BELEC 7. Subito attento su Laribi al 6′. Padrone indiscusso dell’area piccola (e non solo) sulla maggior parte degli spioventi. Quando entra Menez riscatta il gol subito un anno fa e risponde presente.
GYOMBER 7. Il solito Norbert, anche qualche metro più a destra: l’obiettivo è alzare il muro, chiunque capiti a tiro. Ottime letture, non si risparmia.
STRANDBERG 7,5. Controlla agevolmente Montalto. Testa sempre alta e voglia di impostare, è granata da meno di un mese ma già conclamato leader di reparto. Traccia linee di passaggio che non ci sono, guida la difesa con compostezza ed eleganza.
BOGDAN 6. Un po’ a sorpresa titolare sul centro sinistra del pacchetto arretrato, non soffre particolarmente in avvio. Poi però si perde in due occasioni Rivas e per poco il 99 ospite non trova il bersaglio. Nel secondo tempo scende in campo più deciso e si vede. Molla per crampi, Castori non rischia e lo tira fuori dalla contesa. (dal 20′ st AYA 6. Al primo affondo Menez lo elude. Provvidenziale di testa ad anticipare Rivas).
KECHRIDA 7. Si trova di fronte il connazionale Laribi. Paga un po’ l’emozione in avvio, poi libera le gambe e mette un cioccolatino sotto il naso di Bonazzoli al 24′ dopo un bell’uno-due con Mamadou. Copia-incolla, stavolta vincente e con tanto di tunnel a Di Chiara, in occasione dell’assist per il raddoppio. Ha rapidità e sfrontatezza, ma può e deve migliorare nelle letture difensive.
M. COULIBALY 6,5. Apre troppo il piatto al quarto d’ora concludendo da posizione più che invitante. Lunghe leve utili e con ampi margini di crescita dal punto di vista dei… polmoni. Eppure regge fino alla fine: encomiabile uno slalom all’85’ che Kristoffersen non sfrutta per ripartire.
L. COULIBALY 5,5. Esordio assoluto in granata. Si piazza al centro della mediana e cerca verticalizzazioni rapide, come chiede il mister. L’aggressività dei dirimpettai reggini gli fa capire che il calcio italiano non è solo lotta. A vuoto in un paio di occasioni, capisce l’antifona sul finire di primo tempo con un recupero strappa applausi. Non mancheranno, però, altre incomprensioni. In linea di massima, una fisiologica ruggine: non giocava una gara intera dal 25 aprile e ha saltato il precampionato, una prima appannata ci può stare. Rimandato, anche se ci mette tanta volontà. (dall’11’ st DI TACCHIO 6,5. Si mette lì nel mezzo e gestisce il doppio vantaggio. Ordine e disciplina).
OBI 6. Motorino fin dalle fasi iniziali, morde tutto ciò che veste di bianco anche con troppa irruenza, ma sempre in maniera efficace per interrompere i possessi amaranto. Si propone raramente in fase offensiva nella prima frazione. Fourneau lo grazia prima dell’intervallo quando frana su Cionek e rischia il giallo. (dal 12’st CAPEZZI 7. Inizia subito come ha finito il 2020/21, a tutto campo: esce sui terzini, pressa, si inserisce volentieri in attacco, distribuisce palloni con eleganza. Bel controllo di petto alla mezzora della ripresa, tiro ciabattato. L’assistente Lanotte gli nega la gioia del tris).
RUGGERI 7,5. Inesauribile, scavalla sull’out mancino che è un piacere. Prestazione perfetta, non poteva esserci miglior biglietto da visita per il 19enne. Potente quando serve, pulito sempre anche nel contenere Ricci, a cui lascia le briciole. Bella palla dalla trequarti al 23′ per la testa di Djuric, prove generali dell’assist che realizza per il vantaggio di Bonazzoli.
BONAZZOLI 8. Fa subito quel che deve, senza se e senza ma: i gol, due e decisivi, “mitragliando” e chiamando l’entusiasmo del pubblico. Primo lampo al quarto d’ora: mezzaluna per evitare il fuorigioco a centrocampo e attacco della profondità, chiudendo l’azione con palla a rimorchio per Coulibaly; è una delle richieste specifiche di Castori. Cerca spesso il cambio gioco di prima intenzione. Sciupa a metà primo tempo da distanza ravvicinatissima, si rifà a pochi istanti dall’intervallo: riceve da sinistra, controllo elegante, palleggio per smarcarsi al tiro e sinistro radente che lascia di stucco Micai. Chirurgico sul raddoppio. (dal 37′ st KASTANOS sv. Pochi minuti da mezzapunta dietro Kristoffersen per assaporare il granata. Pasticcia e serve male il norvegese nel finale).
DJURIC 6,5. Fascia da capitano e tanta responsabilità. Fa il suo: sportellate ed elevazioni al servizio della squadra. Non riesce ad approfittare di un paio di uscite dell’ex compagno Micai. (dal 36′ st KRISTOFFERSEN sv. Spiccioli di gara. resta imbambolato in fuorigioco su una ripartenza costruita dal nulla da Mamadou. Ci mette il fisico sì dove deve).
ALL: CASTORI 7. Buona la prima ufficiale, tira fuori dai suoi grandi motivazioni. Vira su un centrocampo quasi tutto africano e tiene in panchina Di Tacchio, squalificato per la prima di campionato di Bologna. Insomma, un vero e proprio test in vista del match di domenica prossima al Dall’Ara. La squadra risponde bene sotto il profilo fisico, pur contro una Reggina vivace: alla prima ufficiale è castorizzata fino alla fine. Non rischia nulla, lasciando agli avversari solo iniziative dalla distanza. Rodaggio per Lassana, bisognoso ancora di tempo. Nei primi 45′ è una Salernitana anche a tratti leggermente più piacevole di quella soltanto operaia dello scorso anno: aria e applicazione dalla linea dei venti metri in su, immutata tenacia in fase difensiva. Non è un caso se i due palloni che Bonazzoli trasforma in gol arrivano dalle corsie laterali. Piccolo neo: troppo rari gli appoggi su Djuric – con annesso scarico laterale – che compaiono a macchia di leopardo.
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