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La primavera sorride a Rosina. L’ex Zenit chiamato ad un altro finale di stagione da protagonista

Quattro sconfitte nelle ultime cinque partite continuano a far navigare la nave Salernitana in acque agitatissime, ma qualcosa da salvare c’è. A strappare un timido sorriso è il ritorno in campo di Alessandro Rosina. I quarantacinque minuti giocati contro il Venezia sabato e gli ottantanove di martedì a La Spezia hanno certificato che, nella povertà tecnica di questa squadra, c’è un disperato bisogno della classe del dieci calabrese. Il classe ’84 ha contribuito in maniera significativa agli ultimi due gol granata, entrambi realizzati da Djuric. Contro i lagunari da un suo sinistro a giro finito sul palo è nato il tap in della punta bosniaca, servita ancora da Rosina in Liguria, per andare a realizzare di testa lo 0-1 a fine primo tempo. La presenza del fantasista calabrese in campo ha quindi giovato alla vena realizzativa dell’ex Cesena, ora in grado di avere più palloni giocabili. Una presenza arricchita da voglia, motivazioni e giocate imprevedibili che hanno innalzato il tasso di pericolosità della squadra di Gregucci, e sacrificio.

L’ex Zenit è alla terza stagione all’ombra del castello Arechi e dopo la prima (2016/17), con 6 reti e 4 assist in 38 presenze (2863 minuti giocati), di cui 32 da titolare, sotto la gestione Sannino-Bollini, ha faticato a trovare continuità nella successiva, a causa di problemi fisici e non solo. Nell’annata 2017/18, prima con Bollini, poi con Colantuono, Rosinaldo ha collezionato 20 presenze (i minuti disputati sono scesi a 1140), segnando 4 gol in meno e servendo 3 assist in meno rispetto alla precedente annata. Il dato che salta all’occhio sono le 10 presenze raccolte in sei mesi (settembre-febbraio) e le successive 10 da marzo a maggio, racimolate pertanto in metà del tempo.

Una resurrezione in primavera insomma. La corrente stagione non è di certo nata sotto una buona stella. I problemi fisici, le frizioni con la società, con l’inclusione al fotofinish nella lista over, e le scelte tecniche dell’ex Colantuono hanno relegato il giocatore a dodici tribune di fila nelle prime dodici giornate, con il ritorno in campo per 45 minuti a Cittadella il primo dicembre (esordio bagnato con gol). Finora i numeri dicono 11 presenze (la miseria di 460 minuti giocati), di cui 8 da dicembre a febbraio e 3 negli ultimi ventisei giorni, contro Crotone, Venezia e Spezia. I tifosi e ovviamente Angelo Gregucci si augurano che si ripeta lo sprint primaverile dello scorso campionato, con Rosina al timone della nave granata, con l’obiettivo del porto sicuro chiamato salvezza.

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