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Inglese conosce solo i gol: a Cosenza la risposta alle sirene di mercato

Dopo il gol in Coppa col Sorrento, Roberto Inglese era impaziente di sbloccarsi anche in campionato: la sua incornata al Marulla di Cosenza è valsa alla Salernitana i primi 3 punti stagionali in trasferta. Ma la rete del classe ’91, oltre ad aver tenuto in testa al campionato i granata dopo due giornate e mandare un segnale forte alle concorrenti, è servita anche a fugare qualsiasi dubbio sorto dopo le ultime ore di mercato.

“Abbiamo seriamente pensato ad Inglese. Poi abbiamo ragionato sui nostri attaccanti, ne abbiamo quattro. Abbiamo deciso di non puntare su un profilo come lui che è una prima punta”, l’ammissione del ds dell’Union Brescia, Andrea Ferretti. Il club lombardo non ha avuto però margini di manovra, visto che, da parte della Salernitana, c’è stata chiusura totale. Faggiano non ne ha voluto infatti sapere di lasciare andare l’attaccante, preso, appena svincolatosi dal Catania, dopo averlo portato proprio all’ombra dell’Etna lo scorso anno. È stato probabilmente anche il ds, insieme al tecnico Raffaele, a decidere di affidargli la fascia da capitano. Una scelta dettata certamente dall’esperienza del calciatore, ma anche dal fatto che fosse tra i primissimi arrivati e di aver svolto il ritiro precampionato.

Responsabilità che Inglese – 150 presenze in A, 111 in B e 109 in C – ha accolto senza battere ciglio, come ha ricordato Raffaele nel post partita di Cosenza: “Inglese è un giocatore straordinario ed una persona fantastica. Roberto è un ragazzo di un’umiltà e pulizia difficili da trovare. Bobby ha dimostrato di essere un vero capitano, trascinando la squadra e finalizzando nel migliore dei modi. Purtroppo il mercato tira sempre voci e giocatori come lui possono essere richiesti alla fine della sessione”. Insomma Inglese ha risposto nell’unico modo che conosce, sul campo e con i gol. A Catania, lo scorso anno, ne ha segnati 14, la Salernitana si augura che possa ripetersi o migliorarsi per alimentare l’ambizione di tornare subito in cadetteria.

 

 

A cura di Carlo Pappalardo

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