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Il Grande Torino a Salerno: 72 anni fa il vantaggio di Merlin illuse i campani…

Settantadue anni fa esatti la Salernitana ospitava il Grande Torino. Una vera e propria partita evento per la Salerno del 1948, alla vigilia delle elezioni politiche della prima legislatura repubblicana e che era ancora alle prese con la difficile uscita dalle difficoltà che la Seconda Guerra Mondiale aveva portato fino a qualche anno prima. Era la Salernitana della prima volta in Serie A, del “vianema”, di veri e propri miti sportivi cittadini che tanto fecero per la casacca dell’ippocampo negli anni ’40, un decennio particolarmente florido dal punto di vista calcistico.

Finì 1-4 per lo squadrone dei granata del nord, quel 17 aprile 1948. Il Torino era praticamente la Nazionale italiana, con dieci undicesimi che in fotocopia rappresentavano anche il nostro Paese in azzurro. Una formazione leggendaria che l’odierno Vestuti, all’epoca ancora semplicemente stadio Comunale, ebbe il privilegio di ospitare, seppur in una nuvola di polvere generata dalla terra battuta di cui il fondo era ancora composto. Segnò Renzo Merlin per la Salernitana (in maglia gialla per dovere di ospitalità nei confronti degli avversari, che giocarono invece in granata con tanto di scudetto cucito sul petto) dopo 7′, mandando in visibilio i 14mila spettatori presenti. La gara era stata anticipata al sabato per evitare proprio la concomitanza con le elezioni politiche su citate e i negozi erano stati chiusi prima proprio per consentire alla maggior parte delle persone di non perdersi l’evento. Il Toro fu quasi sorpreso dalla verve di una Salernitana che, stando alle cronache del tempo, disputò una prima frazione su ritmi altissimi, “tosta” su ogni contrasto, cercando di dare tutto ciò che potesse in ogni singolo elemento. C’era Gambazza in porta, poi Rispoli, Pastori e Rodriguez, Piccinini, capitan Jacovazzo, Merlin, Vaschetto, Sifredi, Tori e Onorato, guidati in panchina dal grande Gipo Viani. Buzzegoli e Margiotta, altri due grandi dell’epoca, erano in tribuna perchè infortunati. Il Torino – allenato da Sperone – tra i pali presentava Bacigalupo, poi Ballarin, Tomà, e Loik, Rigamonti, Castigliano, Fabian, Ossola, Gabetto, Mazzola e Ferraris II. In alto la foto delle due formazioni schierate a centrocampo prima dell’inizio dell’incontro (foto tra i documenti compresi nella collezione del costruendo museo virtuale della Salernitana “Macte Animo 1919”).

Dopo il vantaggio locale, il Toro riuscì a pareggiare prima dell’intervallo con Gabetto. Nel sottopassaggio degli spogliatoi, al duplice fischio dell’arbitro Zilli di Reggio Emilia, il salernitano Sifredi entrò per sbaglio nello spogliatoio avversario, tanto era annebbiato e intontito dall’enorme dispendio di energia. La cosa pesò ovviamente nella ripresa, con il Torino che iniziò a giocare e la Salernitana che non riuscì più a tener botta: ancora Gabetto, poi Ossola e il grande Valentino Mazzola fissarono il punteggio sul definitivo 1-4. Nonostante la sconfitta, lo stadio applaudì tutti all’uscita. Poco più di un anno dopo, la tragedia di Superga avrebbe portato via per sempre il Grande Torino nella stragrande maggioranza dei suoi componenti. Perì pure il giornalista Renato Casalbore in quel disastro aereo: a lui, due anni dopo, sarebbe poi stata intitolata la piazza antistante l’impianto cittadino. È così tuttora.

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