La ‘bomba’, i sondaggi e ora l’attesa: Iervolino non decide di pancia su Sousa, tutto ancora possibile

Se il Napoli andasse su Galtier potrebbe “liberare” Sousa, giunto fino all’ultima corsa a tre (con Garcia) per la panchina partenopea, e mettere Danilo Iervolino di fronte a una scelta: perdono o ribaltone. Dipenderà da come e se avrà digerito quanto accaduto negli ultimi giorni. Ma non è detto che di offerte interessanti per il trainer portoghese non ne arrivino anche su altri fronti. De Laurentiis non ha ancora in mano il sì di Galtier, tiene tutti sulla corda ma non sembra avere intenzione di pagare la famosa penale, a meno di accordi diversi da prendere con la Salernitana. Rumors vorrebbero Paulo Sousa anche nei radar di club esteri e della Roma qualora Mourinho decidesse di accettare le lusinghe arabe. Ipotesi però al momento remota, mentre prende piede quella di una possibile riconferma del portoghese, in assenza di sue mosse, che eventualmente sarebbe però obbligatorio far precedere da operazioni di comunicazione e chiarimento non indifferenti.

Tic-toc

Le lancette scandiscono i secondi minuti. In silenzio. Trascorsa ormai quasi una settimana dalla notizia dell’incontro tra Aurelio De Laurentiis e Paulo Sousa che ha generato amarezza nella famiglia granata più che altro per la mancata comunicazione preventiva, stante l’accordo che comunque prevedeva la “finestra di dieci giorni per valutare eventuali altre opportunità”, la proprietà ha completato i giri di ricognizione con la dirigenza: conosce le alternative, ha una griglia di preferenze (Pirlo e Farioli ben posizionati) ed aspetta le mosse del trainer. Entro il weekend ci sarà un nuovo summit (ogni giorno è buono per discuterne, dipenderà anche da eventuali sollecitazioni… da Viseu) per delineare il futuro. Allo stato attuale trapela attendismo allo stato puro senza escludere anche l’ipotesi di una permanenza di Paulo Sousa in panchina. Trascorsi un po’ di giorni, Iervolino potrebbe infatti ammorbidirsi anche perché le vie d’uscita contrattuali non sarebbero diverse da una rescissione onerosa, nella migliore delle circostanze. Sarebbe però prioritario tastare nuovamente l’umore del mister: se sarà messa una pietra sopra alle incomprensioni, ai difetti di comunicazioni, ai risentimenti, occorrerà avere una chiara e decisa conferma di voler andare avanti sposando il progetto biennale della Salernitana, con tutte le garanzie del caso che la proprietà ha offerto nei ripetuti colloqui – a tavola e in videocall – prima della “bomba” dell’incontro con Adl.

Salernitana-Lazio: l’esordio di Sousa sulla panchina granata

I confronti

l presidente si è confrontato a lungo con tutti i suoi collaboratori a vario titolo. Molti avrebbero sottolineato, togliendo sciarpetta e cappellino, che il professionista valuta ogni aspetto migliorativo e la legittimità delle esplorazioni verso altri lidi. Ad oggi, a differenza delle sensazioni molto negative e orientamento al cambiamento che filtravano dall’entourage del cavalluccio marino nelle ore immediatamente successive al flirt Sousa-Napoli, passa la linea del “vediamo, aspettiamo, c’è un contratto, riflettiamo”. Insomma, nessuna ipotesi è da escludere, neppure che la ragione possa prevalere sul sentimento (o viceversa, a seconda dei punti di vista) e che l’allenatore alla fine resti in sella. Pesa il contratto da 1,2 milioni? Chissà. La società è tuttavia consapevole che in quest’ultima eventualità occorrerebbe rinacciare a dovere il rapporto soprattutto con la piazza che si è sentita tradita dall’abboccamento con i partenopei, campioni d’Italia ma pur sempre con una rivalità sportiva per mezzo. Diciamoci la verità: se la controparte fosse stata la Federcalcio del Portogallo, il Real Madrid, il Milan o il Tottenham – tanto per sparare big a caso – il polverone non si sarebbe alzato, la delusione generalizzata nella tifoseria sarebbe stata minore. Cinque giorni alla deadline, cinque giorni a quel 20 giugno entro cui – pagando la penale di un milione netto – Sousa può dire addio. Oppure no. Attendere, prego.