E’ un Gian Piero Ventura felice, ma obiettivo, quello che si presenta in sala stampa, ammettendo la sofferenza dei suoi nel centrare i tre punti contro il Trapani: “La nota lieta è rappresentata dai tre punti, quella meno lieta è che nel secondo tempo abbiamo smesso di giocare. Sono stati i giocatori stessi a riconoscerlo e a dirmelo. Probabilmente ho sbagliato qualche valutazione sulla stanchezza di qualche calciatore, il calo è stato notevole in quattro o cinque elementi. Qualcuno sta giocando con continuità ma non ha l’abitudine a farlo. Nei primi venti minuti c’è stato un buon approccio, ma quando non giochi è evidente che soffri. Forse ha inciso anche un po’ l’emotività: la classifica oggi lascia il tempo che trova, ad aprile avrà senso guardarla, ma i miei giocatori la guardano e c’era l’obbligo della vittoria, avendo vinto tutte le prime. Noi non siamo ancora pronti a questo. Io giustifico i ragazzi, sono consapevoli di quello che potevamo fare e non è stato fatto; vuol dire che c’è responsabilità”. Il tecnico sottolinea la capacità di soffrire dei suoi ragazzi, bravi a tenere il risultato come non successo in altre partite, e la crescita avuta dopo la sosta: “Con Frosinone e Perugia abbiamo perso 4 punti al 94′, la differenza non è solo la vittoria, ma che in questa partita abbiamo lottato, mentre negli altri casi c’è stata passività totale. Dopo la sosta abbiamo fatto quattro partite, giocando bene contro Pescara e Benevento e vincendo col Benevento. Nei primi 10′ eravamo ancora lucidi, 3-4 cose pulite, il gol è venuto su azione pulita, due tiri di Maistro. quando c’è lucidità e forza si è in grado di fare tutto”.
Sulla possibile promozione diretta Ventura mantiene i piedi per terra, ma non nasconde la competitività della sua squadra: “E’ prematuro sbilanciarsi. Lavoriamo per far crescere giocatori giovani e costruire qualcosa che abbia un senso, mentre lo facciamo, cerchiamo di portare a casa anche punti. Se a Verona ci va la Salernitana di La Spezia perde, se ci va quella del secondo tempo di oggi perde, se ci va la Salernitana di Pescara o di Benevento non ci è precluso niente, con tutto il rispetto per il Chievo che è una buona squadra. E’ sempre difficile giocare a Verona, il mio problema è far recuperare giocatori e ritrovare un pizzico di concetti che abbiamo un attimo abbandonato. A parte il Benevento che fa un altro campionato, ho rispetto per tutte, ma sono convinto che se facciamo le cose nostre con determinazione, possiamo fare risultato ovunque. A gennaio è iniziato un altro torneo, abbiamo avuto quattro approcci buoni, poi pagando tante altre cose, come dopo la prima mezzora di oggi”. Chiosa finale sui singoli. Le buone prove di Dziczek e Aya, e il mancato inserimento di Jallow nella ripresa: “Dziczek è un giocatore di prospettiva, ha 20 anni sta piano piano capendo, ha dovuto lottare e non gli fa male, Non dobbiamo pretendere tutto e subito da lui. Aya ha fatto una buona partita difensiva, ma rispetto ad altri era meno abituato a giocare la palla. Jallow? Se avessimo avuto una squadra che giocava, avrebbe avuto molto più senso: non facevamo due passaggi di seguito. In una giornata in cui nessuno gioca… non siamo competitivi. Il Trapani è formato da giocatori abituati a esserlo nell’uno contro uno e lottare su ogni pallone, noi siamo abituati a fare cose completamente diverse. Chiunque avrebbe fatto fatica subentrando”.