Dopo aver conquistato la prima vittoria della sua gestione, Davide Nicola si proietta già con l’attenzione alla sfida di Udine. Una partita che avrà un sapore diverso dopo la vittoria di oggi, conquistata anche grazie alla carica del suo allenatore che sul 2-0 ha tirato un pugno alla panchina: “Era stata una bella azione e mi avrebbe fatto piacere se Federico (Bonazzoli ndr) l’avesse trasformata in gol, ma comunque era in fuorigioco”. Alle porte c’è un intenso rush finale di stagione: “Ora bisogna recuperare velocemente. Qualche giocatore mi guardava come per chiedere qualche ora di riposo. Ci mancava raccogliere l’intera posta in palio, quella di oggi era una partita difficile ma alla fine abbiamo concesso un tiro in porta. Nel primo tempo abbiamo fatto molto bene, nella ripresa complice il loro modo di stare in campo e qualche ammonizione di troppo abbiamo abbassato un po’ il baricentro”.
Vittoria arrivata grazie al gol di Ederson: “Abbiamo un centrocampo davvero competitivo. Non solo Ederson, anche Bohinen e Lassana Coulibaly. Sono molto contento di come è entrato Kastanos che può essere una bella mezzala. Ederson ha espresso il 60% delle sue qualità, è un giocatore straordinario, ma ha umiltà e una intelligenza tattica importante. Sa giocare anche dietro la punta, spero solo che continui con questa fame”. Dopo il triplice fischio la squadra si è lasciata andare ad una accesa esultanza: “C’è grande empatia tra noi e i calciatori, ci diciamo quello che pensiamo. Non si può provare una rincorsa del genere se oltre all’organizzazione in campo non si sviluppa una condivisione sotto altri punti di vista. Sono contento per loro, ma da allenatore sto pensando già alla partita di Udine”.
Il tecnico ha proseguito in sala stampa: “Se oggi non avesse vinto il Cagliari e noi non fossimo riusciti a vincere come avremmo valutato questo? È la battaglia che cerco di portare avanti ogni volta. Convincere un ambiente che siamo noi a costruire un percorso per la salvezza. Abbiamo preso tre punti contro una squadra organizzata e di qualità che per il suo modo di stare in campo ci ha costretti ad avere un baricentro che non ci piace troppo. A noi piace aggredire, nel primo tempo lo abbiamo fatto bene, nel secondo non abbiamo rinunciato a ripartire, però sapevamo che la posta in palio era elevatissima per entrambe. È arrivato anche per noi il risultato dopo un periodo in cui ci sentiamo consapevoli di poter essere competitivi contro chiunque ma dobbiamo ancora verificare gli effetti delle tre partite in una settimana, non sarà facile ma chiedo ai ragazzi di darmi ancora dimostrazione delle loro qualità.
Io uomo delle imprese? No, rifuggo questa definizione, non mi piace granchè. È la realtà dei fatti, sono stato chiamato per cercare di raggiungere questi traguardi, magari avessi possibilità di lottare per un altro traguardo sarebbe interessante. È l’impresa più proibitiva che sono stato chiamato a realizzare, dimostrare che una squadra in difficoltà potesse giocare in maniera propositiva, questo lo sto vedendo. Per me è importante che le idee che mettiamo in campo possano funzionare. Siamo realisti e sognatori, la parte più bella di questa avventura è l’estrema difficoltà di dover fare qualcosa di veramente straordinario, però vedo che i ragazzi hanno acquisito quello che piace a me, staccarsi dal concetto del risultato fine a se stesso e costruire un percorso che li porti a sentirsi capaci.
Altre volte abbiamo difettato nella capacità di rimanere lucidi, è nell’interpretazione dei momenti della gara: nel primo tempo ci sentivamo fluidi e capaci di tenere baricentro più alto che mi piace di più, ma nel secondo tempo abbiamo capito che gli avversari stavano creando problematiche, non era sempre possibile fare pressione immediata e coordinata, abbiamo accettato di soffrire e non abbiamo concesso tiri. Per la qualità della Samp è per noi un passo in avanti. Dobbiamo continuare a crederci e non porci limiti, c’è lo spazio per dire la nostra. Ora dobbiamo dare continuità. Paura di essere riacciuffati? Il primo tempo avevamo trovato vantaggio in pochi minuti, abbiamo patito meno il caldo, lo ha patito di più la Samp, nel secondo tempo quando vedi che non c’è nulla da perdere tiri fuori quel qualcosa in più e noi abbiamo pagato un po’ di più la stanchezza. Sono due partite che prendiamo molte ammonizioni pur non essendo cattivi negli interventi, abbiamo pagato lo sforzo fisico notevole fatto contro la Roma, dobbiamo abituarci a giocare tre partite in poco tempo, dovremo lavorare misurando ogni tipo di situazione perché la differenza è fatta da questo. Non ho paura, con questa squadra non ho mai avuto timore di essere acciuffato. L’attenzione, l’agonismo, i pensieri vanno esclusivamente al fatto che vedi che questa squadra ha un’identità e ha acquisito sicurezze e vorresti che non pagassi i piccoli errori. Obi non ho potuto utilizzarlo, ha sentito un indurimento al soleo e non era in grado e c’era il rischio di consumare il cambio inutilmente, Ranieri però aveva fatto bene a Roma, il caso vuole che sia stato richiamato per poter dare il contributo, sono particolarmente contento di come sono entrati i giocatori dalla panchina, hanno vissuto la partita con partecipazione mentale e sono entrati più pronti.
Continuano a dirmi che continuo a motivare i calciatori, non mi metto a fare lo psicologo e dico quello che serve per preparare la partita, dando capacità di farli sentire importanti nel gruppo anche se non partono dall’inizio; oggi è entrato Belec e non facile per un portiere in questa condizione, mantenendo freddezza nonostante avesse avuto problemi personali durante la settimana, è la dimostrazione che c’è un livello. Su Fazio mi viene da ridere, ho avuto il piacere di poterlo allenare, l’ho sempre incontrato da avversario e allenandoli ti rendi conto di qualità e potenzialità dei giocatori. Credo che abbia più personalità di tutti noi messi insieme, è lui che motiva gli altri e non ha bisogno di essere motivato. Auguri alla nostra gente, direttore, giocatori e presidente. Questa pasqua verrà ricordata”.
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