SEPE 6,5. I pericoli maggiori arrivano dalla testa di Cabral nei primi 45′, lui risponde sempre presente anche nelle uscite. Ha poche responsabilità sul gol di Saponara.
GYOMBER 7,5. Pulito, calmo, efficace. Un computer programmato per chiudere spazi, da almeno un mese gioca su livelli altissimi. Il suo programmatore ha fatto ancora una volta un ottimo lavoro. Gestisce con intelligenza la grossissima fetta di partita con l’ammonizione pendente.
FAZIO 7. Leader della retroguardia. Piccolo neo su Gonzalez che al quarto d’ora si tuffa da solo in area e non aggancia. Poi, solo cose buone. Il gol di Marassi lo ha rigenerato.
RANIERI 6,5. Si esibisce in un tunnel che strappa applausi in apertura. Tiene particolarmente alla gara (il suo cartellino è del club toscano) ed alza il muro su Ikoné nella prima frazione. Stessa e identica concentrazione a inizio ripresa: subito una chiusura importante su Saponara lanciato a rete. Molle, però, su Odriozola quando dalle sue zone parte il cross del pari.
MAZZOCCHI 7. Scavalla che è un piacere, ci mette un ardore incredibile. Poi, però, qualche volta esagera dopo essere venuto fuori da situazioni ingarbugliate. Il duello con Biraghi è interessante e nel primo tempo la missione di limitarlo riesce abbondantemente. Nel secondo tempo si galvanizza in un paio di discese, poi inizia ad andare in debito e si gestisce.
EDERSON 6,5. Il sombrero brasileiro dopo una dozzina di minuti fa gongolare l’Arechi. Giganteggia su Duncan e sbaglia una sola lettura, quando al 20′ cerca una conclusione velleitaria anziché servire Zortea. Meno incisivo del solito in zona offensiva, solito grande contributo in interdizione.
BOHINEN 7. Personalità e sicurezza nelle giocate. Mette sulla testa di Djuric il corner del vantaggio, recupera, rintuzza e riparte. Mette la museruola ad Amrabat e dà sostanza alla sua prestazione anche nel gioco aereo. Peccato per l’inserimento in leggero fuorigioco sul gol annullato.
L. COULIBALY 6,5. Subito arrembante, si butta nello spazio e contribuisce a contenere uscendo all’occorrenza su Biraghi o Maleh. Il suo piede destro è un piccone che s’infila sulle difese della palla avversarie. Nel secondo tempo è più stanco e già a Udine aveva dimostrato di essere in calo. Esce stremato tra gli applausi del pubblico. (dal 30′ st KASTANOS 6,5. Ci mette intelligenza e sagacia tattica).
ZORTEA 6. Inizia col piglio giusto, nonostante il piede invertito: passano due minuti e mezzo e serve a Verdi un cioccolatino che il compagno non riesce a scartare fino in fondo. È propositivo e utilissimo lì: un suo traversone rasoterra propizia la terza occasione granata in 8′. Si fa ingolosire a 10′ dall’intervallo provando un destro a giro anziché servire il compagno più vicino. Contiene bene le folate di Gonzalez, un osso duro. Nella ripresa inizia a patire la fatica e commette alcune ingenuità come quella su Odriozola che favorisce l’assist del pareggio viola. (dal 30′ st RUGGERI 7. Quell’infortunio di Torino grida ancora vendetta. Ad avercelo avuto tutto l’anno, questo promettente ragazzo. L’anticipo che dà vita alla ripartenza del 2-1 è magistrale, ci crede e va anche al cross su cui Igor dorme e Bonazzoli si fionda).
VERDI 6,5. Non poteva non essere lanciato dal primo minuto dopo il gol vittoria di Udine. Al pronti-via strozza l’urlo in gola ai tifosi calciando sull’esterno della rete; un altro paio di giri di lancette e sfiora la traversa. Slalomeggia che è un piacere, è in fiducia. Esce probabilmente per una noia muscolare all’intervallo. (dall’1′ st RIBÈRY 6. Vorrebbe spaccare il mondo contro il suo recente passato, ma col suo ingresso la squadra si abbassa pericolosamente. Regala agli avversari la rimessa da cui poi nasce il momentaneo pareggio, ma è lucidissimo nel servire Ruggeri nell’azione del raddoppio campano. Prende falletti importanti per respirare.).
DJURIC 7,5. Rientro prezioso dopo la squalifica. Passano 9′ e porta in vantaggio i granata con la sua specialità. Prima ancora con un ottimo velo aveva generato l’occasione per Verdi da cui era nato l’angolo decisivo. Un pericolo costante per gli avversari sulle palle alte. Dov’è la novità? Dopo l’ora di gioco è stanchissimo. Esce con la standing ovation del pubblico. (dal 30′ st BONAZZOLI 8. Come i suo gol in campionato. Fa vedere tutto il suo opportunismo e mette la zampetta felpata, chirurgica, fulminea sulla dormita di Igor).
ALL: NICOLA 7,5. Non cambia assetto tattico, ma tre uomini sì, un po’ per scelta e un po’ per necessità, vista l’indisponibilità di Radovanovic. Il “privilegio” dei 20mila trascina i suoi in avvio: indemoniati, i granata, che confezionano tre nitidissime palle gol in otto minuti. Alla quarta passano in vantaggio più che meritatamente. La gioca pure lui, in panchina. Nell’intervallo dà una chance a un carichissimo Ribéry senza stravolgere l’assetto. La Fiorentina è più convinta nella seconda frazione e schiaccia un po’ i granata, che non reagiscono e subiscono il forcing ospite con il pareggio. Ma se questa squadra non muore mai il merito è anche e soprattutto del suo allenatore. Nei secondi finali va, come un forsennato, a propiziare l’entusiasmo della curva.
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