OCHOA 5,5. Sorpreso da Ferguson sul palo più lontano in occasione del vantaggio bolognese. Nel primo tempo non esce in un paio di occasioni in cui avrebbe potuto. Nella ripresa mai chiamato all’intervento, punito ancora una volta di testa per il 2-2.
DANILIUC 6. Dalle sue parti Kyriakopoulos è fastidioso e lo costringe a qualche fallo. Sulla carta gradirebbe pure impostare, non è sempre precisissimo. Meglio nel secondo tempo.
GYOMBER 7. Barrow è cliente scomodo perché prova a scappare e ad uscire dai blocchi a seconda delle circostanze. Distribuisce anticipi e chiusure con la gettoniera. Salvataggio miracoloso su Moro al 22′: gli sbuca alle spalle ed evita un rigore in movimento. (dal 42′ st FAZIO sv. Torna in campo dopo due mesi di stop per infortunio).
PIROLA 7. Recupera dall’affaticamento muscolare e va in campo in attesa dell’U21. Sblocca la partita di testa su corner dopo 7′, soddisfazione meritatissima e inaspettato calo di tensione in marcatura su Ferguson che gli scappa in occasione del pareggio. Cerca comunque di lottare su ogni pallone e fare sempre la cosa più semplice.
MAZZOCCHI 5,5. La mancata inclusione nell’elenco di Mancini per le sfide contro Inghilterra e Malta non sembra averlo fiaccato. Anzi, sembra voler mandare messaggi al cittì, come per dire “visto cosa ti perdi?”. Stordisce Cambiaso con un numero da Playstation però poi esagera al 10′ tentando un pallonetto presuntuoso davanti a Skorupski che lo spegne. Fallito il raddoppio – occasione che peserà visto il finale – arriva la punizione del Bologna dopo un minuto con cross che parte proprio dalle sue zone. Successivamente si riaccende solo a intermittenza. (dal 23′ st SAMBIA 6,5. Impatta benissimo, corsa fluida e caparbietà. Costringe Kyriakopoulos a stare più basso. Ha sul destro la palla del 3-2 ma la sua conclusione finisce di poco al lato con Skorupski a terra).
COULIBALY 5,5. Subito tanta intensità e discreta qualità nei primi 20′, poi cala, abbassa il baricentro e sbaglia più di una decisione col pallone tra i piedi. Complessivamente non il miglior Lassana.
BOHINEN 5,5. In tribuna il suo procuratore Solbakken per motivarlo ancora di più dopo il buon match a Milano. Non giganteggia subito, ha bisogno di un po’ per carburare. (dall’11’ st VILHENA 6. Ignorato per tre partite da Sousa, viene riproposto per dare più qualità in costruzione. Entra e ruba il pallone che genera il contropiede da cui nasce l’angolo del 2-1, però poi dopo fa fatica a incidere nella doppia fase e distribuisce imprecisioni che non si addicono a chi ha il suo piede. Cerca comunque di dare il suo contributo nel contenimento).
BRADARIC 6. Subito una sgroppata interessante al pronti-via, sembra il prologo di una partita devastante e invece soffre parecchio Posch nei primi 45′. Migliora nel secondo tempo, ci mette più attenzione.
CANDREVA 6,5. Preferisce più allargarsi nei momenti in cui la squadra attacca in avvio ma conferisce sempre esperienza e sagacia tattica. Si muove meglio nella ripresa, cerca di legare il gioco. (dal 42′ st BOTHEIM sv. Pochi minuti nel finale).
KASTANOS 5. Schouten gli si attacca addosso, fatica a trovare la giusta posizione tra le linee. Sousa lo sposta sul centro-destra invertendolo con Candreva ma non arriva la scossa. (dall’11’ st PIATEK 6,5. Lo stadio lo applaude e lui si presenta benissimo: prima una conclusione a fil di palo, poi un assist a Dia in ripartenza, infine un colpo di testa neutralizzato da Skorupski. Gli manca tanto il gol ma non gli si può contestare nulla: massimo impegno).
DIA 7. Duello interessante con Soumaoro che lo segue dappertutto. Prova a muoversi tanto e a non dare punti di riferimento, finisce con l’uscire troppo dall’area di rigore alla ricerca di palloni da giocare e smistare. Nel secondo tempo l’inserimento di Piatek gli giova: prima getta alle ortiche il pallone del 2-1 su ripartenza innescata da Piatek, poi centra la doppia cifra e porta di nuovo avanti i suoi con l’aiuto di una deviazione.
ALL: SOUSA 6. Conferma in blocco l’undici di San Siro contro un avversario che se la gioca in maniera simile a come lui aveva impostato la formazione proprio a Milano, ovvero con un’unica punta molto veloce come Barrow. Chiede ai suoi di non buttarla e il risultato è coraggio nell’assumersi il rischio della giocata nello stretto, bassi, con la pressione a mille del Bologna. Ritmi subito altissimi, dopo il pari rossoblù qualche (eccessiva) certezza viene meno e i granata si aprono a pericolose ripartenze avversarie senza creare nulla di pericoloso. Nel secondo tempo non cambia e gli ospiti partono meglio, schiacciando la Salernitana. Le mosse si chiamano Piatek e Vilhena per gli spenti Kastanos e Bohinen. Il cavalluccio passa nel momento paradossalmente più difficile ma non riesce a mantenere il vantaggio e becca subito il pari su corner, ancora di testa. Avrebbe voluto inserire Botheim, ma la rete del 2-2 ospite lo stoppa. La squadra si rannicchia e lascia il pallino nel finale al Bologna. Il norvegese entra comunque nel finale ma l’arrembaggio è confuso. Buon punto, in ogni caso.
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