I casi di Matera e Pro Piacenza in Lega Pro come “soccorso” per le tesi della Lega B? Sì, ma con le dovute differenze. La decisione di cancellare lo spareggio per non retrocedere in terza serie ha sollevato polveroni e polemiche e adesso Mauro Balata, insieme al direttivo della Lega B di cui è vicepresidente Marco Mezzaroma, deve guardarsi dagli attacchi esterni. La posizione dei vertici della lega cadetta è tutt’altro che salda: sarà impegnata domani a difendersi dai dubbi sollevati dal presidente Figc, Gravina (clicca qui per leggere l’articolo), sulla legittimità del direttivo della lega cadetta di poter abolire la disputa dei playout in seguito al terremoto che ha portato il Palermo all’ultimo posto. Domani mattina, nel delicato Consiglio Federale in programma a Roma, l’entourage legale di Balata potrebbe consigliargli anche di prendere le esclusioni dei lucani e degli emiliani come esempio, anche se in terza serie. Pure lì, infatti, è stato cambiato in corsa il meccanismo dei playout, sebbene con una differenza fondamentale: a deliberarlo è stata la stessa Figc (con il comunicato ufficiale numero 78/A del 2 aprile 2019, nda) e non il direttivo della Lega Pro, in cui nei gironi A e C non ci sono retrocessioni dirette ma soltanto una finale playout tra penultima e terzultima (Cuneo e Lucchese da un lato, Paganese e Bisceglie dall’altro; le vincenti spareggeranno ulteriormente tra loro, le due perdenti e la squadra che sarà sconfitta nella finale incrociata tra i due gironi andranno in D). Una differenza sottile ma che pesa ed incarna le principali perplessità di Gabriele Gravina sul discorso delle competenze.
La retrocessione del Palermo all’ultimo posto del campionato 2018/19 decisa dal Tfn e resa immediatamente esecutiva dalla Lega B viene, da essa, equiparata alle esclusioni di Matera e Pro Piacenza. Che sono state già radiate dalla Figc e non hanno completato i rispettivi campionati, a differenza del Palermo. I rosanero le partite le hanno giocate, i risultati sono stati omologati e molte squadre hanno perso o preso punti tramite le partite contro i siciliani. Cosa diversa in C, dove c’è stato l’annullamento dei risultati conseguiti sul campo dalle squadre che avevano affrontato Matera o Pro Piacenza.
Altra differenza. C’è stata la revoca dell’affiliazione per Matera e Pro Piacenza, che dunque – pure “retrocedendo” – non maturano il diritto a partecipare al campionato di Serie D 2019/20 con la stessa società. Il Palermo invece, teoricamente, ad oggi potrebbe accettare il verdetto e maturare il diritto – da retrocessa, seppur a tavolino – a iscriversi come avente diritto alla prossima Serie C. Lo stesso caso che nel 2006 portò la giustizia sportiva a spedire in Serie B la Juventus come ultime in classifica del massimo campionato. In cui non erano previsti i playout per la retrocessione, va ricordato. Il Messina, che si classificò al terzultimo posto, fu poi riammesso in Serie A in sostituzione proprio dei bianconeri, con la classifica che scalò anche in seguito alle penalizzazioni che Calciopoli inflisse a Milan, Fiorentina e Lazio, ad esempio. Non esattamente, quindi, la situazione verificatasi nella stretta attualità.
Secondo la Lega B, nel caso in cui un club sia condannato dalla giustizia sportiva con la sanzione della retrocessione all’ultimo posto, non dovrebbe esserci alcun scorrimento o scivolamento della classifica finale. A supporto di questa tesi, secondo l’odierna edizione del Corriere dello Sport in un articolo a firma di Tullio Calzone, riprendendo il parere dei famosi tre saggi interpellati 13 anni fa dall’allora commissario della Federcalcio, Guido Rossi, secondo cui “in caso di
sanzione di retrocessione all’ultimo posto in classifica, il novero delle squadre retrocedenti nella serie inferiore andrà necessariamente a modificarsi sulla base della nuova classifica post-sanzione”. In realtà sembrerebbe essersi verificato esattamente l’opposto in zona retrocessione, confermando invece la tesi per la zona playoff.
Intanto, tra gli spettatori interessati iniziano ad esserci anche gli altri club retrocessi sul campo, non solo il Foggia. Il presidente del Padova, Roberto Bonetto, dichiara ad esempio di essere alla finestra, visto che non sarebbe da escludere neppure una salomonica soluzione della questione con un clamoroso ritorno alla Serie B a 22 squadre. “Una flebile speranza c’è, se succedono certe cose e per un paio di società passa la linea dura ci potrebbe essere questa possibilità. Ma noi siamo retrocessi sul campo, questo nessuno lo potrà cancellare. Vedremo come andrà a finire”, le affermazioni del massimo dirigente biancoscudato. Non resta che prepararsi a una nuova estate calda, fatta di ribaltoni, sentenze, ricorsi e carte bollate. Il solito.
Alla riunione di domani del Consiglio Federale (11:30) un primo e importante round post terremoto ennesimo. Oltre al presidente Gabriele Gravina, discuteranno sull’argomento i 18 consiglieri rappresentativi delle 7 componenti (leghe e associazioni). Tra loro anche Claudio Lotito, Mauro Balata e il sempre vulcanico Pietro Lo Monaco, in rappresentanza della Serie C. Si preannunciano scintille.
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