Nel suo curriculum ci sono una promozione in Serie B con la Salernitana e tre anni di fila al Crotone. Per Andrea Nalini quella di stasera è sicuramente una partita speciale. Il doppio ex, che nella sessione invernale di calciomercato si è trasferito al Vicenza proprio dalla squadra pitagorica, intervistato dal quotidiano Il Mattino si è espresso su diverse tematiche. “Sono legato alle due piazze – spiega l’attaccante – Si affrontano squadre in salute. Il gioco del Crotone è sotto gli occhi di tutti, ma ho visto bene anche la Salernitana contro il Cittadella: ha le carte in regola per fare risultato allo Scida”. Poi un commento sull’operato del suo ex trainer, Giovanni Stroppa: “Stroppa ha dato una bella identità di gioco, con interpreti giusti al posto giusto. Non chiede mai al portiere di rinviare. Vuole che la manovra parta dal basso con movimenti di smarcature, triangolazioni. Tutto il gruppo si adopera ed è unito: in una squadra che vuole vincere è fondamentale creare le condizioni anche di spogliatoio. Anche chi non gioca segue il mister al cento per cento”. “Un giovane del vivaio che ha avuto miglioramenti notevoli- dice Nalini parlando dello squalificato Cuomo- ha meritato di trovare spazio in questo campionato. Ma anche gli altri difensori sono forti, tutti sullo stesso livello. Penso a Curado a Golemic, ma anche all’ex Gigliotti. So che non è al meglio, non ha intensità perché viene da un infortunio, ma è molto tecnico per il gioco che il mister chiede ai terzi di difesa”. Per quanto riguarda Simy – spiega l’ex freccia granata- a vederlo in allenamento, non gli daresti un euro. In partita si trasforma. La sua forza è l’umiltà: tende sempre ad aiutare gli altri e non si sbraccia se le cose vanno male. Questo gli dà stimoli per riuscire a fare anche cose che vanno oltre il suo repertorio, come gol molto tecnici o in falcata. Ha potenza, sarà una bella sfida a distanza con Djuric”. Inevitabile (più di) un passaggio sulla Salernitana. “È forte, ma non riesco mai a decifrarla in maniera precisa. Dopo la pausa ha ricominciato con risultati non felicissimi, ma si sta riprendendo con ritmi più alti. Per uscire con punti dallo Scida deve fare ciò che sa fare. La compagine granata ha un calendario bello tosto, ci sono tante squadre in pochi punti. Penso sia un momento stimolante e tutto da vivere, cercando di stare sempre sul pezzo. Non vedo male i granata, spero facciano il maggior numero di punti per andarsi a giocare il salto di categoria. Tifosi e società lo meriterebbero. A me piace un sacco Lombardi, lo seguo da un po’: è devastante, ma deve essere accompagnato da un gioco corale. Rispetto a me, va più sul binario, ha un’abilità di corsa incredibile; io tendo anche a fare un po’ di sterzate o a metterla sul dribbling”. Nalini, poi, si sofferma sul suo passaggio al Vicenza: “Stroppa mi adora, non voleva che andassi via da Crotone. Ma ho trent’anni e un bimbo piccolo, ho dovuto fare bene tante valutazioni anche economiche. Certo, è stato un rischio, anche se il Vicenza era già primo. Se scendi in C e non risali subito, poi si fa dura. Per fortuna abbiamo raggiunto l’obiettivo, anche se non come avremmo voluto, festeggiando sul campo con i tifosi. Ora speriamo di far bene in B”. “La cosa è un po’ anomala- dice il fantasista sull’inizio del ritiro per la squadra veneta- Il Monza ha iniziato addirittura l’1 luglio. Noi ci alleneremo per ora individualmente, con domenica libera e tamponi ogni quattro giorni. Il ritiro vero e proprio inizierà il 28 luglio, ma il mister Di Carlo ha voluto riprendere ora in maniera graduale per non rischiare infortuni. Meglio per chi, come me, è soggetto a noie fisiche. Le competizioni riprenderanno a metà settembre, sette mesi dopo la nostra ultima gara. Non so se potrà beneficiarne chi è più riposato o chi verrà da partite estive con pochissimi giorni di sosta tra una stagione e l’altra. Se sto bene fisicamente, posso dare ancora tanto. Ambisco sempre a palcoscenici di B o anche A, ma sono anche realista: a trent’anni è dura, non ho mai visto uno scendere di due categorie e poi risalire subito. Magari ci riuscirò, chissà”.
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