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Jallow, addio inevitabile: “A gennaio ero pronto ad andar via. Quegli insulti col Crotone…”

Anche Lamin Jallow non si è sottratto all’usanza in voga in questo periodo delle dirette Instagram. L’attaccante granata si è intrattenuto lungamente, sulla piattaforma social, con un addetto ai lavori compatriota, parlando a trecentosessanta gradi della sua carriera, con il racconto delle esperienze con Chievo, Cittadella, Trapani e Cesena e con la sua Nazionale, e anche del suo rapporto con la famiglia, dei suoi hobby e delle sue ambizioni future.

Il classe ’95 ha parlato a lungo di un approccio con il Benevento nell’estate 2016, due anni prima di approdare in Campania: “Avrei potuto indossare la maglia giallorossa, poi i sanniti preferirono prendere Puscas e io rimasi al Chievo. Ho esordito in Serie A dove ho giocato con un grande campione come Pellissier, poi mi si presentò la possibilità del Trapani e andai lì a giocare con continuità, nonostante fosse l’ultima in classifica. L’anno dopo a Cesena ho fatto bene, con molti gol, tanto che ho avuto richieste anche dalla Serie A”. Nel ripercorrere la sua carriera, l’attaccante arriva poi al suo presente. Il gambiano ha svelato i retroscena del suo approdo a Salerno nell’estate 2018: “Ero tornato in Gambia dopo un viaggio a Stoccolma, volevo andare via da Verona perché lì non avrei avuto spazio. Il Chievo mi propose però la Salernitana, ma io non la conoscevo. Poi mi spiegarono che il presidente della Lazio, Lotito, è anche proprietario della Salernitana. Venendo a fatti più recenti Jallow ha poi commentato l’episodio, dello scorso 15 dicembre, dell’esultanza polemica (dopo il gol dell’1-1) e degli insulti verso la Curva Sud al termine della sfida interna di campionato col Crotone: “Sono entrato dalla panchina, perdevamo 1-0, ho segnato il gol del pareggio, poi abbiamo vinto 3-2. Un tifoso del settore sotto al quale giocavo mi ha urlato ‘negro di m***’ e io l’ho zittito. Va bene contestare, ma non l’insulto. Non potete capire come mi sono sentito. A fine partita ero arrabbiato, ho fatto la doccia e sono andato a casa. Il giorno dopo ho chiesto scusa, ma mi hanno costretto. A gennaio ho fatto tanta panchina, ero pronto ad andare via. Proprio sul futuro il calciatore resta vago, ma oltre a desiderare di restare nel giro della Nazionale (“Lì mi trovo meglio, ho meno vincoli tattici”), sembra che sia già tutto scritto, come confermato anche dal suo procuratore qualche settimana fa. I messaggi d’amore finali (“Amo Salerno, è una bella città, forza Salerno”) stridono con un rapporto che sembra chiaramente incrinato, per ammissione dello stesso giocatore. Il matrimonio tra Lamin Jallow e la Salernitana quindi sembra inevitabilmente avviato verso la separazione, nonostante i due anni di contratto rimanenti e i 700mila euro investiti dalla società per riscattarlo a gennaio 2019.

 

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