Dopo undici anni, il Chievo torna ufficialmente in cadetteria. Il ko maturato ieri pomeriggio al Bentegodi contro il Napoli ha consegnato la matematica retrocessione ai clivensi, giunti per la prima volta in massima serie nel 2002 con Delneri in panchina e i vari Eriberto, Corradi, Pellissier ed il salernitano De Cesare in organico. Undici anni durante i quali la piccola compagine veneta ha guadagnato anche l’accesso alla vecchia Coppa UEFA portando in Europa il nome della frazione scaligera.
Tanti motivi per cui la retrocessione in Serie B appare dolorosa ma a fare da contraltare a questo ritorno in seconda serie c’è il paracadute: il Chievo infatti beneficerà di 25 milioni di euro avendo militato in Serie A per almeno tre anni consecutivi. Una cifra importante che aiuterà il club di patron Campedelli a sostenere le spese degli onerosi contratti in essere con i calciatori che compongo attualmente la rosa gialloblu. Se il campionato di massima serie terminasse quest’oggi, a retrocedere sarebbero Empoli e Frosinone: entrambe riceverebbero 10 milioni di euro. Se invece con i clivensi dovessero retrocedere altre due squadre militanti in Serie A da almeno tre anni si supererebbe il tetto dei 60 milioni stanziati per il paracadute ed a quel punto le percentuali delle singole squadre verrebbero ridimensionate.
Gino
15/04/2019 at 18:17
Che schifo di norma. Perchè non vendere i giocatori con contratti onerosi invece di falsare puntualmente ogni anno il campionato di B? Come siamo ridotti male mamma ma……