Non è stato sorpreso della retrocessione in Serie C Ivan Radovanovic. L’ex centrocampista della Salernitana ha rilasciato alcune dichiarazioni sul campionato condotto dall’ippocampo, ma secondo il suo parere tutto è cominciato nell’anno della salvezza sotto la gestione Nicola: “Non è stato sorpreso della retrocessione in Serie C Ivan Radovanovic. L’ex centrocampista della Salernitana ha rilasciato alcune dichiarazioni sul campionato condotto dall’ippocampo, ma secondo il suo parere tutto è cominciato nell’anno della salvezza sotto la gestione Nicola: “L’ambiente non era dei migliori dopo la salvezza. Nello spogliatoio c’eravamo noi della vecchia guardia, tanti stranieri, tanti francesi e tanti inglesi. Fu deciso di seguire la strada del collegio arbitrale nei miei confronti perché avevo rifiutato il Cagliari, così ho deciso di rescindere. Tutto quello che è accaduto quest’anno parte da quello. Dopo Salerno ho smesso di giocare a calcio. Noi potevamo aiutare chi era arrivato, bastava prendere un ragazzo ed un senatore e così saremo rimasti in Serie A per vent’anni. Io mi sono tatuato la Salernitana sulla pelle, non mi sorprende la doppia retrocessione”.
Secondo il classe 1988, attualmente allenatore della Primavera del Partizan, alcune colpe della retrocessione in Serie C risiedono nella poca personalità dei giocatori: “La squadra non è stata costruita male con i nomi. Io ho cambiato tante squadre ma la maglia della Salernitana pesa perché é importante. Quando la Salernitana è retrocessa io ho pensato solamente ai tifosi. Io ho giocato solamente un anno al sud e qui ho trovato l’affetto maggiore di tutta la mia carriera. Mi è dispiaciuto per chi lavora dietro le quinte e per il pubblico. Indossare la maglia è molto difficile, può essere bella quando le cose vanno bene, ma quando le cose vanno male è molto pesante. Molti giocatori, quando le cose andavano male, non erano in grado di indossarla. Probabilmente la confusione creata con diversi allenatori e direttori non ha contribuito all’unione nello spogliatoio. Noi ci salvammo perché eravamo un gruppo di uomini veri con attributi, forse questo è mancato quest’anno”.
Non sono mancate le critiche all’organizzazione dei playout ma comunque Radovanovic non ha cercato alibi per i granata: “Sicuramente l’organizzazione dei playout ha contribuito alla sconfitta della Salernitana. Allenarti per un mese in estate non è facile. Purtroppo il calcio è così, alla fine abbiamo perso. La Sampdoria è stata avvantaggiata mentalmente, hanno avuto un’altra opportunità e si sono allenati in modo diverso. Non deve essere un alibi perché hai perso in malo modo entrambe le partite, ma posso capire”.
Tanti complimenti per il nuovo direttore sportivo della Salernitana: “Faggiano è un uomo con molta personalità. L’ho avuto a Genova nel 2020, portò Pellegrini dalla Lazio, Zappacosta, Scamacca, Badelj, quindi giocatori importanti. Bravi giocatori, ma in questo caso parliamo di altro budget. Lui è una persona molto diretta, l’ho avuto pochi mesi e non ci vedevamo tanto per il covid. Non so perché andò via, per quel tempo in cui ha lavorato a Genova mi è piaciuto molto per la scelta dei giocatori e per il rapporto con noi. In Serie C si deve vedere, sono contento, essendo tifoso della Salernitana, che sia arrivato lui”.
Il serbo non chiude ad un ritorno a Salerno, essendo innamorato della squadra e della città: “Adesso sono diventato allenatore della Primavera del Partizan Belgrado. Io sono cresciuto in questa squadra ed ora sono diventato allenatore. Ho preso il patentino A, voglio fare l’allenatore ed il Partizan è una delle scuole migliori. Ci sono sempre stati buoni talenti, tra cui anche io. Io non sono andato al collegio arbitrale perché chi m’ha citato in giudizio l’ha voluto fare a nome della Salernitana. Non posso andare contro chi ho tatuato sulla mia pelle. Quando parlo con Iervolino, io parlo sempre in modo educato. Adesso sono stato a Santa Maria di Castellabate in vacanza ed ho fatto anche una passeggiata, sono venuto con la mia famiglia perché mi manca la città. Ho qualche rapporto con qualcuno della società, ma non con chi decide. Io ci sarò sempre per la Salernitana. Per me è importante portare allenatori e soprattutto giocatori che conoscano il campionato. Inutile portare giocatori dalla Serie A alla Serie C. Il girone non è tanto facile considerando le piazze importanti. Per me la società ed il direttore si devono basare su chi conosce il campionato, se sali in Serie B è un’altra cosa. Adesso bisogna immaginare che la Salernitana sia una big in Serie C e tutti daranno il massimo contro di lei, bisogna avere giocatori che conoscano il campionato”.