OCHOA 5. Sousa conferma la fiducia nei suoi confronti. Non impeccabile soprattutto sul secondo gol, si fa sorprendere sotto le gambe. Salva il possibile tris su Vignato. Mantiene incertezza nelle uscite, spiazzato dal dischetto, almeno evita un passivo più pesante anche su Colombo nel finale.
DANILIUC 4. Prende in consegna Vignato che gli scappa via più di una volta con il suo baricentro basso. Sul raddoppio si dimentica completamente di lui. Si fa beffare dell’altro giovanissimo, Bondo, e perde il pallone che dà il via all’azione del rigore del 3-0.
GYOMBER 4,5. Stantuffo in chiusura, botte con Colombo che gli scappa via più di una volta. A differenza del compagno spinge i pistoni a mille e rimedia alla men peggio. Crolla come gli altri.
PIROLA 4,5. La partita da ex lo emoziona: al primo uno contro uno si scioglie davanti a Colpani. La sua velleitaria conclusione in porta dalla distanza che termina ampiamente alta a 10′ dall’intervallo è la fotografia del primo tempo granata. Cadendo causa il rigore del tris brianzolo. Qualche buon intervento nel finale può evitargli una pesante insufficienza.
KASTANOS 4,5. Kyriakopoulos scende poco dalle sue parti ma quando lo fa è pericolosissimo. Costantemente annebbiato dalla metà campo in su. (dal 37′ st COULIBALY sv. Pochi minuti per fargli ritrovare confidenza con il campo. Becca un’ammonizione di frustrazione).
BOHINEN 4. Dov’era per contrastare Colpani e coprire le spalle a Legowski? Molle e svagato, non ne azzecca una. (dall’1′ st MAGGIORE 5. Cerca di essere un minimo più attento nel contenere il Monza, facilitato dal fatto che gli uomini di Palladino abbassano notevolmente le marce. Ci riesce a metà).
LEGOWSKI 4,5. Subito caparbio con una discesa di forza che crea una prima occasione favorevole. Esce bene palla al piede ma poi vanifica tutto perché aspetta troppo prima di liberarsi della sfera. Si lascia attrarre con troppa facilità dal pallone in occasione del vantaggio monzese. (dall’1′ st MARTEGANI 5,5. Non particolarmente protagonista ma tatticamente più ordinato. Meglio del compagno. Prova a inventare qualcosa ma non ha il cambio passo necessario).
MAZZOCCHI 4,5. Non c’è neppure lui. (dall’1′ st BRADARIC 5. Non dà quella consistenza sulle corsie laterali che Sousa vorrebbe. Rimedia un giallo che lo fa innervosire).
CANDREVA 6. Torna dal primo minuto dopo una giornata di stop per contrattempi muscolari nello stadio in cui l’anno scorso rimediò un’espulsione. Predica nel deserto. L’unico a rendersi pericoloso con la girata da posizione angolata che impegna Di Gregorio al 21′ nel primo tempo. Nel secondo costringe ancora il portiere di casa agli straordinari, aiutato dall’ennesimo legno. Chiama palla negli inserimenti ma raramente viene visto e servito.
CABRAL 5. Un tentativo in avvio quasi da calcettista, poi tante energie sprecate a rincorrere gli avversari. Perde il pallone sanguinoso che trasforma il risultato in 2-0. Cerca spunti ma si incaponisce. (dal 15′ st STEWART 6,5. Se non altro ci mette impegno e butta nell’agone un po’ di sane randellate. Difficilmente contenibile con la sua potenza. Un piacevole impatto: con il suo ingresso riesce a trascinare un po’ tutti i compagni).
DIA 4,5. Nel primo tempo corricchia e non mostra grandissima voglia, sbatte sempre sui diretti avversari. Un briciolo più nel vivo nella ripresa ma sbaglia tanto e si intestardisce in personalismi fini a se stessi. Continuamente sovrastato dai difensori di casa. C’è anche tanta sfortuna nel rimpallo che gli fa colpire una traversa.
ALL: SOUSA 4. Si gioca dall’inizio ogni possibile carta per incrementare l’efficacia offensiva, come da suo auspicio. Candreva, Cabral, Dia, tutti insieme dall’inizio per instradare subito la gara. Gli va male perché la squadra fa l’esatto opposto di quel che lui aveva chiesto in conferenza prepartita. Al pronti-via passa il Monza sfruttando un centrocampo vulnerabile che si fa penetrare facilmente. I biancorossi vengono fuori una bellezza palla a terra e ricevono risposte imbarazzanti dai granata: molli, distratti, incapaci di ripartire e di cogliere i punti di debolezza avversari. Più i brianzoli si chiudono a riccio e fanno densità centrale e più la Salernitana va a scontrarsi ripetutamente sul muro, aprendosi a ripartenze pericolose. Cerca di modificare qualcosa portando Cabral punta e Dia più dietro ma non ottiene nulla. Tre cambi nell’intervallo ma l’impasto resta lo stesso. La partita si accende con l’inserimento di Stewart: due legni e un abbozzo di reazione tardiva con un Monza dormiente da un po’. Quel che più preoccupa è infatti la rassegnazione negli occhi della squadra al primo soffio di vento. Ed è solo l’ottava giornata. Ha ancora la squadra in mano?
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