Il match tra Venezia e Salernitana – dal punto di vista arbitrale – trova proteste venete sulla posizione di partenza di Tutino in occasione del secondo gol granata e certamente un metro di giudizio su qualche cartellino che ha denotato qualche leggero squilibrio in favore della formazione locale.
Dopo soltanto 26 secondi dal fischio d’inizio arriva il primo giallo della partita: Di Tacchio salta col gomito troppo largo, secondo l’arbitro, finendo per colpire Fiordilino che cercava di andare a contrasto. Raramente si vede ammonire un calciatore a pochi secondi dall’inizio di gara. Una sorta di “avvertimento” da parte dell’arbitro torinese nei confronti del capitano granata, che nel finale di partita con l’Entella si era reso protagonista di alcuni interventi al limite con braccia larghe. Ma ogni partita è storia a sé e potevano esserci gli estremi per soprassedere, relativamente all’intervento, non cattivo ma volto esclusivamente a impossessarsi del pallone, e alla tempistica. Ma l’ex avellinese ha saputo gestirsi nonostante l’ammonizione fulminea.
Pairetto non fa copia-incolla del metro utilizzato inizialmente per la Salernitana. Al 12′ Tutino viene sgambettato da Taugordeau che rischia il giallo, ma viene graziato dal direttore di gara. Dopo due giri di lancette ancora un intervento duro ai danni di un calciatore granata: nella fattispecie è Bocalon che arriva in ritardo su Di Tacchio rifilandogli un pestone; graziato anche lui. Alla mezz’ora ancora protagonista il capitano dei campani che colpisce involontariamente il pallone con il braccio (largo) nella propria metà campo: la palla gli viene scaraventata sul braccio da un avversario da distanza ravvicinatissima. Dunque, l’arbitro lo ha ritenuto un impatto fortuito. Al minuto 36 arriva il secondo giallo in casa Salernitana. Lopez entra in ritardo su Fiordilino, sanzione che ci sta tutta.
Passano due minuti e arriva il raddoppio degli ospiti. Nell’azione che ha portato alla rete, Tutino parte sul filo del fuorigioco. Il Venezia protesta, ma neppure il fermo immagine toglie ogni dubbio: il calciatore della Salernitana, al momento della partenza, sembra un pizzico dietro la linea “immaginaria” con il piede e forse leggermente avanti con il braccio rispetto all’avversario. In linea di massima l’azione sembra regolare, ma si tratta di un qualcosa di millimetrico impossibile da percepire, a maggior ragione senza Var.
Nella ripresa arriva la prima ammonizione anche per i lagunari. Al minuto 53 è Bjarkason che interrompe la ripartenza di Tutino lanciato verso l’area; giallo sacrosanto. Tre minuti più tardi il Venezia reclama un calcio di rigore per un presunto fallo di mano. Il cross di Mazzocchi finisce sul braccio di Di Tacchio, ma in questo caso è posizionato lungo la schiena ed attaccato al corpo. Giusto non assegnare la massima punizione. Al 61′ viene ammonito per proteste Bertolini, allenatore in seconda del Venezia, per questa partita sostituto di Zanetti. Tre minuti più tardi, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Tutino insacca ma questa volta era in netta posizione di fuorigioco. Al minuto 66 si ripete un episodio simile a quello che ha portato all’ammonizione Di Tacchio. Stavolta però a parti invertite; difatti è il calciatore del Venezia Karlsson che dopo esser andato su per colpire di testa il pallone, nel cadere colpisce con il braccio il volto del play di Castori. In questo caso l’arbitro lascia correre, ma se avesse voluto utilizzare lo stesso metro di giudizio, avrebbe potuto tranquillamente assegnare punizione ai granata ed eventualmente ammonire anche il calciatore arancioneroverde. A metà della seconda frazione si registra l’ultimo episodio degno di nota. Aya strattona Forte in area di rigore ed entrambi vanno giù; nonostante le timide proteste da parte dei padroni di casa, l’arbitro lascia giocare. La non assegnazione del penalty non ha del clamoroso ma certamente nel frangente specifico il difensore della Salernitana ha rischiato moltissimo.
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