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Liverani (ancora) contro il suo passato: nel 2020 divorzio burrascoso dopo un doppio salto top a Lecce

Fabio Liverani contro il suo passato, volume 2. A Cagliari non è andata bene, ora contro il Lecce il tecnico granata spera di centrare il suo primo successo sulla panchina granata in una condizione che definire disperata è poco: ha praticamente tutti e due i piedi in B, non è riuscito a dare la scossa richiesta in tempi record (perché di tempo non ce n’è) e l’obiettivo è quantomeno rinviare la mannaia dell’aritmetica e chiudere la stagione dignitosamente. Dieci partite sono tante e l’allenatore lo sa.

A Lecce ha scritto le pagine migliori della sua carriera da tecnico. Tre anni, dal 2017 al 2020, un doppio salto dalla Serie C alla Serie A, 115 panchine complessive con un bilancio di 51 vittorie, 37 sconfitte e 27 pareggi per un’esperienza culminata con la retrocessione in cadetteria del 2020. I salentini ci arrivarono comunque con la speranza fino all’ultima giornata: erano terzultimi con 35 punti, preceduti dal Genoa (del “solito” Davide Nicola) di un solo punto e dovevano battere il già salvo Parma al Via del Mare sperando contemporaneamente in un mancato successo del Grifone in casa contro il già salvo Verona. I liguri andarono sul velluto e vinsero mentre i giallorossi crollarono (3-4) tra le mura amiche contro i ducali. Liverani nella stagione seguente si sarebbe accomodato proprio sulla panchina emiliana.

La società pugliese esonerò Liverani a fine stagione, quella terminata ad agosto a causa dell’interruzione per via del Covid, e nel comunicato apposito aggiunse che “con riferimento ai rapporti di lavoro intercorrenti con il tecnico su menzionato l’US Lecce riserva ogni opportuna valutazione in ordine ad eventuali profili di responsabilità”. Il benservito arrivò quasi venti giorni dopo la fine del campionato, quando si pensava che potesse restare ancora in B. Non mancarono le polemiche e si vociferò che la decisione fosse giunta per i sospetti che Liverani trattasse con altre società di massima serie. Era il 19 agosto 2020. Il giorno prima il medico sociale leccese, il dottor Palaia, aveva salutato adducendo proprio alcuni contrasti con l’allenatore per la gestione degli infortunati: “Non ne ho mai visti tanti in 40 anni. Lascio per espressa volontà del signor Liverani”.

All’indomani del suo esonero, Liverani commentò così con una nota affidata all’Ansa: “Ho appreso con profondo dispiacere e sconcerto dell’esonero deciso dalla società. Leggo della telefonata intercorsa tra me ed il presidente nella mattinata di ieri. Ebbene quella telefonata non lasciava presagire nulla di quanto poi accaduto in relazione ad i contenuti, né per come la stessa si è conclusa. Si è voluto interrompere bruscamente e immotivatamente un rapporto umano e personale  prima ancora che calcistico e professionale che mi univa ad una squadra, ad una città e ad una tifoseria a cui sono molto legato. Restano per me, al di là di inutili e sterili polemiche, i successi ottenuti sul campo per i quali ringrazio il mio staff ed i miei calciatori. Ho lavorato sempre con impegno e professionalità ed i risultati raggiunti sul campo lo testimoniano. Mi riservo quindi con grande rammarico di tutelare la mia persona e la mia immagine nelle sedi opportune”. Alla fine la vicenda si è conclusa senza strascichi ed è rimasto immutato l’affetto con cui la piazza leccese ricorda Liverani. Per lui sarà la prima volta da ex contro il Lecce.

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