MICAI 8. Ipnotizza Bocalon da distanza ravvicinata e salva il risultato dopo 6′. Brivido per i tifosi campani alle sue spalle al 24′, dopo un controllo arretrato che per poco non causa un clamoroso autogol. “Un giramento di testa”, fa segno alla panchina a metà primo tempo. Resiste, becca gol al 42′: poteva fare di più. Attento sul velenoso tentativo di Lombardi al 28′ del secondo tempo, si ripete poco dopo sulla zuccata di Domizzi. Salva il punteggio in scivolata fuori area coi piedi all’8′ del primo tempo supplementare. Un intervento di grande reattività e miracoloso pure al 7′ del secondo supplementare quando strozza l’urlo in gola a Lombardi, dopo la sua torsione di testa. La parata su Bentivoglio nella lotteria dei rigori è da Oscar.
PUCINO 7. Attento e concentrato dall’inizio alla fine. Mette i brividi a Vicario dopo 17′ con un calcio di punizione di poco alto. Chiude bene le diagonali e non solo: il Venezia attacca esclusivamente dal lato opposto, anche perché di fronte si trova Bruscagin che non è un mancino naturale. Sbroglia un paio di situazioni critiche nel convulso assedio finale. Ha il merito di segnare il rigore con freddezza.
MANTOVANI 6,5. L’ex compagno Bocalon è un brutto cliente. Incerto per gran parte della prima frazione, chiusura fondamentale a 10′ dall’intervallo su Bocalon che stava per sfruttare un velo di Rossi. Cresce nella ripresa: eccellente intervento sull’ex compagno a 9′ dal termine dei minuti regolamentari. Rossi si “vendica” poco dopo, lasciandolo sul posto, ma vanifica la conclusione. Nei supplementari tiene botta e getta il suore oltre l’ostacolo.
MIGLIORINI 7. Tiene a bada l’ex di turno Rossi quando gira dalle sue parti, ci mette il fisico. Svetta su tutti i traversoni pericolosi nell’area granata, guida la retroguardia con autorità.
LOPEZ 4,5. Dalle sue parti i locali passano e ripassano. Si fa anticipare ingenuamente da Lombardi al pronti-via e solo Micai evita la frittata sul prosieguo. Male in fase di spinta. un salvataggio su Pinato a 6′ dall’intervallo sembra essere prologo ad un miglioramento della prestazione ma due minuti più tardi Modolo riesce a metterlo a sedere con troppa facilità, siglando l’1-0. A inizio ripresa rischia tantissimo trattenendo Pinato in area, all’80’ si dimentica dello stesso avversario che – sotto misura – grazia Micai (dal 40′ st MEMOLLA 4. Riesce quasi a far peggio dell’uruguaiano. Nel recupero improvvisa uno slalom gigante in solitaria ma finisce mestamente col perdere palla. Un retropassaggio suicida nel primo tempo supplementare rischia di regalare al Venezia il gol della B ma Micai è tempestivo in scivolata fuori area. Non contento, poco dopo commette un ingenuo fallo all’altezza della bandierina che regala un pericoloso piazzato al Venezia).
ODJER 6,5. Trottolino volenteroso, sente la stima di Menichini e gioca una partita di contenimento… con l’esperienza di un veterano. Prende qualche buon calcio di punizione nel tentativo di far respirare la squadra. Ci prova da fuori, lotta su ogni pallone (dal 14′ st MAZZARANI sv. Dentro solo per calciare il penalty).
DI TACCHIO 7. Un mezzo voto in più per il rigore decisivo messo dentro. Non alza il contagiri, bada al sodo e il compito si fa più arduo con la squadra in dieci. Cerca di tirare la carretta e rintuzzare come può. Generoso, al 27′ della ripresa sfiora il gol con un bolide da fuori di mezzo collo. Distratto in marcatura sul pericoloso tentativo aereo di Domizzi qualche minuto più tardi ma è solo una macchia su una partita di grandissima sostanza.
MINALA 3. Non è un bel vedere e sbaglia tanto nei primi 45′. La ciliegina è il rosso diretto (sacrosanto) per una gratuita gomitata in area ai danni di Modolo. Lascia colpevolmente in inferiorità numerica i compagni per più di metà partita in un’occasione così decisiva. Ingiustificabile.
