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La donna, il sogno, il grande incuBo…ma l’alfabeto degli amanti granata non ha lettere

La donna, il sogno, il grande incu(B)o. Max Pezzali con gli 883 risuona da lontano come a dover siglare e chiudere il cerchio di una serata che ha aritmeticamente lasciato la presa verso la cadetteria per la Bersagliera. La Salernitana è una donna, il sogno è durato tre anni, il grande incubo sta per tornare. E non è la serie B ma quel patrimonio costruito mattoncino dopo mattoncino che ha abbracciato una intera città che ad ogni weekend riusciva a ritrovarsi sulle gradinate dello stadio Arechi per raccontarsi una settimana da cui scappare per incontrarla di nuovo e che bisogna sostenere a mani nude per non far sì che possa sgretolarsi. Come gli innamorati che provano a tenere in piedi attimi fuggenti di spensieratezza, senza nascondersi.

Allo Stirpe di Frosinone due cuori soltanto presenti al battito di altri milioni di cuori: sciarpa in alto, la scritta Salerno con orgoglio, da mostrare fieri. Quello stesso orgoglio che a volte può ferire ma che risana allo stesso tempo. Di orgoglio ci si ammala, dall’orgoglio si riparte. Non sarà la serie B a cancellare, a deformare, ad incrinare questo amore e quel sogno da cui non si può scappare. Come appunti di un esame da scrivere sulle pagine scarabocchiate di un quaderno su cui un bambino, pochi giorni fa, prima del fischio d’inizio, cominciava a scrivere il nome. Perchè c’è sempre da presentarsi, sempre un quaderno da ricominciare, sempre righe da riempire. Non si lasciano mai davvero gli amanti. Non lo hanno fatto neanche stasera quando dall’altro lato, il Frosinone e i suoi tifosi hanno potuto gioire scacciandolo via per un po’ quell’incubo.

La speranza nell’accoglienza dei tifosi del Frosinone all’inizio e il coro intonato alla fine: “Resteremo in serie A” che si contrappone come controcanto al “Che importa se è arrivata la retrocessione, che vuoi che sia, in ogni categoria Salernitana io non vivo senza te…” che riecheggiava dalla Curva Sud Siberiano la scorsa settimana. L’appello della tifoseria granata ora ha nella parola “chiarezza” il mantra da seguire perchè d’amore non si muore ma di razionalità, progetto e parole che potrebbero sollevare si può sopravvivere.

Sui social la tifoseria, che non ha macinato chilometri questa volta, chiede al presidente Danilo Iervolino (assente stasera, per la società erano presenti Maurizio Milan e il segretario Dibrogni) di dare un segnale che possa fungere da panacea. Ma gli amanti non si lasciano mai davvero, perchè nonostante il freddo dei momenti vissuti lontani, guardare la stessa luna e lo stesso sole è la medicina che allieva. E il sole e la luna granata sono patrimonio che non potrà perdersi mai tra le lettere. L’alfabeto degli amanti (ri)comincia così, dalla B… e da un Macte Animo che è pur sempre coraggio, nonostante tutto e incondizionatamente. Da un quaderno nuovo, dove (per ora) abbiamo scritto soltanto un nome.

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