“Domani non sarà un’ultima spiaggia”, le idee sono molto chiare per Davide Nicola in vista del match contro il Sassuolo. “Sarà una partita importante, un’opportunità per fare qualcosa di importante – dice il tranieri in conferenza – Ultima spiaggia è un termine che non uso, non credo che le cose possano finire, finiranno solo quando lo decideremo noi. Sono arrivato qui e ho detto che abbiamo un dovere, quello di inseguire i sogni nostri e quelli della nostra gente, non si può parlare di ultima spiaggia. Mi interessa perseguire questo sogno fino alla fine, qualunque siano le difficoltà e quello che raggiungeremo”.
La partita e l’atteggiamento
“Domani avremo un’opportunità incredibile per poter fare il nostro percorso. Voglio fame e desiderio di raggiungere quello che secondo me è possibile, a patto che si abbiano delle letture coese e la capacità di riconoscere il momento del gioco e quello del pericolo. L’estetica è importante, ma bisogna essere anche pratici perché abbiamo bisogno di raccogliere. Non mi aspettavo che i ragazzi avessero un cambiamento così repentino, non è facile portare una nuova metodologia, dare delle certezze. I ragazzi mi stanno soddisfacendo: certamente non faccio quello che sento, non ammetto che un giocatore possa risentire della possibilità di andare in campo e voler cercare la propria condizione, altrimenti perché dovremmo metterci la tuta. Non deve esserci un peso, ma deve esserci la fame di voler cambiare la nostra condizione. Non sono venuto qui per giocare ai dadi e sperare che vada bene, credo ciecamente che il mio lavoro possa portarci ad essere competitivi non intercetto colpi di c***.
Una persona non può essere preoccupata di affrontare una partita di calcio. Si va avanti credendo in quello che si fa. È la vita, è lo sport. Sono tre partite che nei primi minuti abbiamo un’occasione colossale per andare in vantaggio, arriverà il momento che faremo anche quello, ora dobbiamo dimostrare che questa squadra ha modificato molti dei suoi numeri. È impossibile il tutto subito, certamente doveva agire su sé stessa, valutare i punti di forza, migliorare i difetti, mettere in campo senso di appartenenza, coinvolgimento, organizzazione, fame e cercare di vincere, vogliamo farlo il prima possibile. La squadra deve raggiungere un equilibrio, deve essere capace di produrre gioco, non ci sono altre strade per vincere. Potresti aspettare ed essere passivo se sbagliano gli altri, ma questo non ti fa migliorare. La scelta è quella di produrre gioco, migliorando i dettagli. Sportivamente sono disposto a morire, a dedicare tutto il mio tempo per migliorare. Ora penso solo al Sassuolo e non a cose extra campo. Certamente mi interessa che le partite contro Venezia e Udinese vengano recuperate al più presto”.
L’avversario
“Il Sassuolo ha qualità e tutte le squadre che incontriamo arrivano da processi di miglioramento che durano quattro o cinque anni in alcuni casi. Il Sassuolo dimostra di aver modificato quest’anno alcune scelte di gioco, ma ha mantenuto la qualità nella gestione della palla e ricerca una verticalità che prima non sempre faceva. Affrontiamo un’ottima squadra, nel nostro campionato affronteremo tutte squadre così, la differenza possiamo farla noi con la nostra convinzione. Loro hanno vinto contro squadre importanti. Voglio una Salernitana coraggiosa, organizzata e più fluida, più convinta, con voglia di percepirsi capace che ti fa esprimere te stesso. Una volta che riesci poi puoi guardare avversari. Il nostro stadio ha un coinvolgimento e un pathos maggiore rispetto alle possibilità che si hanno fuori casa. Anche in trasferta la gente ci fa sentire a casa, ma non dobbiamo avere due atteggiamenti diversi: dobbiamo essere consapevoli che la mentalità nostra deve essere la stessa sia in casa, sia fuori, per farlo dobbiamo passare attraverso certe situazioni che non soddisfano. Parliamo dell’Inter, mi è piaciuto il coraggio ma abbiamo capito dove dover migliorare, nei duelli individuali, nella coesione di squadra, nella velocità di gioco. Quel 5-0 ci ha dato la possibilità di progredire. Abbiamo dedizione a migliorare noi stessi ed entusiasmo nell’allenarci, mi spiace che non ci siano tifosi a vederci perché se ne renderebbero conto. Non voglio che i ragazzi si concentrino troppo sull’obiettivo finale ma sul valore che ha fare una prestazione di squadra, gli unici ingredienti che permettono di arrivare ai risultati”.
Formazione e assenze
“Il sostituto di Mazzocchi? Sto facendo delle valutazioni. Pasquale credo non abbia nulla di particolarmente grave, aspetteremo lunedì per valutare se potrà riprendere per Torino. Sono fiducioso. Zortea a sinistra è una possibilità, abbiamo fatto tante prove legate soprattutto a Ranieri per quel che abbiamo potuto. Abbiamo provato anche Ruggeri e Jaro, aspetto di valutare alcune cose e poi sceglierò. Stanno bene, mi fido di loro. In questo momento, anche se manca qualcuno, il senso di appartenenza al gusto di questa rincorsa deve comunque influenzare di più i giocatori. Inizieremo un ciclo di partite, tutti devono essere responsabilizzati, potrebbe toccare a chi ha giocato meno ma che può determinare per il futuro. Ribéry non ha ancora completamente recuperato, ha fatto allenamenti che lo stanno portando al completo reintegro. Bohinen e Mikael? In termini di qualità possono dire la loro e stupire. Un giocatore va presentato quando è in grado di esprimere le sue qualità e quando si è integrato e ha condizione. Non sono ancora pronti, stanno velocemente progredendo con la possibilità di essere chiamati in causa, appena l’avranno entreranno.
Allo stesso tempo non si può cambiare radicalmente gli interpreti perché l’identità è portata attraverso la continuità: bisogna inserire tutti nel momento giusto e nell’ottica giusta. La difesa a tre? Stiamo portando avanti la nostra identità ma non escludo di poter cambiare qualcosa in futuro, in tre settimane non ci si può permettere di mettere troppa carne al fuoco. La differenza la fa sempre l’atteggiamento. Stiamo giocando in un modo chiaro, con aggressività importante e geometrie che devono essere consolidate ma che stanno producendo opportunità per poter essere competitivi. Non è che ogni settimana un allenatore stravolge ciò a cui sta lavorando duramente, le squadre diventano competitive solo quando acquistano la loro identità. Soprattutto nelle ultime cinque partite la Salernitana ha dimostrato di poter essere competitiva e la voglia di poterlo essere fino alla fine deve fare la differenza”.
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