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La Serie A di chi lavora nell’ombra: la gioia di medici, magazzinieri, segreteria e ufficio stampa

C’è chi gioca, segna o si sgola in panchina, c’è chi sovrintende in giacca e cravatta e becca applausi – quando le cose vanno bene – o sonori fischi se va tutto male. Ma ci sono anche gli “invisibili”, quelli del lavoro dietro le quinte. La promozione della Salernitana è anche dei componenti dello staff sanitario, dirigenziale e amministrativo che quotidianamente in sede e sul campo ha lavorato per mettere i ragazzi di Castori nelle migliori condizioni di giocare e vincere.

Ieri è stata una giornata di festa e premiazioni anche per loro. Ha rischiato di esserci uno straordinario di lavoro per il responsabile sanitario, Epifano D’Arrigo (foto al lato), chiamato in fretta e furia all’esterno dello stadio dove un tifoso aveva riportato una ferita importante nel tentativo di arrampicarsi sulla recinzione esterna (clicca qui per leggere), nel bel mezzo dell’euforia per il saluto ai calciatori. Fortunatamente, l’intervento del personale medico della Misericordia ha scongiurato guai seri e tranquillizzato il giovane (che sta bene) trasportandolo in ospedale. D’Arrigo ha vissuto due momenti difficili in questa stagione, entrambi riconducibili a Patryk Dziczek, che ha gestito con sangue freddo e competenza. Un’annata movimentata anche per i diversi tormenti di Cristiano Lombardi e per qualche contrattempo di fine stagione tra Aya e Coulibaly che ha tenuto col fiato sospeso lo staff tecnico. Per il resto, non ci sono state altre criticità a livello di infortuni. Una grande mano l’hanno data tutti i massaggiatori, fin dal primo giorno di ritiro a Sarnano: Angelo Mascolo, Davice Cuoco e Michele Cuoco sono sempre stati presenti al servizio dei calciatori, al pari del nutrizionista, Andrea Cioffi, che ha spesso seguito la squadra anche fuori, come ad esempio a Pescara nel decisivo match vinto cinque giorni fa.

Accanto a loro, il preziosissimo operato di Gerardo Salvucci (foto in alto) e Rosario Fiorillo, i due magazzinieri del club. Coloro che si sobbarcano tutte le trasferte – indipendentemente dalla distanza – in furgone, con la necessità di arrivare prima della squadra sempre e comunque per preparare divise, spogliatoi, materiale. Salvucci, in particolare, è uno dei pochissimi dipendenti superstiti del primo Salerno Calcio: era magazziniere anche in Serie D e ne è passata di acqua sotto i ponti. “Una grandissima emozione per me”, si limita a commentare l’operatore cilentano, perfezionista e generoso.

Piero Avella, dirigente addetto agli arbitri, anche lui salernitano, ha avuto il suo bel da fare in questa stagione per “scortare” i direttori di gara di turno e soprattutto provare a mediare con i focosi comportamenti dei suoi dirigenti in panchina. Lo hanno candidamente ammesso, col sorriso sulle labbra, proprio Alberto Bianchi e Salvatore Avallone, più volte espulsi e squalificati per proteste da bordo campo. Hanno vissuto e “giocato”, del resto, anche loro le partite dei granata. Bianchi – club manager – lo aveva fatto da calciatore conquistando sul campo la promozione in cadetteria nel 2015. Il popolare “Sasà”, team manager dall’estate 2014, non ha avuto invece mai modo di vestire il cavalluccio marino nella sua lunga carriera in calzoncini e scarpini. Si è tolto però delle belle soddisfazioni in giacca e cravatta e questa Serie A vuol godersela come bel successo professionale: mano sul cuore per lui all’atto della premiazione, uno di quelli che ha sofferto più di tutti nei momenti difficili.

Massimiliano Dibrogni

Massimiliano Dibrogni è arrivato da soli due anni a Salerno, ma è già entrato in sintonia con l’ambiente. Lui la Serie A l’ha già fatta a Verona e Palermo, oltre che a Carpi con Castori. Il segretario sportivo granata si è rivelato una garanzia di precisione in tutti i compiti a lui assegnati, compreso il perfezionamento delle operazioni di calciomercato. Fu anche tra i primi a recarsi all’ospedale di Ascoli per assistere Dziczek lo scorso 20 febbraio. “Non è facile star dietro al direttore Fabiani”, ha detto ieri Bianchi nel ringraziare pubblicamente Dibrogni, distinto e garbato. Con lui ha lavorato a stretto contatto anche Sergio Leoni, segretario del settore giovanile. Molto importante la collaborazione dirigenziale anche di Gabriella Borgia sulla logistica, sull’organizzazione degli spostamenti e sugli eventi. All’amministrazione c’è un’altra storica, silenziosa ma infaticabile dipendente della società come Maria Vernieri, anche lei tra i superstiti dell’esperienza Salerno Calcio e che in precedenza aveva lavorato per la vecchia Salernitana Calcio; nel suo ufficio anche Paola Palmieri. Da tre anni a Salerno c’è Claudio De Leonardis, referente per il marketing, barese e quindi simpatizzante innato dei colori granata ancor prima di vestirli da dirigente. Fondamentale anche l’apporto di Domenico Di Lorenzo e Antonio Russo come delegati alla sicurezza del club, anche se con le porte chiuse della stagione appena trascorsa i momenti di criticità sono stati ridotti assolutamente al minimo. Con loro ha collaborato anche Yuri D’Amato, Supporter Liaison Officer.

Gianluca Lambiase

Infine, ultimo ma non ultimo, l’addetto stampa. Anche Gianluca Lambiase è particolarmente legato a questa società: fu “ingaggiato” a partire dalla terza giornata del campionato di Serie D con i colori blaugrana e, da allora, non ha mai smesso di spendersi per il club di Lotito e Mezzaroma. Si è trovato spesso a fare da cuscinetto in situazioni difficili, anche sgradevoli, senza mai perdere la bussola, con il suo portatile acceso in ogni trasferta e l’aiuto di uno staff di collaboratori nel quale spicca la fede granata di Luca Scafuri, speaker dell’Arechi ormai da sette stagioni. Lo scatto verso il campo di Lambiase al triplice fischio dell’arbitro a Pescara è stato da… stiramento, ma ha retto anche quello. Dopo tante tensioni – la piazza di Salerno non è affatto facile dal punto di vista della “comunicazione” – scelte infelici, e sacrifici, questa promozione potrebbe rappresentare anche una rinascita, una nuova apertura nei rapporti con la stampa. L’auspicio è questo. Lo stesso addetto stampa ha ringraziato la stampa per aver “condiviso e raccontato un trionfo storico che attendevamo tutti da tantissimo tempo. È stato un cammino lungo e difficile, partito tra scetticismi e dissensi e culminato nel successo di un gruppo che ha saputo reagire sempre senza arrendersi mai. Tra le mille difficoltà che questa stagione ha comportato, tra tamponi, sale stampa chiuse, conferenze a distanza, bolle e gare ravvicinate, siamo riusciti a testimoniare una cavalcata strepitosa e a sentirci un po’ più vicini anche quando eravamo obbligati a restare distanti. Grazie a tutti voi per il lavoro che avete svolto. Godiamoci questo trionfo”.

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