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Montervino, cuore di capitano: “Piansi in Salernitana-Verona, ieri tensione si tagliava a fette. Non ci voleva goal di Zigoni”

“Non comprendo come nel secondo tempo la Salernitana si sia fatta schiacciare in maniera così netta dopo un buon primo tempo in cui Djuric è stato praticamente la spina nel fianco della retroguardia ospite. Peccato perché il 2-0 avrebbe dato in dote più positività e dato una parvenza di sicurezza sulla salvezza. Invece, il goal di Zigoni, ora, rende tutto in bilico, senza particolari squadre favorite”. Parola di Francesco Montervino, ieri presente allo stadio Arechi in qualità di delegato AIC al fine di far sentire in maniera ancora più significativa la propria presenza ai giocatori che sono scesi in campo dopo settimane di attesa e incertezze.

Intervenuto ai nostri microfoni, Montervino racconta anche le sensazioni della vigilia, forte del ruolo assegnatogli dall’Associazione Italiana Calciatori: “La tensione, almeno prima del fischio d’inizio, si tagliava a fette. In campo, fortunatamente, è stata una gara tranquilla. Il Venezia era molto concentrato, ha evitato qualsiasi contatto negli spogliatoi. Personalmente ho parlato con Schiavi, a cui ho dato un grosso in bocca al lupo per la gara anche in virtù del rapporto di conoscenza che ci lega. Ieri ho lavorato più da osservatore, analizzando determinate cose da migliorare per i calciatori e per il nostro calcio”.

Nella lunga carriera da calciatore, l’eclettico ex centrocampista ha già vissuto situazioni quasi similari: “Uno dei tanti ricordi che mi vengono in mente è stata la gara con la Nocerina; una vicenda paradossale, con gli infortuni sistematici e il 3-0 dato a tavolino (seguito da successiva radiazione dei rossoneri, ndr). Staccare la spina per 20 giorni, poi “riattivarla” in attesa di sentenze ed infine essere sul campo è un percorso difficile dal punto di vista mentale, Ieri il clima era davvero surreale. Penso che vincerà il playout la squadra che si scrollerà di dosso e meglio questa nociva situazione psicologica”.

Infine, una chiosa finale proprio su una finale vissuta, ma che non ha potuto giocare in quanto squalificato: “Una delle emozioni più forti vissute nel calcio è stata in Salernitana-Verona. Ho vinto campionati, sono stato capitano del Napoli, vivendo da protagonista la promozione in A conquistata a Genova. Ma quella partita entra di diritto nella mia top-five di momenti più emozionanti della mia carriera: non potevo sfogare in campo, avevo tanta adrenalina addosso. Non ho fatto altro che piangere come un bambino”. 

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