Connect with us

News

Pagellone Salernitana-Lazio: Vilhena e Piatek impalpabili, Lassana se la gioca

SEPE 5,5. Vince il primo ballottaggio con Ochoa. Risponde presente sul diagonale insidioso di Immobile al 19′, dice di no a Pedro un quarto d’ora più tardi. Incolpevole sul primo gol capitolino, esce tardi sull’azione in cui poi commette l’evidente fallo da rigore dello 0-2. È l’unico errore, per carità pesante, della sua partita. Parte del pubblico lo fischia (ingenerosamente), lui risponde parando il penalty allo scadere a Luis Alberto evitando un passivo più pesante.

BRONN 4. Riesce a perdere punti nel finale di partita nel giro di un minuto. Partenza ordinata, ora braccetto, ora (più) terzino. La presenza di Pedro largo dalle sue parti lo tiene in costante allarme, lui reagisce benino. Sullo 0-1 rischia la frittata del raddoppio, poi in acrobazia sfiora il pareggio. Regala alla Lazio il secondo rigore e si fa scioccamente espellere per proteste.

DANILIUC 6. Una chance importante, non giocava dal derby contro il Napoli. Molto attento, mura e fa ripartire nella prima metà di gara. Talvolta si fida troppo dei suoi mezzi in zona pericolo, gli va bene. Sempre alla ricerca della palla nel gioco aereo. Nel secondo tempo cerca di contenere Immobile al meglio ma fatica di più; è certamente il migliore del reparto arretrato.

PIROLA 4,5. Occhi sempre su palla e avversario per un’ora. Poi però si distrae clamorosamente, dopo aver guadagnato un giallo per una netta cintura su Felipe Anderson, e spiana la strada a Marusic nell’azione del vantaggio di Immobile. Pochi minuti più tardi lascia scorrere un pallone e non protegge l’uscita di Sepe: frittatona che causa il rigore del raddoppio. Da lì in poi esce dal match. Un peccato perché prima di allora aveva tenuto distanza breve con i compagni di reparto senza lasciarsi irretire dai continui tentativi di uno-due dei biancocelesti. (dal 30′ st LOVATO 5,5. Un quarto d’ora a partita già compromessa. Se la cava).

BRADARIC 5. Due pericolosissimi cross in avvio. Si propone spesso e volentieri nella metà campo laziale, mentre nella sua è più confusionario con la palla tra i piedi. Si lascia colpevolmente attirare dalla palla nell’azione che spiana la corsia a Marusic per il vantaggio ospite. Una volta sotto di un gol si spegne.

CANDREVA 5. Si attacca a Luis Alberto ma non disdegna sortite offensive. Prova due volte la conclusione in avvio e va vicino al vantaggio a 5′ dall’intervallo. Bene nel primo tempo, invisibile nel secondo.

COULIBALY 6. Sradica qualche buon pallone e sombrereggia come ai vecchi tempi ma sono giocate che restano lì, senza sbocchi. L’unico a reggere dignitosamente.

CRNIGOJ 5. Titolare un po’ a sorpresa dopo l’oggettivo brutto approccio di Verona. Partita dai due volti: efficace quando non ha la sfera tra i piedi e si tratta di correre ed inseguire, perché ha una buona condizione atletica. Nei casi in cui si tratta di ricamare fa più fatica. Erroraccio in disimpegno e poi toppa sul suo stesso errore in apertura di ripresa. (dal 30′ st SAMBIA 5,5. Entra e fa il terzino. Prove generali per il Monza).

VILHENA 4,5. Nei primi 20′ è dedito maggiormente al contenimento. Gli tocca Vecino. Quando c’è da ribaltare il fronte è disattento e molle, commette banali errori tecnici. Sousa lo lascia giustamente negli spogliatoi all’intervallo. (dall’1′ st VALENCIA 4,5. Parole al miele per lui in conferenza da parte dell’allenatore, lui combatte ma non riesce a ricambiare la fiducia. Inconsistente).

BONAZZOLI 4,5. Si arrotola nei suoi soliti leziosismi che spalancano la strada a giocate infruttuose e talvolta nocive. (dal 14′ st KASTANOS 5. Subito dopo il suo ingresso la gara si mette in salita. Cerca di dare dinamismo, affoga nelle difficoltà psicologiche del gruppo).

PIATEK 4,5. Sousa gli chiede di mantenere la squadra corta e fa un lavoro dispendioso. Si impegna ma non è uomo da sponda, smistamento e trattenuta della palla per far salire i compagni. Patric – non esattamente un marcantonio – lo argina senza particolari difficoltà. Poca incisività negli ultimi venti metri, manca anche precisione negli scambi. L’aiuto sulle palle inattive a sfavore non basta a raggiungere la sufficienza. (dal 30′ st BOTHEIM 5. Non ne becca una in un contesto oggettivamente difficile).

ALL: SOUSA 5,5. Giacca, panciotto e cravatta. Il dress code è diverso dal predecessore, pure la compattezza della squadra nel primo tempo, corta e guardinga in avvio con un 4-2-3-1 molto camaleontico: a Coulibaly e Crnigoj il compito di mettere muscoli a protezione della linea difensiva, con Candreva e Vilhena intermedi tra mediana e attacco insieme a Bonazzoli, centralmente a sostegno di Piatek. A sinistra la spinta è affidata molto a Bradaric, a destra a Candreva. La squadra è corta e vogliosa, prova a concedere il meno possibile alla Lazio però riesce a ripartire con poca frequenza, eccezion fatta per un paio di lampi iniziali. Riesce a trascinare lo 0-0 al riposo non senza affanni, poi prova a giocarsela meglio con Valencia al posto di un impalpabile Vilhena e Kastanos in luogo di Bonazzoli. L’effetto è che… la Lazio passa due volte e la testa per reagire non c’è. Il problema sembra essere sempre quello ed il trainer portoghese non ha la bacchetta magica: serve tempo, anche se ce n’è pochino. Aspetta e raggruppa tutti nel cerchio di centrocampo a fine partita per dare una parola di conforto e carica.

Dì la tua!

Pubblicando il commento, dichiario di aver letto accuratamente il regolamento e di accettarlo per intero, assumendomi la piena responsabilità di ciò che scrivo. Presto il mio consenso al trattamento dei dati personali, ai sensi del d.lgs. N. 196/2003. La mia identificazione, in caso di violazione delle regole e di eventuali responsabilità civili e penali, avverrà tramite indirizzo IP e non tramite nick o indirizzo email sottoscritto.

La tua opinione conta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.





Advertisement

Seguici su Facebook

Advertisement

Altre news in News