Walter Sabatini non molla, chiede scusa a Inzaghi “per non averlo aiutato abbastanza” e accoglie Fabio Liverani, forte della conoscenza ultraventennale, per cercare il miracolo bis in granata. Il direttore generale della Salernitana ha accompagnato il tecnico nella conferenza stampa di presentazione e questo pomeriggio seguirà dal vivo il suo primo allenamento al Mary Rosy.
“Si arriva a un certo punto nella vita in cui la verità diventa necessaria. Mi devo scusare con Inzaghi: non l’ho aiutato abbastanza, il calciomercato di gennaio l’ho portato avanti un po’ a rilento per una serie di contraddizioni ed episodi sfavorevoli che mi hanno condizionato, avrei potuto e dovuto portare alcuni giocatori nei primissimi giorni di gennaio, non ci sono riuscito e non ho aiutato un allenatore in difficoltà. Mi scuso profondamente con lui e gli auguro fortuna e una carriera fulgida”, ha detto Sabatini all’esordio della conferenza.
Poi, il discorso si è spostato su Liverani con tanti aneddoti anche sul suo passato da giocatore e sui primi contatti tra loro a cavallo tra fine anni Novanta e inizio Duemila: “Lo conosco da tempo, è un uomo cresciuto anche faticosamente in una dimensione di Roma che conosco, dove non è facile vivere per un ragazzino, a Tor Bella Monaca. La sua palestra di vita è stata la strada e vi garantisco che lì si impara più che a Coverciano. Era un rompiballe che giocava da numero 10 nella Viterbese, questo disgraziato mi fece due gol quando ero all’Arezzo. Poi il Perugia fece ritiro di Serie A e Liverani fu aggregato, dato che la viterbese era della galassia Gaucci. arrivò come un soggetto sconosciuto e nel giro di pochi giorni, attraverso un’intuizione eccezionale di Cosmi che origliava i giocatori come si esprimevano nei confronti di Fabio, in particolare Alenichev che diceva che solo Liverani riusciva a dargli la palla nei tempi e nei modi giusti. Serse è un uomo intelligente e ha maturato l’idea di piazzarlo regista. Per prendere un ragazzo dalla C e fargli fare questo ci vogliono coraggio e grande visione. Nel giro di dieci giorni Liverani era un capo: a un allenatore serve carisma e conoscenza, se nel giro di pochi giorni in una squadra che aveva giocatori espertissimi era un dominatore, vuol dire che ha sfruttato il suo carisma tecnico e umano. Nel giro di qualche mese è stato venduto alla Lazio per più di 20 miliardi. Chi ha questa storia da calciatore sfrutta qualità che non sono solo tecniche ma di cultura e attitudine che è quello che servirà a noi a Salerno”.
Sabatini ribadisce di credere fermamente nella salvezza: “Nessuno ha abdicato, non mi sentirete fare proclami rispetto alla salvezza, non è la mattinata giusta ma io so dentro di me che noi ci salveremo. So anche che molti rideranno perché il risultato di venerdì è stato una mazzata quasi definitiva ma a me non frega niente. Ho un allenatore nuovo, pieno di idee e motivazioni, un gruppo che va messo a fuoco. Sono certo che Fabio con la sua scaltrezza ci riuscirà già oggi pomeriggio. Fatico troppo a vivere, non posso permettermi di non andare subito al dunque. Stasera Liverani dovrà venire da me e dire che questa squadra vale la salvezza, me l’aspetto. Siamo passati dal 5% al 3,5%”.
Poi, i giudizi sul mercato. Era stato molto autocritico sui social alla fine della compravendita dei calciatori, poi ha preso lo svincolato Manolas. “Intendevo che il mercato è stato insufficiente per i tempi, non tanto per le scelte dei giocatori. Avrei dovuto fare tutto e subito e invece non sono riuscito per tanti contrattempi. Manolas ci darà una mano ma non sarà lui a risolvere tutti i problemi. Li risolverà l’allenatore che deve mettere in campo un undici che sappia come recuperare palla. Non è mai un giocatore che cambia il corso di una stagione ma la squadra che con l’allenatore viene prima di qualsiasi cosa. Sono certo che Fabio troverà un concerto di giocatori che si attiveranno in una certa maniera. Weissman? È stata l’opportunità dell’ultimo secondo, ne stavo cercando uno con quelle caratteristiche, ci è stato offerto e l’abbiamo preso. Questa non è mai diventata una squadra. Se tutti tirassero fuori la verve e la disperazione che io preferisco, come Weissman… quel ragazzo ha giocato con follia, rabbia, andava a raccogliere la palla fuori dal campo. Se tutti esprimessimo questo tipo di follia per l’allenatore sarà probabile riuscire a tirar fuori qualcosa di importante”.
Pubblicando il commento, dichiario di aver letto accuratamente il regolamento e di accettarlo per intero, assumendomi la piena responsabilità di ciò che scrivo. Presto il mio consenso al trattamento dei dati personali, ai sensi del d.lgs. N. 196/2003. La mia identificazione, in caso di violazione delle regole e di eventuali responsabilità civili e penali, avverrà tramite indirizzo IP e non tramite nick o indirizzo email sottoscritto.