Il primo errore del campionato di Micai poteva costare caro. Il portierone granata, intorno al quarto d’ora del secondo tempo, è intervenuto male su Melchiorri concedendo il rigore dell’1-1. Fortunatamente Micai non si è abbattuto e dopo il rigore ha continuato a fare quello che gli riesce meglio: parare. In tutti i modi. Il portiere granata è nettamente il miglior giocatore stagionale, almeno per il momento. “E non credo sia una cosa positiva”, commenta il numero uno mantovano mostrando il suo miglior sorriso. Probabilmente Micai ha ragione, ma le sue parate stanno valendo come i gol. Impossibile determinare quanti punti della Salernitana siano merito anche dell’ex Bari, giusto pensare che con un Micai così si può andare molto lontano: “Non credo di essere un grande giocatore – risponde un modesto Micai ai tanti elogi in sala stampa – I conti li faccio alla fine: le mie parate non valgono più dei gol dei miei compagni. Fa piacere avere buona considerazione da parte della piazza. Vorrei continuare su questa lunghezza d’onda per toglierci belle soddisfazioni a fine anno”.
Si è subito creata sintonia tra Micai e il pubblico di Salerno, ogni volta che il portiere raggiunge i pali viene accompagnato da tantissimi applausi: “Non me lo aspettavo. Sapevo che Salerno era una piazza calda e importante, fa piacere che i tifosi si impegnino per rendere tutto molto bello. Sono contento che siamo seguiti anche in trasferta, le vittorie aiutano a portare più persone allo stadio e quindi faremo il massimo. Non mi aspettavo questo inizio, Salerno a volte è diffidente nei confronti dei portieri e mi fa piacere si sia creato un feeling con la curva. Quando dai il 100% tutti i giorni è difficile non creare un rapporto amorevole”.
Ci tiene alle percentuali Micai. Le vittorie sul campo sono il merito del “120% che tutti noi diamo anche in allenamento”, però anche oggi la Salernitana ha sofferto troppo. Ben vengano le parate decisive, meglio ancora se Micai diventi solo “spettatore”: “Oggi la parata su Melchiorri è stata la più difficile, in una frazione di secondo sono riuscito a reagire al colpo di testa e mi sono allungato sul secondo palo. Sono stato fortunato perché la palla ha rimbalzato a terra e il campo era secco, il pallone non ha preso velocità. Sul rigore devo fare mea culpa: sono stato un po’ sorpreso perché nel primo tempo ero andato a contrasto con Mustacchio e pensavo di avergli fatto male, nel secondo tempo ho avuto un attimo di ripensamento e non volevo far male all’avversario. Melchiorri mi ha fregato, bravo lui. Non ritengo ci sia stata fragilità difensiva oggi, ci sono stati 20 cross respinti dai nostri difensori sempre ben piazzati. Inoltre Gigliotti ha fatto un grandissimo salvataggio alla fine. C’è alchimia nel reparto e sul gol la colpa è solo mia. Dovevo uscire e farlo meglio”.
L’importante però era trovare i 3 punti, anche perché domenica si va in Calabria e la partita sarà tostissima: “Volevamo vincere la partita, adesso andiamo a Crotone e sarà una partita difficilissima. Non possiamo andare a Crotone, Verona e Benevento con la pretesa di vincere e per questo volevamo assolutamente i 3 punti oggi. Non ci saranno cali di tensione, la squadra dal martedì fino al giorno della partita è sempre concentrata e questa attenzione si trasforma in fortuna in gara. Senza Schiavi? C’è coesione tra tutti, parliamo tra di noi, in difesa come a centrocampo. Se qualcuno vede qualcosa che non va bene lo dice, tutti si applicano e sono contento di questo“.
La Salernitana è una vera squadra, ma c’è il rischio che qualcuno con poco minutaggio possa creare dei malumori nello spogliatoio: “Il mister ci ha sempre detto che la chance l’avremo tutti, dà certamente fastidio non giocare ma capisco che chiunque è qui vuole essere protagonista. Siamo tutti sulla stessa linea di forza, non c’è chi ci fa vincere la partita da solo ma nemmeno chi ce la fa perde. Gli allenamenti determinano chi merita e chi non merita di giocare. I portieri che sono in panchina su alcuni aspetti sono anche più bravi di me. Io dò il massimo non solo in allenamento ma anche negli spogliatoi, cerco di fare battute per tenere unito il gruppo. Ormai un portiere di Serie B o uno di Lega Pro la grande parata te la fa: quello che fa la differenza è la costanza. Un bravo portiere è tre quarti di squadra“.
E allora tra quella su Laribi e quella su Mustacchio, qual è la parata stagionale preferita di Micai: “La parata più importante è quella che dovrò ancora fare, non serve a nulla adagiarsi sulle cose già fatte e ripensare a Laribi, Mustacchio e Melchiorri. Se poi a Crotone faccio una cavolata la gente si ricorda quella, meglio non pensare alle parate perché la gente dimentica. Concediamo diversi tiri, però abbiamo una foga impressionante nel voler vincere le partite e a volte tornare indietro e farsi i 100metri dell’Arechi è dura. Io sono pronto per la squadra, voglio dare il contributo: ben vengano 10 tiri, l’importante è che li pari”.
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