L’affondo di Danilo Iervolino in controreplica agli striscioni comparsi sul suo conto dopo il mancato incontro con gli ultras al termine di Salernitana-Bologna consiste nella chiusura al mondo della tifoseria. Una frattura con una parte di essa che interrompe il famoso sinallagma. Scottato da alcune “offese al limite delle minacce”, il presidente in conferenza stampa è stato chiaro nel manifestare il suo disappunto nei confronti di ultras che lo hanno contestato. Ma ha anche aggiunto di non avere alcuna intenzione di incontrare gli esponenti del Centro di Coordinamento Salernitana Clubs. La reazione dell’associazione presieduta da Riccardo Santoro, che dopo la gara contro i felsinei aveva ribadito la richiesta di confronto col patron a distanza di un mese dalla precedente, non tarda ad arrivare.
“La conferenza stampa virtuale tenuta questa mattina dal presidente Iervolino si è conclusa con una serie di precisazioni dello stesso patron rispetto all’andamento in campionato, all’imminente mercato di riparazione, la posizione del tecnico e il direttore sportivo, fino ad arrivare al rapporto con gli ultras e la tifoseria organizzata. Prendiamo atto delle dichiarazioni rilasciate dal presidente Iervolino questa mattina e ci meravigliamo profondamente del tenore delle stesse. Stupisce molto il discorso del nostro patron quando lui sottolinea di non volere avere rapporti con la tifoseria organizzata. In tutta sincerità, ci dispiace tanto perchè in questi quasi due anni di sua presidenza a Salerno, il CCSC non ha mai rilasciato dichiarazioni contrarie alla società ed alla persona del suo presidente, nemmeno nei momenti più delicati. Non serve ribadire, infine, che la nostra posizione non cambia di un millimetro: siamo e saremo accanto alla maglia, alla squadra ed alla Salernitana per il bene di tutti”, precisa il direttivo del Centro di Coordinamento in una nota diffusa nel primo pomeriggio.
Tornando alla conferenza, Iervolino si era espresso così in merito alla tifoseria: “Non mi aspettavo però di ricevere ingiustamente con incredibile irriconoscenza degli striscioni altamente offensivi che giudico anche minacciosi perché una parte della tifoseria – che non rappresenta la sua interezza – mi chiede un incontro e di metterci la faccia quando l’ho sempre messa, mi chiede rispetto, umiltà. C’è confusione e allucinazione di queste persone. Nessun presidente ha rispettato più di me questa città con l’impegno, le azioni, l’amore, sono sempre stato in punta di piedi senza chiedere nulla in cambio, non ho mai offeso nessuno, non sono mai stato carico di retropensieri. Non ho interessi reconditi nella città, non ho investimenti, non devo proteggere nessuna cosa, ho solo dato e non ho da rimproverarmi nulla. Non capisco perché io debba essere apostrofato con quelle offese, è quasi un messaggio a dire ‘attento perchè se non fai quello che diciamo e quando lo diciamo, noi reagiamo in questo modo’. Io non accetto compromessi e violenze, non sarò mai accondiscendente a questo modo di fare che ripudio fortemente. Se pensavano con quegli striscioni di provocare qualcosa a loro favore hanno sbagliato di gran lunga“.Avevo mio figlio che era impaurito e stavo lavorando per capire cosa fosse il meglio per una squadra di calcio che non è una cooperativa sociale. L’avrei fatto in altri modi, ora non lo farò mai più. Chi offende in questi modi non riceverà mai più nulla da me. Le offese non vanno bene. Gli haters che stanno a Salerno di cui non voglio parlare, a cui non voglio dare attenzioni, prometto che avranno le attenzioni dei miei avvocati per difendere il buon nome mio, della mia famiglia e della società”.
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