CASASOLA 6,5. Torna in campo dopo la prematura scomparsa del papà, in una non facile situazione psicologica. L’inattività si sente, del resto non si è allenato per quasi due settimane col gruppo. Si gestisce, fa caldo e non scavalla come di consueto. Si preoccupa molto più di contenere e lo fa in maniera importante: mura il tentativo a colpo sicuro di Bruscagin in avvio dei supplementari. Poco pulito nelle rare proposizioni offensive. Una scivolata sconclusionata spiana la strada a Pimenta nei supplementari, il Venezia non ne approfitta. Segna il rigore di competenza con freddezza.
DJURIC 7. Alla sua fisicità il trainer non può rinunciare. Lui lo ripaga con una prestazione generosa, tra sponde e sportellate. Aureliano lo grazia alla mezzora (braccio largo su Modolo, poteva starci il giallo) ma per il bosniaco è un match di grandissimo sacrificio e lavoro sporco. Nella ripresa si sbatte in pressing, non esattamente la specialità della casa: difende bene i palloni che gli capitano a tiro, prova a far salire la squadra. Encomiabile per l’applicazione: Di Tacchio lo invita alla zuccata nel recupero ma ci arriva stremato. Perde comprensibilmente un po’ di lucidità nei supplementari, ma fornisce ugualmente il suo contributo soprattutto sulle palle inattive in fase difensiva. Finisce che non è in grado di reggersi più in piedi, esce tra gli applausi dei suoi tifosi (dal 12′ sts CALAIO’ sv. Ci mette esperienza, Menico lo inserisce solo per la lotteria dei rigori: fa il suo dovere).
A.ANDERSON 5,5. Gettato nella mischia all’ultimo secondo, visto l’infortunio al flessore sinistro di Jallow nel riscaldamento, sul prato dove esordì in granata lo scorso novembre. Cincischia e sbaglia il primo dribbling. Con lui in campo, il 4-3-3 è ancora più “finto”: tende ad accentrarsi, logicamente, più che attaccare la profondità. La classe c’è ma vuole strafare: come al 20′, quando fa secco Pinato con un sombrero e guadagna campo, senza però alzare la testa e capitalizzare. Nella ripresa sembra più pimpante: due pericolosissime conclusioni di poco fuori nell’arco dei primi 10′. Proprio sul più bello, l’allenatore lo tira fuori (dal 12′ st ORLANDO 6. Tanto impegno, svaria tanto ma il Venezia – pur con poca benzina – lo costringe agli straordinari esclusivamente in fase difensiva, compito che assolve diligentemente e intelligentemente).
ALL: MENICHINI 6,5. Sperava di fare una sola partita nella sua terza avventura granata, gliene sono toccate tre. Prova a camuffare un vero e proprio 4-1-4-1 in 4-3-3. La Salernitana aspetta il Venezia per tutta la prima frazione e puntualmente becca gol. Il rosso a Minala gli complica ulteriormente i piani: prosegue con un 5-3-1 fino al termine. Partita di indicibile sofferenza: all’11’ del secondo tempo gioca la carta Orlando, chiedendo a Casasola (a destra) e Lopez dalla parte opposta di alzarsi di più. Idee che restano tali, la Salernitana si schiaccia sempre più ma regge con le unghie e con i denti. Il suo assistente, Lombardo, si alza dalla panchina più volte per dargli manforte con le indicazioni. Gestisce i cambi, quando vede i supplementari all’orizzonte: rimpiazza il disastroso Lopez con il pari ruolo Memolla solo all’80’, quasi si dimentica – però – di avere in panchina anche Calaiò. Nei supplementari il Venezia fa assedio, la Salernitana si limita a gettare palla nell’altra metà campo, ove possibile. L’Arciere e Mazzarani vanno dentro solo per i rigori. Alla fine, pur soffrendo, ha compiuto la missione.
Matteo
09/06/2019 at 21:08
Manichini 6, significa che gli allenatori che lo hanno preceduto meritavano 0.
Un giornalista dovrebbe capire il miracolo tattico di oggi, Ha lasciato le fascia al Venezia invogliandoli al crossover dove la prendevamo sempre noi.
Cosmi 3
Rigori preparati benissimo
Manichini 8 e forse è poco!