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Editoriale

Il pasticciaccio brutto di via Rosellini: altro che regolarità, la B di nuovo nel caos

Oggi doveva essere il giorno del primo round e invece è quello che viene dopo lo scoppio di una imbarazzante bomba sulla B, con un timer decisamente sbagliato che fa sempre più perdere di credibilità al sistema calcio e dà un segnale preoccupante: prepararsi tutti all’ennesima estate di battaglia a colpi di carte bollate. Come se non bastassero gli errori del passato e i precedenti anche recenti come quello del 2019, la Lega Serie B ha fatto quel che non si era mai visto, rinviando una partita importantissima per la vita sportiva di due società (ma una di più, perché l’altra uscirebbe di scena e festeggerebbe la salvezza diretta, con la probabile penalizzazione del Brescia) alla vigilia della gara stessa per motivazioni dipendenti da… un cambio di classifica in atto, tra l’altro non certo, ma potenziale.

La Salernitana ha alzato subito la voce e bene fa la società di Iervolino a farsi sentire (clicca qui per leggere le parole dell’ad Milan) per tutelare i suoi interessi e quelli di 30mila tifosi che erano pronti ad affollare gli spalti dell’Arechi. I legali sono al lavoro, hanno inviato una diffida alla Lega di B ma è impossibile che ci sia un passo indietro. Ora toccherà aspettare l’ufficializzazione del deferimento in primo luogo, poi la decisione del Tribunale Federale Nazionale a cui il Brescia si appellerebbe se fosse punitiva. Dopo i due gradi di giudizio sportivi, quasi certamente entrerebbe in scena il TAR Lazio, in un modo o nell’altro, come sempre è stato in questi casi. La giustizia amministrativa non è nuova a queste situazioni e già in passato è entrata nelle vicende del calcio anche solo per intimare alle leghe o alle federazioni di sospendere determinate decisioni e in seguito decidere. Quanto tempo passerebbe? Nel 2019 ci fu un mese di attesa ed è plausibile pensare che stavolta può emergere lo stesso rischio. Secondo indiscrezioni, a Milano sarebbero convinti di poter far giocare i playout dopo il primo grado di giudizio. I precedenti dicono che quasi sempre succede il contrario e sarebbe anche peggio, perché nascerebbe l’altro rischio di dover poi annullare tutto.

Un pastrocchio evitabilissimo, insomma, e che fa inalberare un po’ tutti, meno che la Sampdoria. Perché la Lega presieduta da Paolo Bedin ha deciso di fermare tutto, un giorno prima della partita di andata del playout, con un evento già organizzato, conferenze stampa fatte, squadre in ritiro, biglietti venduti, anzi polverizzati… avendo in mano la sola comunicazione di conclusione indagini ricevuta dal Procuratore Federale oggi, come si legge sullo stesso comunicato diffuso questo pomeriggio (clicca qui per leggere)? Perché questa comunicazione arriva di domenica in modo sorprendente? Una cosa inusuale… Perché, prendendo spunto dalla posizione della stessa Salernitana, non far giocare i playout come da calendario e poi intervenire, con penalizzazione fatta (se verrà fatta) e ripescare eventualmente la sconfitta nei playout come successo nel 2019 a vantaggio del Venezia?

Disagi clamorosi in vista per tutte le società e battaglia di ricorsi oramai scontata. La Salernitana tornerà ad allenarsi martedì senza sapere quando giocare, se giocare ancora, contro chi e dove. La Lega di B oggi ha parlato di “necessità di garantire, come da prerogativa statutaria, i principi dell’equa competizione e della regolarità del Campionato, nonché salvaguardare le esigenze organizzative e di programmazione sportiva dei Club”. Con questa decisione ha fatto esattamente il contrario. L’equa competizione e soprattutto la regolarità del campionato vanno a farsi benedire se la Salernitana, immersa da tempo in una lotta salvezza difficile e che sta centellinando energie nervose da tempo, si trova frenata nel momento in cui veniva da una vittoria ed era col morale in salita. Ora deve fermarsi, riprogrammare il lavoro senza avere un obiettivo, senza sapere con chi giocare. Dall’altro lato, se fosse play-out contro la Sampdoria, i blucerchiati sarebbero rinvigoriti perché presi per i capelli da una situazione di “morte sportiva” e poi rimessi in vita, quindi ringalluzziti. E poi le esigenze organizzative da salvaguardare, la programmazione sportiva: annullare la partita significa annullare ritiri, alberghi, viaggi già prenotati. Comprensibile la giornata dell’imprevedibile morte di Papa Francesco (che ha fermato tutti in uguale modo e che comunque ha già provocato delle cose diverse nella regolarità dell’ordine delle partite del campionato), ma questo provvedimento appare fortemente contrario proprio alla regolarità del torneo e alla salvaguardia delle esigenze dei club.

È successo qualcosa di moltro strano. La Salernitana non resterà a guardare, era mentalizzata ad affrontare il Frosinone e ora è tutto in discussione. Giocare contro la Samp significherebbe fare il ritorno in casa e recuperare qualche acciaccato, però anche correre il rischio di dover fare a meno di giocatori importanti in odore di convocazione in nazionale ai primi di giugno (clicca qui per leggere), perchè ora i tempi si dilatano in modo netto. Come giustificherebbe la Lega B la scelta di fissare, obbligata oppure no, due finali di vitale importanza con il rischio di non poter far essere a disposizione giocatori utili a Marino o Evani (Bereszynski, Ioannou) o anche a Bianco (i due Oyono, Kvernadze, Ambrosino, Begic e Vural), se dopo la bufera il tira e molla dei ricorsi dicesse ancora Salernitana-Frosinone? In che modo un preparatore atletico delle società coinvolte dovrebbe impostare il lavoro, senza avere date? Nessuna squadra, adesso, può arrivare a giocare i playout al meglio, quindi non si può parlare di regolarità del campionato. Perdere la B significa perdere soldi, chiarirlo è giusto, e non può essere ammissibile un approccio così leggero con i nervi degli atleti, con le casse delle società, con i sentimenti dei tifosi, che i soldi invece li portano.

Quello che è successo ieri pomeriggio (e quello che deriverà) è mortificante per il calcio italiano e in particolare per il mondo delle categorie inferiori alla Serie A. La constatazione che il calcio non impara dagli errori e non si dota di regole chiare ma sempre interpretabili oggi in un modo e domani in un altro, viene fuori ricordando quel che è successo sei anni fa, ancora nella mente di tutti: prima il Palermo viene retrocesso in C d’ufficio all’ultimo posto e la Lega B dice che i playout non vanno disputati, poi il Palermo fa ricorso, chiede anche il blocco dei playoff e riesce a ottenere il -20 in classifica, salvandosi, con un conseguenziale cambio di rotta della Figc che dice alla Lega di B di far disputare i playout tra Salernitana e Venezia, poi spunta il Foggia che chiede la restituzione dee punti di penalizzazione e di giocare i playout, che vengono sospesi ed alla fine giocati a giugno inoltrato… con poi successivo nuovo capovolgimento, scomparsa del Palermo e ripescaggio del Venezia perdente. È questo quello che si vuole ripetere? In nome di che cosa? Questo… pasticciaccio brutto di via Rosellini è l’ennesimo chiodo nel pallone bucato. Non proprio il massimo per Paolo Bedin, solamente al suo quinto mese da presidente di Lega, provocare una reazione a catena del genere, perché è praticamente scontato che la pioggia di ricorsi sarà pesante, a partire dal Brescia stesso, ed anche Cittadella e Cosenza potrebbero non restare a guardare. Prepariamoci…

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