La gente cerca contatto. Qualora vi fosse ancora il bisogno, l’1-3 guadagnato sul campo della Lazio ha fatto definitivamente riesplodere l’entusiasmo – per la verità mai sopito – della tifoseria granata. Dopo l’abbraccio collettivo della notte tra sabato e domenica, ieri alla ripresa al Mary Rosy sono stati ancora in tanti a sostare davanti ai cancelli per aspettare una foto, un autografo, uno scambio di battute con calciatori e allenatore. Sabato si va verso i ventimila all’Arechi, dopo l’assenza di Roma la Curva Sud tornerà a rombare.
Un peluche per il mister
Tra i più ricercati, ovviamente, Davide Nicola. Che se ieri ha guidato una seduta a metà (scarico per chi ha giocato all’Olimpico, amichevole con la Primavera per tutti gli altri), oggi riprenderà in mano le redini del gruppo al completo, per volgere lo sguardo alla Cremonese. Ieri – come riporta Il Mattino – due bambine erano al centro sportivo per regalare un peluche al tecnico, accompagnate dalla mamma. Il segno che tutti, ma proprio tutti si identificano con la squadra, come se al fischio dell’arbitro scendessero in campo insieme a Fazio, Coulibaly e Dia. È l’energia di cui la Salernitana – questa Salernitana – ha bisogno, sulla falsa riga di quanto realizzato l’anno scorso nell’ultimo semestre, ma stavolta con maggiore consapevolezza che si può alzare l’asticella. Quanto? Di poco, senza passi più lunghi della gamba: salvezza tranquilla “e poi si vede”. Mai quanto stavolta, con sole dodici partite in archivio e ben ventisei ancora da giocare, dal libro delle frasi fatte del mondo del calcio è opportuno estrarre quel “pensiamo partita dopo partita“ che i protagonisti ripetono tante volte, fino alla noia.
I lombardi da non sottovalutare
Ma quale noia, oggi! C’è voglia di guardare avanti e non indietro, mentre c’è chi fa purtroppo la conta anche di qualche danno davanti al Mary Rosy (dall’immondizia lungo la strada – bottiglie, residui di fumogeni – ad alcune recinzioni divelte, teloni strappati e carreggiata “segnata”). Tuttavia, tornando esclusivamente al campo, guai a sottovalutare l’impegno contro i grigiorossi, che non hanno ancora mai vinto in questo campionato ed occupano l’ultimo posto in classifica. La quasi vittoria dello Stadium contro la Juventus insegni: al netto dell’incisiva, in negativo, assenza di Fazio che penalizzò certamente i granata, subito dopo il convincente match in casa dei bianconeri la Salernitana incappò in una inaspettata sconfitta casalinga contro il meno invincibile Lecce. Ecco perché l’esame con la Cremonese assume un’importanza per certi aspetti maggiore. Vincere significherebbe dare continuità, dimostrare che la frase fatta di “una squadra che può e vuole giocarsela contro chiunque” vale anche per le cosiddette piccole e non solo per le big, centrare una terza vittoria consecutiva che certificherebbe la capacità di chiudere in zona tranquillità il 2022 agonistico. Non a caso, l’anno scorso fu proprio il filotto di 9 punti in tre gare (Samp-Udinese-Fiorentina) a fungere da rampa verso il salto di qualità anche mentale e motivazionale. Stavolta non c’è bisogno di saltare troppo in alto, anche perché si rischierebbe di cadere nel vuoto: c’è una sosta lunga, che preparerà sostanzialmente ad un altro campionato. Finire bene (occhio alla doppia trasferta ravvicinata, poi, tra Firenze e Monza) aiuterebbe a lavorare con serenità nella pausa, trascinandosi la parte sana dell’entusiasmo nello spogliatoio e nell’ambiente. Proprio come fatto a luglio in Austria. Molto passa dallo scontro diretto con la Cremonese: sì, è uno scontro diretto. Da vincere.
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