Un’autentica lectio magistralis. A 360°. Di comunicazione e strategia, di progetti e visione. Danilo Iervolino irrompe nel pianeta Salernitana e lo fa con tutto il suo travolgente entusiasmo. Un fiume in piena, un vulcano d’idee e progetti. Folgorante la capacità di engagement del neopresidente, capace di raggiungere in appena quattordici giorni picchi di popolarità forse mai toccati da nessuno dei suoi quarantanove predecessori. E non soltanto per essere stato l’artefice della liberazione dal cappio multiproprietà e dal giogo di una gestione dittatoriale più che manageriale.
Colpisce il segno la sua brillante capacità comunicativa, il suo forbito lessico ma moderno ed essenziale, senza maccheronici ed arcaici latinismi. Tante parole, ma tutte finalizzate ad illustrare gli obiettivi da perseguire. Chiari, moderni, avveniristici per un contesto aziendale ad oggi orientato ad una gestione patriarcale ed esclusivamente focalizzato al risultato del campo. Che sarà anche “l’unica cosa che conta”, per dirla alla Boniperti, ma neppure tanto per chi vuole fare della Salernitana qualcosa di più di una “semplice” squadra di calcio. Iervolino non ha lesinato stoccate alla vecchia gestione, ma con la sua proverbiale eleganza. Nessun “j’accuse” diretto, bensì la sottolineatura dello “straordinario lavoro” svolto sotto l’aspetto dei risultati sportivi, puntualizzando però l’assoluta ed ormai intollerabile assenza di empatia con l’ambiente. Quel “link d’amore” che invece è stato autentico colpo di fulmine tra l’imprenditore di Palma Campania ed il popolo granata.
Poche promesse e tanti progetti, ma soprattutto idee chiare per realizzarle. La tifoseria supporterà, incoraggerà e giudicherà, con fiducia e con la mente sgombra dai veleni del passato. L’idea di “società duale” di Iervolino lascia presupporre la creazione di un’articolata struttura manageriale, autentica utopia per una società finora votata all’unilateralismo decisionale. Non più ogni potere in capo ad un solo individuo, bensì precise aree di business ed intervento, ognuna con la sua strategia e con i suoi obiettivi da perseguire. Un’azienda dinamica e moderna, votata al business ma ascoltando il ‘mercato’, vale a dire la propria tifoseria. Indubbiamente l’asset più prezioso della Salernitana. Iervolino lo ha immediatamente intuito, pur da neofita del calcio: il tifoso, pur sorretto da incrollabile fede, va coltivato, coccolato ed all’occorrenza ascoltato. L’idea di proporre un “centro d’ascolto” delle istanze della tifoseria suona come qualcosa di più d’una semplice inversione di tendenza rispetto al passato. E’ rivoluzione pura in un ambiente fino a due settimane fa caratterizzato da una continua contrapposizione tra le parti. “I tifosi facciano i tifosi”, quasi a voler ribadire: andate allo stadio, pagate il biglietto, sottoscrivete gli abbonamenti alla pay-tv e fatevi andare bene tutto il resto. Così è stato per anni e fino all’ultimo giorno, col disperato tentativo di nascondere sotto al tappeto la cenere di quello che oramai era autentico incendio.
Sul lato sportivo parlerà in campo. Ma dovrà giocoforza farlo nel tempo. Pur animato dalle migliori intenzioni, Danilo Iervolino sconterà necessariamente l’eredità di scelte altrui. L’inversione di tendenza però è assicurata dalla scelta di Walter Sabatini, unanimemente considerato tra i direttori sportivi più lungimiranti e competenti sul panorama nazionale. Che partirà necessariamente dallo scouting, e non dalle segnalazioni della solita e ristretta cerchia di procuratori.
“Essere vincenti è uno stato d’animo”. Iervolino è appena agli inizi ma ha già vinto, riuscendo lì dove la triade romana ha completamente fallito in più d’un decennio. Nel parlare alla pancia della gente, nel creare osmosi e feeling. “Il pessimismo non ha mai vinto una guerra”: ben detto, presidente. Perché da ieri Salerno può guardare al futuro con ottimismo e fiducia. Sapendo di poter comunque retrocedere, ma con la consapevolezza d’avere alle spalle una struttura manageriale impegnata nel creare “cose belle di cui andare fieri”.
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