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Pagellone Cittadella-Salernitana: si salvano Lombardi, Djuric e Cicerelli, nettamente insufficienti gli altri

MICAI 4. Risponde presente distendendosi sulla conclusione di Iori al 10′. Immobile sulla conclusione dalla lunga distanza di Benedetti che vale il sorpasso del Cittadella. Ne beccherà altri tre. Non esente da colpe soprattutto sul tris di Diaw: palla sotto le gambe sul suo palo.

KARO 4. Malissimo. Il Cittadella entra da tutte le parti e su ogni… punteggio. Si dimentica di Diaw in occasione della terza rete veneta, salta spesso a vuoto e non ne azzecca una. Giornataccia.

BILLONG 4. Un retropassaggio corto al 5′ rischiava di costar caro, favorendo l’incursione di Rosafio. Si scioglie sul quarto gol.

PINTO 4. Avvio non male, ma Diaw lo punisce al 29′ fulminandolo nell’uno contro uno in area. E da lì, va in bambola con tutti. (17′ st CICERELLI 6. Fa il quinto di sinistra, come provato per tutta la settimana. Prova a incidere come può, ha gamba e ci mette spirito combattivo su tutta la fascia).

LOMBARDI 6,5. Il migliore dei granata. In avvio il Citta sfonda soprattutto dalle sue parti, ma lui cresce col passare dei minuti. E alla prima sgroppata offensiva, mette il colpo sotto che significa assist vincente per Djuric. Diversi importanti lampi nella ripresa, uno di questi è l’assist per il gol di Giannetti; il secondo è il rigore che si procura per il 4-3 di Kiyine. Ci prova fino alla fine.

AKPA AKPRO 4. L’involuzione dell’insostuituibile. Vita fa il bello e il cattivo tempo negli inserimenti. Non contrasta a dovere Rosafio in occasione del cross che vale il pari del Citta. (1′ st MAISTRO 3,5. Inconcludente su ogni fronte. Si fa notare subito per… un’ammonizione: era diffidato, salterà il Crotone. Egoista sul 4-3: anziché scaricare dal limite a destra per Lombardi, tira in porta senza mordente)

DI TACCHIO 4. Graziato al quarto d’ora per un’entrataccia su Diaw. Capisce poco, come tutti gli altri, e si lascia innervosire. Dovrebbe tenere D’Urso, lui gli scappa via praticamente sempre. (7′ st DZICZEK 5. Esordio in granata nel momento più difficile, gli va data un’altra chance in contesti diversi per poterlo giudicare).

KIYINE 4,5. Ha il merito di iniziare l’azione del vantaggio. Va troppo morbido su Diaw in occasione del pari veneto. Rimedia un giallo, poi più nulla fino al rigore trasformato che ha quantomeno l’effetto di riaprire la partita nei dieci minuti finali.

JAROSZYNSKI 4,5. Ha già fatto il quinto mancino in passato, lo fa per la prima volta in granata. Si presenta con un controllo lisciato sulla linea laterale, non migliorerà di molto la sua prestazione. Un pizzico meglio con l’uscita di Pinto, quando passa nel terzetto arretrato.

GIANNETTI 3. Il liscio nei minuti di recupero, a tu per tu con Paleari, è emblematico. Troppo poco, spesso anticipato e mai pericoloso. Il gol del 4-2 serve solo a riaccendere la fiammella.

DJURIC 6. Uno degli ultimi a mollare. Tocca il primo pallone utile trasformandolo in oro colato al 21′, con la zuccata che porta in vantaggio i suoi. Segna da ex, ma esulta senza problemi. Prova a dare una mano come può anche nei ripiegamenti difensivi: da una sua respinta, ma non per colpa sua, arriva il sorpasso dei locali. Ci riprova al 36′, sempre di testa, Paleari gli dice no. Diventa capitano con l’uscita di Di Tacchio.

ALL: VENTURA 4. Può essere al capolinea la sua avventura a Salerno. Sorprende tutti in avvio con Jaroszynski quinto. Forse, anche i suoi stessi calciatori: approccio horror, la prosecuzione pure. Il gol di Duric è solo un episodio isolato, la Salernitana è in netta involuzione: si sbraccia nel primo tempo, resta completamente seduto nel secondo. Nell’intervallo volano parole grosse all’interno degli spogliatoi, lui raggiunge la panchina prima della ripresa con ampio anticipo rispetto alla squadra: occhi lucidi, braccia conserte, non urla più e lascia al vice De Patre la conduzione. È rimasto congelato anche sul gol di Kiyine su rigore che ha riaperto la partita. E ancora, abbandona il campo prima del fischio finale di Rapuano, al primo dei cinque minuti di recupero. Un segnale – anzi più segnali – di resa?

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