La Lega B oggi sarà al lavoro per elaborare una proposta da portare nella prossima assemblea, contenente le linee guida da seguire da punto di vista sportivo per la eventuale prosecuzione del campionato con un cambio di format. Ne discuteranno i componenti del consiglio direttivo in una videoconferenza. Marco Mezzaroma, che ne è il vicepresidente, sarà quindi online con Mauro Balata e con gli altri consiglieri (Vigorito per il Benevento, Rossi per la Cremonese, Santopadre per il Perugia, Sebastiani per il Pescara e Corrado per il Pisa): verrà fuori una bozza da discutere con tutti gli altri presidenti in assemblea ancora da fissare, ma che – da nuove regole statutarie – per situazioni emergenziali può essere convocata anche quarantotto ore prima. Così dovrebbe essere in questa settimana, peraltro con assemblea precedente (quella del 22 aprile) lasciata volontariamente aperta per poterla riprendere in ogni momento utile.
Mentre dal punto di vista medico-sanitario la Serie B è giocoforza costretta ad attendere il rifacimento del protocollo Figc che sovrintende tutto il sistema calcio, in chiave ripresa può quantomeno discutere sul da farsi dal punto di vista sportivo: riprendere regolarmente, con 111 partite da giocare (playoff, playout e recupero Ascoli-Cremonese compresi) potrebbe essere difficile per tempistica (un mese e mezzo dal 13 giugno a fine luglio potrebbe essere poco) e anche perchè comporterebbe un numero di partite spropositato rispetto alle esigenze di limitare comunque al minimo indispensabile gli assembramenti. In ogni gara, infatti, benché giocata a porte chiuse, tra calciatori, addetti ai lavori, forze dell’ordine, operatori tv, giornalisti e quant’altro, sono coinvolte comunque molte persone, circa 500.
Posto che qualsiasi decisione venga presa, qualcuno resterà sempre scontento, l’obiettivo di Balata è quello di limitare al minimo il numero di possibili ricorsi alla giustizia sportiva e ordinaria, come già accaduto anche nel recente passato. Per farlo, occorre mettere a punto una serie di precauzioni e soprattutto tanto buon senso. La Salernitana e altri club spingono per il compromesso della disputa dei soli playoff, magari allargati a dieci squadre con esclusione del Benevento che sarebbe direttamente promosso in A. Gli spareggi potrebbero essere giocati in gare secche con concentramenti in aree geografiche limitate, consentendo così alle squadre di non fare molti viaggi e di stabilire un proprio quartier generale in una specifica città. Andrebbe individuata una regione (o più regioni confinanti) con un adeguato numero di impianti per poter ospitare le gare. La cosa si renderebbe necessaria a prescindere per alcuni club del nord che sarebbero probabilmente impossibilitati a ospitare in ogni caso eventi sportivi, anche se a porte chiuse. Insomma, si parlerà di questo e anche di un possibile annullamento dei playout. La Serie C, infatti, ha serissime difficoltà e quasi certamente non riprenderà: non piace l’idea che dalla terza serie venga promossa una quarta squadra con sorteggione, motivo per cui potrebbero staccare il pass per la Serie B solo le prime tre dei rispettivi gironi al momento dell’interruzione, ovvero Reggina, Vicenza e Monza. Di conseguenza, dalla cadetteria non sarebbe più necessario decretare la quarta retrocessa e a quel punto sarebbero Livorno, Cosenza e Trapani a salutare il campionato (e probabilmente anche le società ad adire le vie legali, nda). Peraltro, con Ascoli-Cremonese da recuperare per la regular season, sarebbe difficilissimo poter decidere chi mandare ai playout: i grigiorossi sono quartultimi, i marchigiani sestultimi e ci sono solo due punti di differenza tra loro. Insomma, evitare i playout toglierebbe più di un grattacapo alla B.
Di questo e altro ne parlerà il direttivo di Lega B oggi in videoconferenza, per poi aggiornare e decidere con tutti gli altri presidenti alla ripresa dell’assemblea: il 4 maggio è fissata la riunione dei club di Lega Pro, che potrà dare spunti maggiori per il su citato discorso delle retrocessioni dalla cadetteria, mentre l‘8 maggio Gabriele Gravina ha convocato un importantissimo Consiglio Federale, nel quale probabilmente saranno portate le proposte di cambio format e prese le decisioni del caso per ogni eventualità. Del resto, il ministro Spadafora è stato chiaro: “La ripresa degli allenamenti di gruppo che auspichiamo per il 18 maggio non garantirebbe una sicura ripartenza anche dei campionati, che a detta anche della Figc dovrebbe avvenire non prima del 13 giugno. Da qui a quella data ci separa troppo tempo e nessuno sa come l’Italia reagirà e quali saranno i dati”. Ergo, occorre ufficializzare anche un piano B nel caso in cui non si possa tornare in campo.
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