Una giovane promessa sbocciata lontano dall’Italia e da Salerno. Matteo Piciollo ha trovato una nuova dimensione a Malta dove gioca dal 2014 dopo alcune esperienze italiane tra cui quella con la maglia del Salerno Calcio di Claudio Lotito e Marco Mezzaroma. Classe ’92, arrivò a Salerno da under e questo aspetto forse lo ha penalizzato: nel reparto avanzato infatti venivano quasi sempre preferiti giocatori di esperienza come Mounard, Caputo, Biancolino e De Cesare, ragion per cui il giovane e talentuoso attaccante Piciollo chiuse la sua esperienza blaugrana con 11 gettoni di presenza e un gol.
Oggi veste la maglia del Valletta, glorioso club maltese allenato dall’ex leggenda granata Giovanni Tedesco, di cui è un punto fermo. Nell’arcipelago al centro del Mar Mediterraneo, il calcio è fermo come in tutta Europa per l’emergenza coronavirus: “Il 18 maggio è in programma una riunione per stabilire se riprendere o meno – ha spiegato Piciollo ai nostri microfoni – Sono tranquillo, qui ci sono stati pochi casi e si potrebbe riprendere. Rispetto all’Italia ci sono sicuramente meno interessi ma la vittoria del campionato porta al club più di un milione di euro”.
In Italia invece ci sono molte pressioni affinché si torni a giocare ma c’è anche chi opterebbe per la sospensione: “Ci sono troppi interessi economici, è uno dei principali business. Per questo motivo credo che faranno ripartire il campionato, almeno quello di Serie A. In B il problema è che ci sono tante squadre in lotta per la promozione che si sentirebbero penalizzate da un’eventuale decisione di promuovere le prime tre d’ufficio. Una decisione simile scatenerebbe una polemica infinita, anche perché andare in Serie A vuol dire avere molti vantaggi a livello economico”.
Riavvolgendo il nastro dei ricordi, Piciollo ripercorre le tappe della sua esperienza con la maglia del Salerno Calcio: “Arrivavo dall’Atletico Roma con cui avevo fatto l’esordio in Serie C. Arrivai al primo giorno di ritiro, l’inizio fu positivo e nel girone d’andata giocai spesso. A gennaio arrivò De Cesare e da quel momento ho faticato a trovare spazio”. Nonostante la concorrenza, col Toro di Mariconda nacque un bellissimo rapporto: “Mi voleva davvero bene, avevamo un gran bel rapporto. Speravo di arrivare in una squadra del genere perché anche se non giochi impari tanto dai compagni più esperti e io da Ciro ho imparato tanto, ho avuto la fortuna di ammirare un grandissimo giocatore anche a fine carriera”.
Uno spogliatoio non facile dal punto di vista caratteriale: “Era uno spogliatoio da ‘sangue caldo’ ma le qualità tecniche ci permisero comunque di vincere il campionato anche se faticammo un po’ alla fine”. Vittoria di un campionato che rappresentò il giusto premio per i tifosi, sempre presenti anche nelle trasferte più ostiche: “Con i tifosi c’era un rapporto fantastico, mi volevano bene anche se da sempre sono abituati a grandissimi campioni”. Tifosi ora in rotta con la società come testimoniano i numeri al botteghino degli ultimi mesi: “Dispiace, probabilmente la società avrebbe potuto fare qualcosa in più dal punto di vista economico. Va detto che vincere non è mai semplice, serve affiatamento, ma probabilmente stravolgere l’organico ogni anno è stato un errore. I giocatori non bastano, a meno che non sei il Benevento di turno”. Nella sua esperienza a Malta, Piciollo ha incontrato sul suo percorso l’ex centrocampista granata Giovanni Tedesco: “Col mister abbiamo parlato di Salerno, lui è stato in tante piazze importanti tra cui Palermo, la sua città, ma ricorda sempre con affetto Salerno. È una piazza che trasmette amore per il calcio, sembra di giocare in Serie A”.
Infine un ricordo goliardico dell’esperienza salernitana: “Ricordo la corsa di Lotito dopo la promozione. Io ero con Mounard, lo inseguivamo con un bidone pieno d’acqua in mano ma lui cadde a terra, lo ritrovammo disteso sul lettino negli spogliatoi. La sera andammo a cena in un ristorante di via Roma e passammo tutto il tempo ad ascoltare le sue barzellette”.
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