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#NonTiScordarDiMe. Romondini: “Mi chiamavano lumacone, Salerno piazza che fa crescere”

Gli erano state affidate le chiavi del centrocampo nel primo anno di “Salernitana Calcio” in Serie C1, ma si sa non tutte le ciambelle escono con il buco e non tutte le stagioni terminano con il sorriso.
Stiamo parlando dell’ormai ex centrocampista Fabrizio Romondini, il quale si è raccontato ai nostri microfoni. Una storia quella tra il classe ’77 scuola Roma e la Bersagliera nata in quella torrida estate del 2005: “Ricordo benissimo quel periodo della mia vita. Dopo due stagioni importanti in terza serie al Padova, arrivò la chiamata dall’Arezzo in Serie B. Le cose stavano andando bene anche perchè scesi in campo nelle prime due gare di Coppa Italia, però poi arrivò la chiamata da Salerno. Mi chiamò direttamente mister Costantini dall’Hotel Ariston. Sarei dovuto tornare in Serie C1, ma una piazza come Salerno era impossibile da rifiutare. Non ci pensai due volte, e dopo la sfida in Coppa Italia contro il Brescia mi misi in macchina e scesi a Salerno”.

Un’avventura quella in Campania contrassegnata da una società neonata e forse alle prime armi: “Si percepiva il fatto che era una società neonata. Lo spogliatoio, però, era formato da gente importante. A Salerno ho conosciuto un amico come Evans (Soligo, ndr), e tanti altri come Moi, Princivalli, De Cesare e Vastola”.

Una squadra importante che però stentava a decollare in campionato: “Si vedeva che eravamo una squadra ex novo, infatti le prime prestazioni non furono il massimo. Ricordo bene lo scetticismo che aleggiava su di me e Paolo Scotti (arrivarono insieme dall’Arezzo, ndr). Mi ricordo che qualcuno mi gridava dagli spalti “lumacone” perché forse non ero propriamente un fulmine. Ma ci sta anche questo; Salerno è una piazza che ti fa crescere come calciatore e come uomo. Conservo un bellissimo rapporto della città. Amavo prendere il caffè al bar vicino casa a Sala Abbagnano, per non parlare poi delle lunghissime passeggiate sul Corso o sulla Lungomare”.

E sul famoso “dualismo” che prese corpo con Salvatore Fresi, ricorda: “Era più una cosa mediatica che effettiva, mi devi credere. Con Salvatore avevo un buon rapporto. In alcuni frangenti mister Costantini preferiva me a Fresi, ed è per questo che qualcuno si inventò questa storia. Poi con l’arrivo di Stefano Cuoghi in panchina, cambiò un po’ la mia annata. Lui mi vedeva come trequartista, quando io semmai preferivo giocare da play-maker. Anche queste, però, sono cose che capitano durante una stagione”.

Spazio poi, ad un retroscena di calciomercato assolutamente intrigante: “A gennaio avrei dovuto lasciare Salerno. Avevo meno spazio rispetto ad inizio stagione e mi arrivò una proposta importantissima dal Genoa. Una proposta che dovetti rifiutare, però, visto che avevo già giocato con due maglie differenti in gare ufficiali (Arezzo e appunto Salernitana, ndr). Un segno del destino, forse, anche per come andò poi la stagione. I rossoblu erano fortissimi, ma dimostrammo di non essere da meno sia in campionato che durante i play-off”.

Il presente invece si chiama Atletico Fiuggi Terme in Serie D. Romondini, infatti, è il nuovo vice di Giuseppe Incocciati: “Dopo oltre 27 anni ho deciso di appendere le scarpette al chiodo. Sto bene fisicamente, ma il mister mi ha voluto fortemente con sé in questa nuova avventura. Sono contento anche perché mister Incocciati lo ebbi ad Avellino, alla Cisco e all’Atletico Roma. Mi ha insegnato tanto, ed è per questo che abbiamo le stesse idee di gioco. Non vedo l’ora che inizi questa nuova stagione”.

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