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In quasi 500 cuori granata a Marassi, non tutti dentro ma tutti per la Salernitana

Poco  più di 450 biglietti venduti per il settore ospiti del Ferraris, quota 30mila totali ad un passo, nel giorno dell’andata dei playout tra Samp e Salernitana, tanto discussi e al centro di dubbi e polemiche, ma oramai anche molto attesi. Spente per il momento le sirene dei tribunali sportivi (il 19 udienza nel merito al Tfn che dovrebbe forse respingere il ricorso granata, in seguito il pool legale valuterà cosa fare e se muoversi nei successivi gradi di giudizio, con il risultato del ritorno all’Arechi che dovrebbe incidere abbastanza), la palla riprende a rotolare 32 giorni dopo l’ultima volta. A qualcuno è sembrato un ritiro precampionato, solo che questa non è la prima amichevole contro dilettanti locali, ma una partita che dura 180 minuti e che vale la stagione. Marino ha detto bene: “Il primo tempo a Marassi, e va giocato bene, il secondo all’Arechi per raggiungere un obiettivo straordinario sfruttando il vantaggio del proprio pubblico a favore”.

Dei 450 paganti del settore ospiti di oggi, la metà resterà all’esterno per protesta. Va subito detto che le posizioni sono tutte rispettabili, quando non sfociano nella violenza (è assolutamente questo il caso di specie, nell’ambito del confronto di idee), e che entrare o non entrare allo stadio va visto come una forma diversa di manifestare lo stesso amore per la Bersagliera. Non si può non osservare, però, che il caso playout ha provocato quello che era già successo in passato: la stessa tifoseria che prende due strade separate in un momento così decisivo per il futuro sportivo della Salernitana Da una parte il Direttivo Ultras composto da Ums, Costiera al Seguito e Paestum ultras per quanto riguarda la Curva Sud Siberiano, insieme alla maggioranza dei club organizzati come quelli del Centro Coordinamento Salernitana Clubs, il Mai Sola, Salerno 2010 che decidono di essere presenti sugli spalti, dall’altra parte tutti gli altri gruppi della Sud che si riconoscono sotto la sigla del Direttivo Salerno e che hanno nella Nuova Guardia il gruppo più rappresentativo, che ha deciso per la diserzione invece. A questi si sono aggiunti ieri i tifosi della Brigata Svizzera, che con un comunicato hanno detto: “Noi sempre pronti a macinare chilometri, diciamo no a questo teatrino. La Salernitana si appresta a disputare uno spareggio contro una squadra retrocessa sul campo e miracolosamente ripescata grazie a manovre che hanno il sapore della politica, non dello sport. Non parteciperemo, non daremo legittimità a un giorno truccato. Amiamo la Salernitana davvero, ma non svendiamo la nostra coscienza”.

Il dibattito in città è stato vivo e interessante, ricco di spunti anche sui social, continuerà così anche fino a venerdì. Il rammarico è che, però, nonostante questa situazione che vede in modo evidente la Salernitana come parte danneggiata abbia ricompattato tutta la città e le componenti che gravitano intorno alla Salernitana (al di là del campionato al di sotto delle aspettative e fatto di molte prestazioni pessime, con degli errori che partono dalla fine della stagione scorsa e hanno attraversato una grande parte di quella che sta per finire, a tutti i livelli), ora con l’avvicinamento alla doppia sfida è assolutamente vietato trasformare la divergenza nel rispetto delle opinioni in qualche crepa e divisione. L’unità che serve in questi casi, o in un verso o in un altro (non è compito di chi scrive e racconta i fatti stabilire quale sia la cosa giusta) non deve vacillare. L’unico elemento oggettivo che chiunque può notare è che ci sono due correnti: devono viaggiare comunque nella stessa direzione, quella della Salernitana, scongiurando evoluzioni che non farebbero bene all’ambiente.

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