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Pagellone Juventus-Salernitana: Mazzocchi incontenibile, Daniliuc supera l’esame

SEPE 7,5. Pasticcia e mette in difficoltà Bronn dopo 6′, regalando un angolo alla Juve, poi si esalta su Miretti immediatamente dopo. Ancora il 20 juventino lo mette in difficoltà dal limite, se la cava in due tempi e con l’aiuto del guardalinee. Tutto in 10′. Gestisce bene tutto il resto. Incolpevole sull’incornata di Bremer, vola bene su Vlahovic al 65′, si supera su Bonucci dagli undici metri ma non può nulla sulla ribattuta.

BRONN 7. Un bell’anticipo in avvio vanificato dall’alleggerimento errato. Quando riesce a non dare il corpo a Vlahovic lo argina, in altri casi è costretto al fallo. Concentrazione ed intelligenza anche quando Miretti si butta nello spazio: il tunisino è bravissimo a portarlo fuori senza rischiare. E poi, palla in tribuna se occorre.

DANILIUC 7,5. Esordire da titolare in Serie A contro Vlahovic è esame subito tosto. Lui lo supera a pienissimi voti. Cattivo il giusto e puntuale, tiene testa all’ex viola con senso della posizione e dell’anticipo. Sale quel poco che basta per metterlo in fuorigioco nel primo tempo. Tende poco a buttar via il pallone. Gigantesco fino alla fine.

FAZIO 5,5. Kean is for boys, Fazio is for men. Di posizione nel primo tempo, un po’ più sollecitato nella ripresa, quando rischia anche l’autogol (ma si alza la bandierina). Il rosso finale andava evitato per uno della sua esperienza ed il voto basso è solo per questo: rischia di saltare più partite.

CANDREVA 8. Fischiato dai suoi ex tifosi, agli albori di gara sembra andare in difficoltà sulle scorribande, a turno, di Miretti e Kostic. Fuochi di paglia. Fa la storia al minuto 19, quando ribatte in porta il fortissimo cross di Mazzocchi: è il promo gol della Salernitana in casa bianconera. Ci mette tutto il suo bagaglio di conoscenza anche nella ripresa

COULIBALY 6. Perde malamente un pallone in uscita in avvio, poi cerca di velocizzare il recupero e ripartenza, ma stavolta di fronte c’è una difesa top. Ed allora riprende il piccone dalla cantina, ricomincia da capo e chiude bene la prima frazione. Finisce presto la benzina, però. Alla riapertura delle danze commette un errore dopo l’altro. A vuoto su Kostic quando sembrava in vantaggio: il 17 juventino mette in mezzo indisturbato per il gol di Bremer. Rischia tantissimo su Vlahovic in area al 68′. Tanti errori tecnici, di stanchezza. Nicola lo lascia comunque in campo nel finale come schermo davanti alla difesa.

MAGGIORE 6,5. A lui il compito di ribaltare il triangolo e seguire come un’ombra Paredes. Buon filtro, anzi ottimo. Encomiabile senza palla e in fase di ripiegamento difensivo, ma non ha i tempi (e il piede, per quanto valido) del playmaker, per cui getta via qualche palla di troppo. Ruba il tempo da gigante all’avversario poco dopo il quarto d’ora e genera un tre contro due potenzialmente micidiale, però il servizio per Piatek non è preciso. Timido al limite dell’area, rinuncia alla conclusione, si fa ammonire ingenuamente. Però tiene la diga, quel che serve. (dall’81’ KASTANOS 6. Si piazza mezzo destro contro la sua ex squadra, l’emozione lo tradisce nel controllo della sfera. Fa quel che può).

VILHENA 5,5. Inizio un po’ in sordina, in ritardo nei raddoppi. Carbura nella parte centrale della prima frazione e si ferma lì. La tocca spesso quella mezza volta in più che facilita il tackle deciso (e regolare) dell’avversario. Danni nel finale: invece di buttare palla in tribuna, crea i presupposti per il fallo – ed il fallo stesso – da rigore che vale il 2-2. (dal 100′ SAMBIA sv).

MAZZOCCHI 8,5. Fa impazzire Cuadrado e non solo. Al pronti-via lo aggira e mette una gran palla profonda per Piatek in area, poi lo manda al bar per costruirsi la splendida azione del gol del vantaggio. Un’ira di Dio su quella fascia: McKennie e Kean alla mezzora quasi non riescono neppure a fargli fallo. Ogni volta che scavalla a sinistra rappresenta un pericolo. Bremer gli salta davanti in occasione dell’1-2, ma non accusa. Da Nazionale.

DIA 7. Si muove tantissimo, torna indietro per prendere campo e si mette a proprio agio. Non lascia punti di riferimento ai difensori di casa, sguscia dappertutto e va audacemente a prendersi il pallone che Piatek “trasforma” in penalty. Sono un peccato le diverse occasioni in cui si perde nell’ultimo passaggio impreciso dopo ripartenze interessantissime. Prova a pungere dal limite ad una dozzina di minuti dal termine. (dall’81’ BONAZZOLI 6,5. Un finale in cui tener palla e prendere falli. Ci riesce bene solo dopo il 2-2. Una sortita interessante lungo la linea del fondo avrebbe meritato il passaggio all’indietro).

PIATEK 7,5. Non giocava una partita dal primo minuto dall’11 giugno, Olanda-Polonia, occasione in cui rimase in campo 90′. Voglioso, carico, consapevole che un palcoscenico come quello dell’Allianz Stadium può essere tranquillamente suo. Incespica in avvio, poi ci prova dalla distanza a fine primo tempo senza impensierire Perin. Lo fa secco dal dischetto – gelidamente, da campione – nel delicatissimo extratime dell’extratime del primo tempo. (dal 61′ BOTHEIM 5,5. Non è Krzysztof e non è reattivo come lui. Fatica ad entrare in partita, difende palla poche volte, si nasconde troppo spesso alle spalle di Bonucci e si fa spostare facilmente dai marcatori piemontesi; dal 100′ GYOMBER sv).

ALL: NICOLA 7,5. Cambia il pistolero offensivo e il difensore centrale. La Juve non è l’Empoli ed il baricentro nella prima parte di gara sembra troppo basso. Sembra. La Salernitana fa la formichina, illude i padroni di casa di poter essere materasso e poi colpisce alla prima occasione utile per poi espandersi. Nicola gioca uomo su uomo soprattutto a centrocampo e manda in crisi una Juventus a cui bastava effettivamente poco per destabilizzarsi. I fischi dello Stadium caricano gli uomini di Allegri e il gol di Bremer a inizio ripresa per un attimo fa sbandare una Salernitana che per qualche minuto ragiona poco, barcolla ma non molla. Dentro Botheim per Piatek all’ora di gioco, un messaggio importante ai suoi e agli avversari, che però continuano a spingere sull’acceleratore. Poco fruttuoso l’ingresso del norvegese, chiede nuova linfa a Kastanos e Bonazzoli. Sa soffrire pure lui e con un pizzico di fortuna porta a casa un punto comunque importante.

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