È come chiedere se vuoi più bene a mamma o papà. Sarà questo il sentimento domenica per Mark Iuliano, storico doppio ex di Juventus-Salernitana. L’ex difensore è cresciuto calcisticamente nella Salernitana dal 1988 al 1992, sempre in granata gli anni dal ’94 al ’96 sono stati quelli della consacrazione prima del grande salto, direzione Torino. In bianconero ha praticamente vinto tutto: quattro Scudetti, tre Supercoppe italiane, una Coppa Intercontinentale e una Supercoppa europea. “Della Salernitana e della Juve ho sempre ricordi bellissimi – spiega Iuliano ai nostri microfoni – Per domenica non posso quindi fare un pronostico, forse i punti peseranno di più per la Salernitana, ma i bianconeri vogliono acciuffare le squadre davanti. Stasera la Juve avrà una partita importante in Champions che potrà incidere tanto sia per come finirà, sia per il recupero mentale e fisico; inoltre Allegri ha tanti infortunati. In questo campionato certamente non si può dire che la squadra più debole perde, la Salernitana dovrà quindi scendere in campo senza sentirsi sconfitta in partenza”.
La palestra granata
L’ex centrale della nazionale italiana spiega anche l’importanza di aver giocato con la Salernitana per la sua crescita professionale: “Alla piazza di Salerno devo tanto, perché lì ho avuto davvero la possibilità di giocare a calcio. Feci pochissimo settore giovanile e Ansaloni mi fece esordire giovane in prima squadra contro il Messina nell’aprile 1991. Fu una palestra importante, avevo la possibilità di allenarmi con gente come Di Bartolomei. La seconda parentesi è stata quella della crescita definitiva che poi mi lanciò verso la Juve. Feci due campionati importanti con Rossi e Colomba, ho vissuto momenti belli, ma anche momenti complicati. Il pubblico di Salerno ti dà tanto se tu sudi la maglia, ma se non vede impegno ti bacchetta. Certamente dopo aver giocato a Salerno puoi giocare ovunque. Per me la maglia della Salernitana è come una seconda pelle”.
La Salernitana attuale
Iuliano prova a spingere la Salernitana verso la salvezza: “Certamente con l’arrivo di Nicola, che è un ottimo allenatore, si vedono dei miglioramenti. C’è una squadra compatta e aggressiva che segue l’allenatore, anche i risultati lo dicono. Probabilmente manca solo la vittoria. La salvezza sarebbe un traguardo incredibile, ma il tempo comincia ad essere poco e servono punti subito. Per fortuna quelle davanti non stanno andando forte, ma i granata devono fare la corsa su loro stessi. Tecnicamente la Salernitana non è mai stata una cattiva squadra, certamente a gennaio l’esperto Sabatini ha fatto un gran lavoro. Fino a dicembre le incognite societarie sono state un fardello importante. Con la nuova proprietà e la nuova dirigenza però, anche in caso di retrocessione, si ripartirà da basi solide e idee chiare”.
Da ex difensore inevitabile anche una battuta sui singoli del reparto difensivo: “Le qualità tecniche e la leadership di Fazio non si discutono. Purtroppo era fermo da tanto tempo e per un giocatore della sua stazza è una cosa che influisce. Dragusin sta dimostrando di avere grandi prospettive e infatti fin da subito si è preso il posto da titolare. Gyombér ha fatto bene sia nella prima parte di campionato, sia contro il Sassuolo. A centrocampo e in attacco ci sono due giocatori in gran forma come Lassana e Bonazzoli. Mazzocchi è stato un acquisto decisamente azzeccato. Mi aspetto tanto da Perotti e Ribéry, ma soprattutto il primo è in ritardo di condizione”.
Un vecchio amico
Iuliano conosce bene Michelangelo Rampulla, ora nello staff granata come aiuto preparatore dei portieri. I due hanno giocato e vinto insieme in bianconero: “Michelangelo è un grande amico, una persona eccezionale ed un professionista esemplare – conclude Iuliano – Anche per lui sarà una partita particolare perché fa parte della storia della Juventus; a Salerno darà certamente un aiuto importante”.
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