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Marino saluta: “Giusto resettare ma che ingiustizia, non dormo da giorni”

“Sono quattro giorni che non dormo. Mi sono sentito preso in giro. Ripenso allo spezzone di Salernitana-Sampdoria. In quei 30’ di calcio giocato, noi non avevamo fatto errori. Altri, invece, sì. Questi errori sono stati determinanti”, sulle colonne de Il Mattino Pasquale Marino, che tra tre giorni saluterà Salerno per scadenza contrattuale, torna al match di ritorno dei playout contro la Sampdoria. “Il Var forse era impegnato a guardare Canale 5 o non saprei. Attraverso figure societarie preposte, abbiamo chiesto lumi sul rigore non concesso. Ci parlano di contatto congiunto piede-pallone. Non mi pare: Soriano viene toccato sulla caviglia, dopo aver già spostato il pallone verso altra direzione. Non faccio illazioni. Però dico che nell’ultima parte della stagione, la regolarità del campionato ha traballato parecchio. Parto dal primo rinvio con il Cittadella: è stata privilegiata la logistica anziché la sequenza di gare del calendario. Cambiato l’ordine, è cambiato pure il peso specifico di alcune partite, scontri diretti. Se ci arrivi già salvo, è involontario ma pure fisiologico un calo d’intensità. Calciatori e staff tecnico hanno pensato solo a giocare. Probabilmente i ragazzi leggevano anche “si gioca-non si gioca” e questa tiritera non ha fatto bene. In campo nel playout di ritorno c’è stato un susseguirsi di errori. I ragazzi all’intervallo hanno rivisto i replay delle azioni dubbie ed è subentrato scoramento, tant’è che qualcuno aveva pensato anche ad un gesto eclatante chiedendoci di non rientrare più in campo, alla ripresa delle ostilità. Non penso alla premeditazione, ma le sviste arbitrali non sono alibi. Sono errori pagati a caro prezzo. L’arbitraggio è stato penalizzante o sbaglio?”.

L’ex tecnico di Bari e Spal è tornato a parlare del rush finale di campionato, sotto la sua gestione: “Fino a Cittadella, grazie a una grande rimonta, siamo riusciti ad ovviare pure a problemi fisici nei quali mi sono imbattuto fin dall’inizio della gestione. Poi i calciatori arrivati alla spicciolata dalle Nazionali, poi nuovi acciacchi affiorati in preparazione dei playout. Ho dovuto gestire. Ma l’aspetto psicologico è stato predominante: noi ci siamo sgonfiati e la Sampdoria ha ricevuto una scossa emotiva non indifferente. Non c’è stato il lieto fine, ma dopo Cittadella eravamo pronti ad affrontare chiunque.  Già la media di gennaio, moltiplicata per 38 gare, vale 51 punti. Il Palermo con 52 ha fatto i playoff. Nelle prime 6 gare, avevamo segnato 9 reti subendone 5 e poteva bastare. Alla lunga, è evidente che siano mancati pure i gol degli attaccanti”.

Appena qualche giorno fa l’allenatore ha sentito telefonicamente il patron: “Ci siamo sentiti lunedì per riavvolgere il nastro di questi tre mesi in granata. Mi ha rinnovato stima e ci siamo lasciati benissimo. Non era argomento di discussione: avremmo valutato un prosieguo solo in caso di B. È da più di 20 anni che non faccio la C”. Per Marino servono i leader da cui ripartire: Ferrari ha giocato pure quando stava male. A Genova, andata playout, si era bloccato e ha fatto tante punture”.

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