SEPE 5,5. Nemmeno un giro di lancette e viene subito impegnato. Braccia conserte fino al 43′, quando esce completamente alla cieca, facilitando il compito a Ceesay per lo 0-1. Irraggiungibile il destro di Strefezza.
BRONN 5. Tenta di aggredire Banda fin dall’inizio per mettergli pressione, ma non sarà serata. Il numero 22 salentino lo surclassa in quanto a rapidità nei movimenti e scappa via quasi sempre. Barcolla anche nel secondo tempo.
DANILIUC 6. Impetuoso nelle chiusure, bene nel gioco aereo, testa alta. Ceesay gli prende pericolosamente il tempo dopo 11′. Si esalta con un intervento provvidenziale e pulitissimo tre minuti dopo in area su Banda. Sul gol del Lecce prova a contenere come può il più veloce gambiano, ma non osa con una scivolata disperata che avrebbe potuto salvare capre e cavoli. Strefezza gli sposta rapidamente il pallone davanti e trova il jolly dell’1-2. Resta comunque uno dei pochi a salvarsi.
GYOMBER 5,5. Torna titolare per effetto della squalifica di Fazio. Nicola gli chiede di attaccarsi all’uomo e non mollarlo, la specialità della casa. Di Francesco, a dire il vero, gli crea più di un grattacapo. (dall’1′ st BRADARIC 4,5. Un’altra chance non sfruttata, giudizi fotocopia rispetto alle precedenti: timidino, gracilino, scolastico, a tratti controproducente. Unico lampo nel recupero con il cross al bacio per Valencia. Decisamente poco per uno col suo curriculum).
CANDREVA 5,5. Un po’ sotto tono. Un po’ troppo. Su quella corsia i pugliesi viaggiano. Solo un cross interessante nell’arco dei primi 45′. Un pizzico più incisivo nella ripresa e non solo perché ha il merito di battere l’angolo che propizia l’autorete di Gonzalez. Tenerlo sullo stesso binario di Mazzocchi ha i suoi pro, perché sa che può avere un alleato negli inseguimenti difensivi. Spende tanto. (dal 37′ st VALENCIA 6,5. Nelle poche occasioni in cui tocca palla, prova a fare la cosa giusta. Si muove tanto, vorrebbe spaccare il mondo ed ha sulla testa la palla del possibile pareggio. Meriterebbe un’opportunità pure lui dall’inizio).
COULIBALY 5. Va subito in gol ma il Var lo pizzica in offside. Ammonito (ingiustamente) al 10′, un giallo che lo condizionerà in fase di non possesso; la partenza sembra buona, però poi si rannicchia su se stesso e combina poco. (dall’1′ st KASTANOS 4. Non entra in partita, occupa male il campo e perde tantissimi palloni. Nel recupero ha la porta spalancata davanti, ma spreca malamente).
MAGGIORE 5. Sempre in ritardo sugli avversari, lavora pochi palloni e male nella prima frazione. Nella mediana a due va un filino meglio, ma non è lui il “costruttore”. Tanti lanci nel vuoto.
VILHENA 4. Spento per 45′, imbalsamato, impiega troppo tempo per pensare col pallone tra i piedi e si nasconde. Inizia il secondo tempo da ala sinistra con tendenza o licenza di accentrarsi, ma resta impalpabile.
MAZZOCCHI 6. Galvanizzato dalla convocazione in Nazionale, scende in campo con la fascia da capitano al braccio in premio. Cerca la rovesciata spettacolare, ma nel primo tempo fa fatica a carburare. Lampo al 37′ con un interessante cross che Piatek dilapida, poi sceglie di schiacciare a terra con la testa il servizio di Candreva. Perde malamente il pallone che genera la ripartenza-gol di Ceesay. Nel secondo tempo fa il terzino destro per contenere Banda, la missione riesce, ma le scorribande nella metà campo avversaria scompaiono. Addomestica palloni non facili, uno dei pochi a mollare.
DIA 5. Non riesce a trovare le misure alla marcatura avversaria ben progettata. La difesa orchestrata da Baroni gli impedisce di attaccare la profondità come vorrebbe Nicola. Prende una botta alla schiena e abbandona la contesa anzitempo senza aver scritto righi importanti nella storia della partita. (dal 31′ st BOTHEIM 4,5. Non trattiene mai palla, finisce ingabbiato nella coppia centrale ospite).
PIATEK 5,5. Volenteroso, non la becca mai per quasi un’ora. Poi comincia a mettere bandierine nell’area leccese: il filtrante di Maggiore è succulento e solo un super Falcone gli nega la gioia del gol. Poco dopo centra il tempo dell’inserimento ma sbaglia la mira su suggerimento di Candreva. (dal 21′ st BONAZZOLI 4,5. Impatto zero sulla partita. Si fa notare per qualche discussione o per un paio di rotolate per terra).
ALL: NICOLA 5. Sceglie la linea della continuità e cambia un solo uomo per obbligo. Dopo una fiammata iniziale, la squadra resta bassa, troppo. Quando trova campo non punge e becca le ripartenze delle velocissime punte leccesi. Lo svantaggio all’intervallo è meritato. Questione di stanchezza? Difficile dirlo. Anche il Lecce ha giocato domenica la precedente partita, ma corre al doppio della velocità. Per risolvere un oggettivo problema a centrocampo, inserisce Kastanos e Bradaric, ma soprattutto cambia modulo: si ripresenta in campo col 4-4-2, piazzando Mazzocchi di nuovo a destra, la fascia di Banda che nella prima frazione aveva fatto il bello ed il cattivo tempo. La correzione a destra chiama un indebolimento a sinistra, dove Bradaric non spinge. Serve un episodio – l’autogol – per riportare però tutto in equilibrio. L’adrenalina sale ma non consente di ribaltare l’inerzia della gara, perché gli ospiti non escono affatto dalla gara. E la vincono meritatamente. Nel finale tanta confusione che favorisce la gestione dei salentini. Brusco risveglio.
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