondo tempo si perde, ma risorge in occasione del gol di Dia in cui ha un ruolo fondamentale).

RADOVANOVIC 5. Fascia da capitano al braccio, ritorno al ruolo che ha occupato per una vita. Con i suoi ritmi tutt’altro che forsennati, ma anche con ordine, grande esperienza e carattere. Quel che serviva in un pomeriggio delicato. Brivido in occasione del rigore concesso e poi revocato al Verona. Ultima mezzora in apnea, gli si annebbia tutto quando va a questionare con la panchina veronese: Ghersini lo caccia fuori.

COULIBALY 7. Tutt’altra cosa rispetto alle due precedenti partite piuttosto opache. Sguscia, ragiona e martella. È tornato Lassana, il carrarmato. Con il passare dei minuti spende tantissimo,

MAZZOCCHI 6. Meno brillante del solito, ma contributo sempre importante per 40′. Sgasa sul finire di partita e scaglia un destro che sarebbe stato imparabile per Montipò, ma Candreva devia involontariamente.

BONAZZOLI 6. Una grande occasione, non la sfrutta pienamente. Vorrebbe subito spaccare il mondo: un paio di iniziative che lo vedono sbattere sugli avversari, una bella apertura, un ripiegamento difensivo arrendevole su Hien e poi l’assist pregevole per il suo simile, l’altro pistolero. Che gli vale la sufficienza in un’ora di lampi positivi, ma soprattutto lampi distruttivi. Al 36′ gli si annebbia al cervello e ferma… Coulibaly lanciato verso la metà campo avversaria. (dal 14′ st BOTHEIM 6. Lotta, per carità, ma vede pochissimi palloni. Entra quando la squadra è fin troppo bassa. Fa la cosa giusta con la sponda vincente per Dia).

PIATEK 6,5. Andamento lento all’inizio, ma si accende al 18′ e si costruisce l’azione del vantaggio: salta più in alto sulla trequarti per propiziare l’assist di Bonazzoli, poi s’inserisce, resiste alle cariche e fredda Montipò. Ingenuo in occasione dell’ammonizione rimediata poco dopo su Verdi. Spara altissimo nel recupero della prima frazione, sbagliando scelta. Copia e incolla dopo dieci minuti nel secondo tempo. (dal 14′ st DIA 7. Fatica ad entrare in partita per mezzora, poi trova il gioiello a giro che vale tre punti).

ALL: NICOLA 6,5. Non si è rivista la Salernitana di inizio stagione, ma neppure quella di Reggio Emilia. Timidi passi avanti sotto il profilo della reazione nervosa. Il tecnico cambia quattro uomini rispetto alla sfida col Sassuolo, uno per scelta obbligata (Pirola), ma i piani gli saltano definitivamente dopo 6′, quando Maggiore si accascia ed è costretto a uscire. La Salernitana scende in campo tesa e lascia l’iniziativa agli avversari. Il gol di Piatek sblocca l’impasse anche mentale e riconsegna la squadra pre Lecce. La scelta di Radovanovic play è indicativa e il serbo risponde con le sue caratteristiche. Ma non dura tanto. A inizio ripresa i granata partono come nel primo tempo: bassi, timorosi, permissivi soprattutto con Verdi. Nel frattempo, Cioffi ha inserito Djuric ed il pericolo dei cross laterali è sempre dietro l’angolo, Nicola lo sa bene. È proprio così che l’Hellas arriva al pari, sebbene sia di De Paoli la deviazione vincente. I granata si freezano, il gioco continua a ristagnare, ci si affida a lanci infruttuosi. Sembra destinato tutto al pareggio, poi ci pensa Dia.

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